Johannes Brahms Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77
Anton Bruckner Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore “Romantica”
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Violino Liza Ferschtman
Direttore Claus Peter Flor
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Due capolavori dell’ultimo gloriosa stagione romantica di Vienna; due compositori, Johannes Brahms e Anton Bruckner protagonisti di un’accesa querelle tra sostenitori di due visioni musicali diverse. Da questa contrapposizione nascono così, tra il 1874 e il 1878 i due capolavori di folgorante bellezza che l’Orchestra Verdi diretta da Claus Peter Flor esegue per nell’ultimo weekend di marzo; il Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77 Johannes Brahms e la Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore “Romantica“ di Anton Bruckner. Giovedì 28 (ore 20.30), venerdì 29 ( ore 20.00) domenica 31 marzo (ore 16.00) il palco dell’Auditorium di largo Mahler, insieme all’Orchestra Verdi e al suo direttore musicale Flor ospita la violinista olandese Liza Ferschtman, esaltata dal New York per l’“intensità, la purezza e la bellezza raffinata del suo modo di suonare”.
Se il concerto per violino scritto per l’amico Joseph Joachim nasce in un momento di speciale felicità artistica di Brahms, ottenendo da subito un grande successo, la quarta sinfonia di Bruckner, concepita in un momento di grande difficoltà economica e soggetta a infinite revisioni, non ebbe immediato successo. Ma in comune le due composizioni hanno la forza del capolavoro assoluto e senza tempo, con un incanto che l’Orchestra Verdi, la direzione sensibile di Claus Peter Flor e il talento della Ferschtman, contribuiranno a esaltare.
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Conferenza introduttiva
Giovedì 28 marzo ore 18.00 – Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo – Largo Mahler – foyer primo piano
“Bruckner romantico”
Relatore Matteo Marni
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Giovedì 28 marzo 2019, ore 20.30
Venerdì 29 marzo 2019, ore 20.00
Domenica 31 marzo 2019, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
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Programma
Johannes Brahms Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77
Il Concerto in re maggiore op. 77 per violino fu composto da Brahms a quarantacinque anni nell’estate del 1878 a Pörtschach, un ridente villaggio della Carinzia caro ai soggiorni estivi del compositore che stava vivendo una delle sue più tranquille e feconde stagioni creative. Il concerto rappresenta il culmine dell’amicizia tra il compositore e il violinista Joseph Joachim al quale il concerto era destinato. Poche righe del 21 agosto 78 rivelano in Brahms il desiderio di cointeressare l’illustre violinista alla prima nascita del Concerto: “Caro amico, vorrei mandarti un certo numero di passaggi per violino … mi domando se non sei tanto sprofondato in Mozart e forse in Joachim stesso, da poter disporre di un’oretta per guardarli.”
Il primo gennaio 1879 lo stesso Brahms ne diresse la prima esecuzione al Gewandhaus di Lipsia, avendo per solista, com’era ovvio, Joachim. Prima che fosse data alla stamperia la partitura, a lui dedicata (ottobre ’79), Joachim fu ancora richiesto di pareri; a testimonianza della fiducia di Brahms per l’amico resta la cadenza del primo movimento, di mano di Joachim stesso: e dev’esser stata l’ultima volta, nella storia del Concerto per strumento solista e orchestra, che un compositore abbia lasciato la cadenza in bianco come ai tempi di Mozart, per lasciare libero l’interprete di eseguirla come meglio gli convenisse.
La prima esecuzione pubblica fu accolta con inaspettata freddezza con un pubblico sconcertato per l’ardita concezione della composizione tesa a oltrepassare la moda del concerto virtuosistico per mirare a una più solida coesione tra strumento solista e orchestra. Nonostante l’impegno divulgativo di Joachim e dei suoi allievi l’opera entrò stabilmente in repertorio solo al termine del secolo grazie soprattutto alle lettura e di violinisti destinati a diventare leggendari come Ysaye e Hubermabnn, Enescu e Kreisler capaci di traghettare l’opera nel pieno del ventesimo secolo imponendone i reali valori estetici , con una melodia ampia e regolare, naturale mezzo espressivo di una tranquilla e placida poesia capace di generare al suo interno un numero elevatissimo di raffinate ed energiche idee tematiche. Anche il rapporto tra solista e orchestra è rivisto alla luce delle esigenze estetiche del compositore e si muove quindi controcorrente rispetto ai clichè ottocenteschi: per lui il virtuosismo non è mai fine a se stesso e l’orchestra non appare relegata a una funzione di accompagnamento qualificandosi come interlocutore al pari del solista.
E al pari del Secondo concerto per pianoforte, che lo segue di pochi anni (1881), il Concerto per violino dimostra di essere il frutto di un momento di speciale felicità artistica. Una delle garanzie prime del fascino irripetibile che è proprio del Concerto per violino è infatti il senso di tranquillità formale che in esso si respira quasi ininterrottamente: pressoché assenti essendo da questo lavoro i segni della fatica compositiva che costellano tante pagine di Brahms, anche e soprattutto fra le maggiori. Equilibrio e fantasia sono le strutture portanti di questo capolavoro.
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Anton Bruckner Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore “Romantica”
Anton Bruckner scrisse la sua Quarta Sinfonia a Vienna nel 1874. I quindici anni successivi videro nascere un’intricata serie di revisioni e modifiche (alcune delle quali estranee alla volontà del compositore) che confusero e disorientarono esecutori, storici e studiosi bruckneriani. Soltanto nel 1953, con la pubblicazione dell’edizione critica di Leopold Nowak, la storia delle versioni della Sinfonia divenne chiara
Il 20 febbraio 1881 Hans Richter a capo dei Wiener Philharmoniker diresse questa versione della Sinfonia; ma dopo questa data Bruckner mise mano ancora alla partitura. Conclusi gli aggiustamenti nel giugno 1880, la Sinfonia potè finalmente essere presentata nel Musikvereinsaal della capitale austriaca, il 20 febbraio 1881, in un concerto dei Filarmonici di Vienna diretto da Hans Richter. Il successo della prima non servì ad arrestare la complessa e intricata storia delle rielaborazioni della Sinfonia, che proseguì con altri ritocchi per esecuzioni successive dirette da Felix Motti (nel dicembre 1881 a Karlsruhe, prima esecuzione di un lavoro sinfonico di Bruckner in Germania) e da Anton Seidl. La prima edizione a stampa, curata da Ferdinand Löwe e ritoccata nella strumentazione con il consenso dell’autore, venne pubblicata nel 1889.
La Quarta Sinfonia di Bruckner costituisce indubbiamente uno snodo fondamentale sia nella produzione musicale che nella stessa vita del compositore austriaco, incalzato a metà degli anni Settanta da incertezze e difficoltà. Ciononostante, proprio l’opera partorita in questo clima di angosciosa instabilità si rivelerà, dopo numerose traversie, il suo primo successo in una esecuzione pubblica, contribuendo ad avviarlo verso un consolidamento della propria situazione professionale ed economica (cosa che avverrà solo con il successo della Settima Sinfonia, all’età di 60 anni). Tra le undici Sinfonie portate a termine da Anton Bruckner, la Quarta Sinfonia “Romantica” oltre ad essere la più eseguita insieme alla Settima, è l’unica a portare un titolo di carattere descrittivo voluto dall’autore; furono gli amici e gli intimi di Bruckner a insistere perché lo stesso autore fornisse delle indicazioni programmatiche alla Sinfonia, che sono piuttosto generiche ma aiutano l’ascoltatore a entrare nel giusto clima musicale: una città medievale, l’alba, il richiamo delle trombe, il galoppo dei cavalieri nella foresta (Primo movimento); una marcia funebre (Secondo movimento); una caccia alla lepre seguita dal pranzo dei cacciatori (Terzo movimento); una festa popolare (prima versione del quarto movimento, poi completamente riscritto).
Gli anni in cui nasce la Quarta Sinfonia coincidono anche con l’epoca in cui si sviluppa l’accesa querelle tra i paladini di Bruckner (e indirettamente di Wagner) e quelli di Brahms, vicenda nella quale il compositore austriaco si trovò in una posizione di sofferente soggetto passivo, la sua colpa consistendo esclusivamente nell’adesione pubblica alla poetica wagneriana. Questa professione di fede, culminata poi nella dedica della Terza Sinfonia e riflessa nelle profferte di stima e affetto dell’autore del Tristan, aveva reso Bruckner inviso a Eduard Hanslick, il più potente e autorevole fra i critici viennesi, che pure inizialmente gli aveva mostrato simpatia e dispensato incoraggiamenti.
Oltre a deriderne sarcasticamente le prime Sinfonie, fu lo stesso critico a ostacolare a più riprese la carriera del compositore, come quando nel 1875, appena terminata la Quarta Sinfonia, fece in modo che fosse respinta la richiesta di un incarico all’Università di Vienna, impiego che avrebbe puntellato una situazione economica piuttosto critica.
Nel 1887, dopo anni e anni dall’inizio della composizione, Bruckner compì una quarta e definitiva revisione, che lo stesso Richter diresse il 22 gennaio 1888 a Vienna, insieme con il Te Deum, con successo ancor maggiore rispetto all’esecuzione di sette anni prima. Un altro trionfo si ebbe a Monaco nel ’90: poi la Romantica divenne cavallo di battaglia di direttori prestigiosi come Mahler e Weingartner, e la sua sempre crescente fortuna rallegrò gli ultimi anni di Bruckner.
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Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
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Biografie
Liza Ferschtman, violinista
Figlia di eminenti musicisti ebrei russi, Liza è cresciuta in un ambiente musicale e da bambina ha preso le sue prime lezioni di violino dal leggendario violinista e amico di famiglia, Philip Hirschhorn. Dopo la sua morte ha studiato con Herman Krebbers, Ida Kavafian al celebre Curtis Institute of Music di Philadelphia e David Takeno a Londra. Dopo aver vinto l’Dutch Music Award, il premio più illustre per i musicisti olandesi, nel 2006 Liza è apparsa come solista con molte delle migliori orchestre del mondo, tra cui la Royal Concertgebouw Orchestra, la London Philharmonic, la Dallas Symphony Orchestra, la Budapest Festival Orchestra, la Warsw Philharmonic e Brussels Philharmonic, collaborando con direttori come Jaap van Zweden, Iván Fischer, Stéphane Denève, Jacek Kaspszyk, Jun Märkl, Frans Brüggen, Neeme Järvi, Otto Tausk, Dmitry Sitkovetsky e Thomas Søndergård. Liza Ferschtman è anche un’appassionata musicista da camera e un ospite popolare in festival e concerti in tutto il mondo. Dal 2007 è direttore artistico del Delft Chamber Music Festival, un festival di fama internazionale che invita ogni estate musicisti di fama mondiale a presentare un programma accattivante e fortemente tematico. I partner di musica da camera di Liza Ferschtman includono Elisabeth Leonskaja, Jonathan Biss, Alisa Weilerstein, Christian Poltera, Julius Drake, Martin Roscoe, Nobuko Imai, Lars Anders Tomter, Marie Luise Neunecker, Sharon Kam e Amihai Grosz. Il suo debutto alla Wigmore Hall con Roman Rabinovich nel dicembre 2017 ha ricevuto ottime recensioni, tra cui 5 stelle in The Independent.
Rinomata per la sua forte personalità musicale e la versatilità della sua musicalità, che combina un potente dinamismo e un intenso lirismo, Liza Ferschtman è stata elogiata dalla stampa musicale internazionale, con il New York Times che la descrive come “a dir poco rivelatrice” e riferendosi all’ ‘”intensità laser, la purezza e la bellezza raffinata del suo modo di suonare”, mentre The Guardian encomiava la sua “vivace personalità musicale” e la “bella Qualitàlirica”.
Liza Ferschtman ha una discografia impressionante. I suoi CD con l’etichetta Challenge presentano concerti di violino di Beethoven, Dvořák, Mendelssohn, Korngold e Bernstein (Serenade). Ha anche registrato musica da camera su CD, tra cui l’ottetto di Mendelssohn, opere di Schubert e Beethoven eseguite con Inon Barnatan e il duetto Kodaly, Ravel e Schulhoff in cui si esibisce con suo padre, il violoncellista Dmitri Ferschtman. Il CD di Liza con opere solistiche di Bach e Ysaÿe è stato scelto come “CD del mese” dalla rivista The Strad. Anche la sua ultima registrazione (Korngold Concerto e Bernstein Serenade) è stata acclamata dalla stampa internazionale.
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Claus Peter Flor, direttore
Direttore musicale dell’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.
Riconosciuto a livello mondiale quale direttore dall’istintivo ed incisivo talento musicale, Claus Peter Flor ha costruito una prestigiosa carriera internazionale.
È apprezzato per la sua competenza e per l’interpretazione del repertorio austro-tedesco (Bruckner, Mahler, Strauss, Brahms, Schumann e Mendelssohn), delle opere di Shostakovich ed ha una particolare affinità con il repertorio ceco di Dvorak e Suk di cui ha inciso molti brani durante il suo incarico di Direttore Principale della Malaysian Philharmonic. Il M° Flor ha iniziato la sua carriera musicale studiando violino nella sua città natale e a Weimar, prima di concentrarsi sulla direzione d’orchestra con Rolf Reuter ed in seguito con Rafael Kubelik e Kurt Sanderling.
Nel 1984 è stato nominato General Music Director della Konzerthausorchester di Berlino, attivando allo stesso tempo regolari collaborazioni con le altre principali orchestre tedesche: la Gewandhaus di Lipsia e la Staatskapelle di Dresda. Nel 1988 ha debuttato con la Filarmonica di Berlino, dove è poi tornato in altre due occasioni. Nel corso della sua carriera ha ricoperto diverse posizioni presso un gran numero di importanti orchestre: la Philharmonia Orchestra, la Dallas Symphony Orchestra, la Zürich Tonhalle Orchestra e la Malaysian Philharmonic. Prima di diventare Direttore Principale della Malaysian Philharmonic Orchestra dal 2008 al 2014.
Su invito personale di Riccardo Chailly (all’epoca Direttore Principale) Claus Peter Flor è stato nominato Direttore Ospite Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi (2003-2008), con la quale ha svolto un intenso lavoro di approfondimento sul repertorio dell’Europa centrale. Il lungo rapporto con l’orchestra milanese culmina con la nomina a Direttore Musicale a partire da gennaio 2018. Nelle stagioni più recenti ha ottenuto importanti consensi di pubblico e di critica dirigendo la London Symphony Orchestra (Sinfonia n.4 di Bruckner) e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma con un programma tutto dedicato a Mozart.
Nella stagione 15/16 il M° Flor è stato nuovamente invitato dalla Tonkünstler Orchestra con concerti al Festival di Grafenegg, dalla Singapore Symphony Orchestra e dalla Osaka Philharmonic. Importanti appuntamenti nella stagione 16/17 e in quella successiva includono concerti in Europa con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, la RAI di Torino, la Het Gelders Orkest e la RTE National Symphony, in Asia (Giappone e Cina) e negli Stati Uniti (Aspen). Come direttore d’opera, il M° Flor mantiene una stretta collaborazione con il Theatre du Capitole di Tolosa. Nella scorsa stagione ha diretto una ripresa di Faust di Gounod e Tristan und Isolde di Wagner. Nel corso della sua lunga collaborazione con il Theatre du Capitole, Claus Peter Flor ha diretto diversi titoli d’opera tra cui Madama Butterfly di Puccini, Die Zauberflöte di Mozart, Hansel und Gretel di Humperdinck. Tornerà nella prossima stagione per una nuova produzione de Le Prophète di Meyerbeer e Die Walküre di Wagner. Precedenti collaborazioni in ambito operistico includono una produzione di Siegfried di Wagner con la regia di David McVicar all’Opera di Strasburgo ed un elevato numero di titoli presso la Staatsoper Berlin, la Deutsche Oper Berlin e nei teatri di Monaco, Dresda, Amburgo e Colonia. Ha diretto Le Nozze di Figaro di Mozart e Die Meistersinger di Wagner al teatro La Monnaie di Brussels, portando l’opera wagneriana in tournée a Tokyo, Die Zauberflöte di Mozart alla Grand Opera di Houston, Euryanthe di Weber alla Netherlands Opera con la Royal Concertgebouw Orchestra e La Bohème di Puccini alla Dallas Opera. Claus Peter Flor ha un’estesa e variegata discografia, che include una serie di incisioni con la Bamberg Symphony dedicate a Mendelssohn che sono state particolarmente apprezzate e che Sony/BMG ha recentemente deciso di ripubblicare. Tra le incisioni effettuate con la Malaysian Philharmonic per la casa discografica BIS vanno certamente menzionate la Asrael Symphony di Suk (2009) e le Sinfonie n.7 e n.8 di Dvorak (2012).