È il tremendo dramma spirituale che nasce dal conflitto tra la fede e un mondo senza Dio il cuore de I Fratelli Karamazov, ultimo monumentale romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij interpretato da Glauco Mauri e portato in scena dalla Compagnia Glauco Mauri-Roberto Sturno diretta da Matteo Tarasco sul palco del Teatro Eliseo di Roma dal 5 al 17 febbraio.
“Il tema principale de I Fratelli Karamazov è lo stesso di cui ho sofferto consciamente o inconsciamente per tutta la vita: l’esistenza di Dio” spiega Glauco Mauri presentando il testo di un autore a cui è particolarmente legato.
“Per ben due volte la nostra compagnia ha raccontato Dostoevskij. Due assoluti capolavori: ‘L’idiota’ e ‘Delitto e castigo’. Dostoevskij, Shakespeare e Beckett sono stati i tre grandi autori che mi hanno aiutato a tentare di capire la vita immensa tavolozza dei colori dell’animo umano di Shakespeare – prosegue Mauri – la tragedia del vivere che diventa farsa e la farsa del vivere che diventa tragedia di Beckett e Dostoevskij che mi ha fatto capire la magnifica responsabilità che ha l’uomo di comprendere l’uomo.
Per Mauri I Fratelli Karamazov rappresentano una tappa fondamentale della sua carriera: aveva solo 22 anni quando il grande attore vestì i panni del fratellastro-servo Smerdjakov diretto allora da Andrè Barsacq accanto a Memo Benassi, Lilla Brignone, Gianni Santuccio, Enrico Maria Salerno.
Ora a distanza di tanti anni, Mauri, al terzo Dostoevskij interpreta il ruolo del padre, il dissoluto Fëdor Pavlovič Karamazov che viene assassinato e del cui omicidio viene accusato il primogenito Dmitrij.
“L’ultimo romanzo di Fëdor Dostoevskij – scrive Matteo Tarasco nelle note di regia – ha la grandezza e la forza di un inferno dantesco, è una comédie humaine alla russa, dove bestie umane si agitano sulla scena del mondo, dove il denaro, il fango e il sangue scorrono insieme. Una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto”.
Al centro del monumentale romanzo russo si consumano le vicende della famiglia Karamazov, i feroci conflitti che si consumano all’interno di un nucleo familiare animato da rapporti complessi mossi da Dio, dalla lussuria, dalla violenza e dalle incomprensioni di ogni sorta fino al delitto: sotto l’apparente intreccio di appassionante romanzo giallo si cela però il dramma continuo fra la ricerca della fede e un mondo senza Dio.
Un mondo terribile animato da essere umani crudeli e tremendi quello raccontato da Dostoevskij, “grande poeta dell’animo umano” per Mauri in grado di donare “bellezza e poesia” che da una storia terribile.
Ma nonostante tutto “Dostoevskij non giudica mai: racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso e a volte orrendo che è l’essere umano” ricorda Mauri.
L’inseparabile Roberto Sturno interpreta Ivàn Karamazov, il più intellettuale e tormentato dei fratelli, in scena anche Paolo Lorimer (Starec Zosima), Laurence Mazzoni (Laurence Mazzoni), Pavel Zelinskiy (Alekséj Karamazov), Luca Terracciano (Smerdjakov), Giulia Galiani (Katerina Ivanova), Alice Giroldini (Grušen’ka).
Un allestimento cupo e pessimista quello di Tarasco con le scene di Francesco Ghisu, i costumi di Chiara Aversano, le musiche di Giovanni Zappalorto, le luci di Alberto Biondi che oscilla fra Eros e Thanatos e trascina lo spettatore negli abissi oscuri dell’animo umano dove l’interesse personale diventa la causa scatenante di ogni azione. Dopo il debutto nazionale al Teatro La Pergola di Firenze, lo spettacolo della Compagnia Glauco Mauri-Roberto Sturno prodotto in collaborazione con il Teatro della Toscana-Teatro Nazionale arriva a Roma segnando l’inizio di una lunga tournée in tutta Italia. In scena fino al 17 febbraio. Biglietti da 15 € a 35 €, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00, mercoledì e domenica ore 17.00, biglietteria tel. 06.83510216, Vivaticket, 892234, info su www.teatroeliseo.com.