Un gruppo di amici riuniti a cena pronti a trasformarsi in cattivi senza scrupoli per pensare solo alla propria sopravvivenza: La cena delle belve di Vahé Katchà che debutta al Teatro Quirino di Roma da stasera, 19 febbraio (in scena fino al 3 marzo) è una commedia nera dove l’ironia riesce a stemperare un clima drammatico tratteggiando con con uno sguardo cupo un’accurata indagine sulla natura dell’animo umano.
Il pluripremiato spettacolo di Vahè Katchà che in Francia ha conquistato tre Premi Molières (come migliore spettacolo privato, migliore adattamento e messa in scena) arriva a teatro nell’elaborazione drammaturgica di Julien Sibre che insieme a Virginia Acqua cura anche la regia associata.
La versione italiana di Vincenzo Cerami, del 2013, è l’ultima fatica dell’autore prima della sua scomparsa: il progetto risale infatti 2010 quando il produttore (per Ginevra Media Production e qui anche attore) Gianluca Ramazzotti resta folgorato dal testo francese dal “potere drammaturgico del testo e dalla grande immedesimazione del pubblico verso una storia così dura, trattata con profondità ed ironia”, nella capacità del testo di unire alla leggerezza la cupezza, l’ironia al dramma. Ma ha bisogno di una traduzione adatta e di un cambio del contesto storico adeguato nel passaggio dalla Francia all’Italia occupata dai tedeschi, nel 1943.
Il testo di Katchà tra l’altro è anche una sua sceneggiatura scritta con Christian-Jaque, Henry Jeanson, Claude Marcy per Il pasto delle belve, film del 1964 di Jaque, ma la versione italiana curata da Cerami ha la peculiarità di restituire l’anima dei personaggi a un gusto tutto italiano adattando ogni singola sfumatura e piccolo passaggio al nostro contesto storico.
Tutto continua a svolgersi all’interno di una claustrofobica sala da pranzo dove un gruppo eterogeneo di sette amici, festeggiano il compleanno di uno di loro: ci sono un libraio e sua moglie, un reduce di guerra, un medico con malcelate simpatie naziste, una giovane legata alla Resistenza, un omosessuale cinico, un affarista collaborazionista. Ma l’uccisione di due ufficiali tedeschi e l’annuncio della rappresaglia della Gestapo, cambia radicalmente il clima: ognuno, per istinto di sopravvivenza, lascia emergere il peggio di sé in un gioco al massacro che mostra la natura umana in tutta la sua complessità.
Nutrito il gruppo di attori che offre la galleria di personaggi che lasciano emergere il meglio e il peggio dell’animo umano nel corso della Storia, Marianella Bargilli (Sofia), Francesco Bonomo (Pietro), Maurizio Donadoni (Andrea), Ralph Palka (Her Komandant Kaubach), Gianluca Ramazzotti (il dottore), Ruben Rigillo (Vittorio), Emanuele Salce (Vincenzo), Silvia Siravo (Francesca).
Inevitabile l’immedesimazione con i personaggi perché ciascuno viene condotto a chiedersi: che cosa farei io al loro posto? In scena dal 19 febbraio al 3 marzo, prezzi da 12 a 34 euro, info botteghino 06.6794585, mail biglietteria@teatroquirino.it, info quirino.it.