Paul Dukas “L’apprendista stregone”, Poema sinfonico
Igor Stravinskij “Petruška” (versione 1947)
Nikolaj Rimskij-Korsakov “Shéhérazade” op. 35
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Violino Nicolai Freiherr von Dellingshausen
Direttore Jader Bignamini
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L’apprendista stregone, Petruška e Shéhérazade: tre personaggi che hanno ispirato tre grandi compositori per altrettanti racconti musicali. A condurre questo programma all’insegna della fantasia sarà Jader Bignamini, direttore residente dell’Orchestra Verdi che venerdì 15 marzo (ore 20.00) e domenica 17 marzo (ore 16.00) torna sul podio dell’Auditorium di largo Mahler dopo una serie di importanti impegni che lo hanno visto protagonista della ribalta internazionale: dal debutto alla Staatsoper di Vienna con Madama Butterfly a La Forza del Destino diretta a Francoforte; dal Festival di Santa Fé, al Teatro Massimo di Palermo, dalla Dallas Symphony Orchestra alla Houston Symphony Orchestra. Ma i concerti con l’Orchestra Verdi hanno sempre il sapore di un “ritorno a casa”: qui infatti il Maestro ha debuttato ventun’ anni fa come primo clarinetto con un percorso che lo ha visto passare dalle file dell’orchestra al podio. Per questo doppio appuntamento il Maestro propone insieme all’Orchestra Verdi di cui oggi è direttore residente, tre fiabe musicali capaci, con la loro forza evocativa, di risvegliare l’immaginazione del pubblico di ogni età. Si comincia con l’”Apprendista stregone”, poema sinfonico di Paul Dukas ispirato da una ballata di Goethe, alla cui notorietà ha contribuito anche il film Fantasia di Walt Disney; si prosegue con la suite “Petruška” il personaggio russo del teatrino delle marionette protagonista del balletto omonimo composto da Igor Stravinskjii per concludere con la suite “Shéhérazade” di Nikolaj Rimskij-Korsakov, influenzato dall’atmosfera esotica di “Le mille e una notte”, in cui il personaggio della principessa è interpretato dal violino, qui affidato a Nicolai Freiherr von Dellingshausen, prima parte dell’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.
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Venerdì 15 marzo 2019, ore 20.00
Domenica 17 marzo 2019, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
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Programma
Paul Dukas (1865 -1935) “L’apprendista stregone”, Poema sinfonico
Eseguito la prima volta il 18 maggio 1897 a Parigi, diretto dallo stesso Paul Dukas, L’Apprenti sorcier si ispira a una ballata di Goethe (Der Zauberlehrling. 1707) il quale, a sua volta, si era rifatto a un dialogo dello scrittore greco Luciano (II sec d.C.). La storia è quella di un apprendista stregone che approfitta dell’assenza del maestro per animare con una formula magica una scopa perché riordini la bottega al posto suo. Ma a un certo punto la situazione gli sfugge di mano, l’attrezzo è così zelante da mettere tutto a soqquadro e l’apprendista non riesce a fermarla perché ha dimenticato la formula giusta. L’acqua minaccia ormai di allagare il laboratorio quando lo stregone ritorna, giusto in tempo per evitare la catastrofe.
Il compositore francese, grande ammiratore di Wagner e Debussy, è considerato uno dei compositori più perfezionisti della storia, ipercritico nei confronti delle sue opere, capace, in un’intera vita di lavoro, di licenziare solo una dozzina di partiture, distruggendone, pare, molte altre che non riteneva all’altezza. D’altronde Dukas era anche un critico musicale. Insegnò a lungo al Conservatorio di Parigi, prima insegnando orchestrazione e poi, dal 1928, composizione (il suo migliore allievo fu senz’altro Olivier Messiaen). La sua musica, più legata all’eredità wagneriana e segnata da un suono sontuoso e lussureggiante come la musica russa di fine Ottocento, lo fece considerare un autore lontano dal nuovo clima musicale creato da Debussy, Stravinskij, Schönberg, Bartók dei quali era buon amico. La composizione è strutturata secondo lo schema classico della forma-sonata e si avvale delle movenze dello scherzo, che si riferisce allo spirito del brano, in quanto la forma è quella tipica del poema sinfonico di Liszt.
L’apprendista stregone, del 1897, è senza dubbio il suo brano più celebre inserito nell’episodio più famoso (con Topolino come protagonista) del film d’animazione Fantasia, prodotto da Walt Disney nel 1940, e, per la cronaca, detiene il primato di esser stato il primo lavoro con destinazione cinematografica inciso in stereofonia (Stokowski, il celebre direttore che firmò la colonna sonora del film, lo registrò con alcune sovraincisioni, per ottenere l’effetto, all’epoca pionieristico).
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Igor Stravinskij “Petruška” (versione 1947)
L’opera si ispira a una storia della tradizione russa popolare. Durante la settimana grassa nella piazza dell’Ammiragliato a Pietroburgo, arriva un teatrino di marionette. Lo spettacolo ha per protagonisti tre personaggi: la bella Ballerina, l’aitante e burbero Moro e lo sconsolato Petruška, innamorato della ballerina, che gli preferisce il Moro. Nel tentativo di ostacolare un loro incontro amoroso Petruška si attira le ire del Moro che lo rincorre nella piazza di Pietroburgo uccidendolo a colpi di scimitarra di fronte agli sconcertati passanti. La scena sembra così reale che il pubblico ne è impressionato. Il burattinaio li rassicura: si tratta solo di marionette, ma sullo sfondo della piazza compare il fantasma Petruška…
Mentre nel 1910 lavorava a La Sacre du printemps, Stravinskij aveva iniziato ad abbozzare un brano per pianoforte e orchestra intitolato “Le cri de Petruška”. L’impresario di balletto Diaghilev, entusiasta del brano, gli chiese di trarne la musica per un balletto. La partitura fu ultimata nel maggio del 1911 e la prima andò in scena il 13 giugno 1911 al Théâtre du Châtelet di Parigi con i ballerini Nijinski e Karasavina la coreografia di Michel Fokine, le coloratissime scenografie di Alexandre Benois, e con Pierre Monteux sul podio.
L’intersecarsi dei personaggi sulla piazza con quelli del teatrino, la dimensione del metateatro, l’atmosfera festosa che acutizza il dramma personale, costituirono meccanismi molto efficaci per dare sostanza drammatica alla vicenda. L’idea delle emozioni imprigionate nel corpo di una marionetta suggerì anche a Stravinskij l’uso di materiali musicali di tipo meccanico, ripetitivi, il gusto per sonorità aspre, dissonanti, percussive, facendolo approdare ad un linguaggio musicale assai più moderno e antiromantico rispetto a quello dell’Uccello di fuoco, e lontano da ogni suggestione esotica e favolistica. Nella partitura di Petruška Stravinskij intesse insieme una grande varietà di motivi, stilisticamente assai diversi, e sempre atomizzati, privi di ramificazioni, montati come in un collage: la musica da fiera, popolaresca e sfrenata, echi di canzonette e di marce, valzer e polke, musiche da cabaret e temi bandistici, in uno straniante caleidoscopio sonoro.
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Nikolaj Rimskij-Korsakov “Shéhérazade” op. 35
Shéhérazade è una suite sinfonica ispirata dalle seducenti immagini dei racconti de Le mille e una notte, che ha fatto guadagnare al suo autore, sin dalla prima esecuzione nel 1888, il titolo di orchestratore geniale.
L’ispirazione letteraria per il capolavoro Rimskij-Korsakov è una raccolta di racconti popolari provenienti da Egitto, India e Persia e che include storie risalenti a più di mille anni fa e la cui fama iniziò nel 1704 in Francia e contribuì alla crescita delle turqueries: un interesse per la cultura, l’arte e lo stile dell’impero ottomano-turco. Per la maggior parte degli europei, che non avrebbe mai sperimentato l’Oriente in prima persona, questi racconti fornirono una lente colorata ed esotica attraverso la quale immaginare le meraviglie dell’Oriente.
I musicisti della scuola nazionale russa, con l’eccezione di Musorgskij, fecero ampio uso dell’orientalismo per rimarcare la loro specificità rispetto ai musicisti dell’Europa occidentale e anche Rimskij-Korsakov, nato a Tichvin, a est di San Pietroburgo, nel 1844, avviato alla carriera della Marina Russa secondo la tradizione familiare, ha saputo trovare nella fiaba – e nella possibilità di rivestirla dei colori e di un tessuto orchestrale scintillante, pieno d’impasti sonori – il suo spazio vitale, la sua ragione di musicista. L’occasione gli venne appunto dalla raccolta delle “Mille e una notte”, che l’arabista francese Jean-Antoine Galland (1646-1715) trasse da un manoscritto trovato in una biblioteca araba e integrato da altre favole della tradizione orale. La raccolta narra del Sultano Sahriar che ha giurato di far uccidere ciascuna delle sue mogli dopo che avrà trascorso la prima notte con lui. Shéhérazade, figlia del Gran Visir, eccita il suo interesse con i racconti che gli narra durante mille e una notte: il sultano rimanda così l’esecuzione di giorno in giorno, finché lascia cadere il crudele proposito. Lo stesso Rimskij-Korsakov precisa nelle memorie: “Il programma che mi ha guidato nella composizione di Shéhérazade consiste in episodi separati tra loro: il mare e il vascello di Sinbad, il racconto fantastico del principe Kalender, il figlio e la figlia del re, la festa di Bagdad e i vascelli che s’infrangono su una roccia. Il legame è costituito da brevi introduzioni alla prima, alla seconda e alla quarta parte, e da un intermezzo nella terza scritti per violino solo, che rappresentano Shéhérazade mentre narra al terribile sultano i suoi racconti meravigliosi.” È ancora Rimskij-Korsakov ad accompagnarci nella magia della fiaba: “Componendo Shéhérazade non intendevo orientare l’ascoltatore dalla parte dove si era diretta la mia fantasia. Volevo semplicemente che avesse, se la mia musica sinfonica gli piaceva, la sensazione di un racconto orientale, non soltanto di quattro pezzi suonati l’uno dopo l’altro su temi comuni. […] Questa composizione e altre conclusero un periodo in cui la mia orchestrazione aveva raggiunto un grado notevole di virtuosismo e di sonorità chiara, senza influenze wagneriane».
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Biografia
Jader Bignamini, direttore
Direttore residente dell’Orchestra Sinfonica LaVerdi di Milano.
Dopo essere stato scelto nel ’98 dal Maestro Riccardo Chailly come clarinetto piccolo dell’Orchestra Sinfonica laVerdi di Milano, inizia il suo percorso all’interno dell’Istituzione che lo vedrà passare dall’Orchestra al podio, fino ad essere nominato nel 2010 Direttore Assistente e dal 2012 Direttore Associato. Negli stessi anni avvengono i debutti ufficiali nel repertorio sinfonico con la Quinta di Mahler, mentre per l’opera con Andrea Chenier di Umberto Giordano e Carmen di George Bizet, che segnano l’inizio della sua carriera internazionale. Nel 2013 Bignamini inaugura il Festival Verdi di Parma con Simon Boccangra e immediatamente dopo questa prima significativa esperienza diviene ospite a livello internazionale di numerosi istituzioni in Italia e all’estero: il Teatro dell’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Regio di Torino, il Rossini Opera Festival di Pesaro, Il Festival di Martinafranca e all’estero a Francoforte, New York, Los Angeles, Toronto, Mosca, Tenerife, in Giappone e in Sud America.Il vasto repertorio sinfonico rappresenta la sua ecletticità come direttore con i grandi autori in ambito russo, tedesco e austriaco quali Čajkovskij, Glinka, Musorgskij, Rimskij-Korsakov, Prokof’ev, Stravinskij, Brahms, Beethoven, Strauss e Mahler, senza tralasciare i francesi Debussy e Ravel, e ovviamenti gli italiani Respighi, Paganini e Vivaldi. Collabora con solisti di primo piano quali Maximilian Hornung, Kian Soltani, Joshua Roman, Isabelle Faust, Karen Gomyo, Francesca Dego, Natasha Korsakova, Kolya Blacher, Lylia Zilberstein e Sergei Babayan. Nel 2013 ha anche l’occasione di fare da assistente al M° Riccardo Chailly per l’VIIIa Sinfonia di Mahler. Fra i successi dell’ultima stagione in ambito operistico, Madama Butterfly al Metropolitan di New York e alla Staatsoper di Vienna, i concerti di gala al Festival di Salisburgo, allo Schleswig-Holstein Music Festival di Lubecca con l’orchestra Radiophilharmonie di Hannover e alla Royal Albert Hall di Londra. Dirige anche Trovatore al Teatro dell’Opera di Roma e a Francoforte, Manon Lescaut al Bolshoi di Mosca con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov per la prima assoluta del titolo in Russia e con la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Puritani al Festival di Montpellier e al Teatro Massimo di Palermo e Don Carlo all’Opera di Tenerife. Per il repertorio sinfonico nell’ultima stagione da segnalare i debutti con orchestre quali: San Diego Symphony, Detroit Symphony, Milwaukee Symphony, Yomiuri Nippon Symphony, Osaka Philharmonic e Lubijana Philharmonic Orchestra. Bignamini dirige il primo tour asiatico del soprano Anna Netrebko e del tenore Yusif Eyvazov a Hong Kong, Seoul, Taipei, Tokyo e Nagoya e la scorsa estate il tour sud americano in Cile, Brasile, Perù, Argentina, in Florida e Dubai. Subito dopo torna nuovamente in Giappone in tournée con il Teatro dell’Opera di Roma per dirigere la Traviata con la regia di Sofia Coppola e i costumi di Valentino. La sua carriera, in costante ascesa sia in ambito operistico che sinfonico, questa stagione lo vede ospite di importanti teatri e istituzioni in Europa e all’estero quali il Neue Oper di Francoforte per una nuova produzione di Forza del destino, Dutch National Opera di Amsterdam per Madama Butterfly e dopo il successo di Rigoletto nel 2015 il ritorno al Festival di Santa Fe in New Mexico per La Bohème la prossima estate in attesa di preparare il suo debutto con l’opera russa con Eugene Onegin. Il prossimo anno tornerà poi sul podio della Canadian Opera Company a Toronto per una nuova produzione di Aida e per concerti sinfonici con la Toronto Symphony Orchestra per poi debuttare con la Dallas Symphony Orchestra e con la Houston Symphony Orchestra. Il maestro ha da poco terminato di incidere un cd dedicato al Belcanto con il soprano Marina Rebeka per l’etichetta americana Prima Record oltre che arie d’opera con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov per la Deutsche Grammophon. Da gennaio 2017 Jader Bignamini è testimonial e face brand di Etalon Sound: http://etalonsound.com/about-us.html#methods