Storie di uomini e donne non arresi, positivi, resistenti, in grado di stare in piedi anche nelle avversità. Si apre con tre spettacoli che parlano all’animo umano la nuovissima stagione deSidera al Rosetum, diretta artisticamente da Giacomo Poretti.
Sarà il Teatro de Gli Incamminati, dopo aver già preso casa allo Spazio Banterle, a gestire per i prossimi tre anni una stagione teatrale al Teatro Rosetum ampliando così la propria presenza nella città di Milano. E mentre allo Spazio proseguirà il percorso dedicato alla “parola agita” tra letteratura, teatro e poesia, al Rosetum si articoleranno nuove proposte sia produttive che di ospitalità.
Il progetto – deSidera al Rosetum – prende il nome dal fortunato festival bergamasco, che da diversi anni il Teatro de Gli Incamminati e l’Associazione InAtto realizzano con un’attenzione particolare alle nuove realtà emergenti e alla ricerca di legami sul territorio.
La gestione artistica – che diventerà ufficiale nella stagione 2019/2020, si aprirà il 18 marzo con il debutto di Francesco e il Sultano, nuova produzione Teatro de Gli Incamminati, vincitore di NEXT 2018, ispirato allo storico incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano di Egitto Malik Al-Kamil, primo profetico dialogo interreligioso (da lunedì 18 a giovedì 21 marzo, ore 21.00). In scena un cortocircuito tra ieri e oggi, tra integralismi e spiritualità, tra umanità e potere, tra individuo e società, tra realtà e video, in grado di aprire nuovi scenari e nuovi spunti di riflessione, ribaltando prospettive consolidate.
Si continua lunedì 15 aprile con la lettura scenica de La Passione secondo i nemici. Erode/Pilato/Caifa, testo di Luca Doninelli, regia di Paolo Bignamini, con Mario Cei, Antonio Rosti e Andrea Soffiantini. Ad essere raccontata è la sacra rappresentazione di un evento attraverso le voci dei tre testimoni oculari, responsabili dei fatti che essi stessi narrano: l’arresto, il processo, il supplizio e la morte e resurrezione di Gesù Cristo. Una dopo l’altra entrano in scena tre figure universali: Pilato rappresenta il potere imperiale, Erode il potere politico locale e Caifa il potere religioso.
Chiuderà questo assaggio di stagione lunedì 13 e martedì 14 maggio Litigardanzando di Giacomo Poretti anche in scena con la psicoterapeuta Daniela Cristofori per provare a spiegare (cercando d’imparare) l’arte del litigio, attraverso la lettura di brani divertenti alternati a interventi comici.
Tre spettacoli che ben sintetizzano la poetica e la linea artistica della nuova gestione che entrerà nel vivo ad ottobre 2019 con la presentazione di un’intera stagione a firma Teatro de Gli Incamminati, compagnia fondata da Giovanni Testori negli anni Ottanta e oggi rappresentata tra gli altri da Franco Branciaroli e Luca Doninelli.
Quando i nostri amici Luca Doninelli e Gabriele Allevi hanno iniziato a raccontarci, in consiglio di amministrazione, di quanto stava maturando con Giacomo Poretti, ci siamo tutti trovati concordi nel coinvolgerci in questa avventura. Giacomo la definisce folle, aggiungerei coraggiosa e necessaria.
Coraggiosa, perché in un momento in cui parrebbe a chiunque più opportuno tenersi stretto quanto già si ha, gestire quanto si è consolidato in oltre trent’anni di attività, per contro noi rilanciamo e ricominciamo, a partire dagli incontri che accadono. Esattamente come agli inizi di questa storia, nata proprio dall’incontro di alcuni di noi – e Luca Doninelli era tra quelli – con Giovanni Testori.
Necessaria, perché è nella natura degli Incamminati essere sempre in movimento…
E così la nostra Compagnia – sin dalle origini presente in città, con gli spettacoli prodotti e rappresentati nei principali teatri milanesi -, incrementa ancora questa presenza e, dopo la prima casa – Spazio Banterle – presso il Centro Culturale di Milano, prende ora una seconda casa, grazie all’ospitalità del Centro Rosetum.
Confidiamo nell’apprezzamento del pubblico e nel sostegno delle istituzioni: di quanti già ci conoscono e di quanti avranno ora modo di farlo, grazie a questa nuova avventura (folle, coraggiosa e necessaria).
Daniele Filetti
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Un’avventura folle di tre amici – io, Luca Doninelli e Gabriele Allevi – che sulla soglia dei 60 anni, forti della quota 100 del loro entusiasmo e passione per questa città, hanno deciso di prendere in gestione un teatro e lo fanno da dentro un’esperienza storica che è quella di Teatro de Gli Incamminati. Sappiamo che l’offerta a volte supera la domanda e sappiamo che il teatro soffre e che a Milano ci sono già dei teatri straordinari con programmazioni eccellenti. Ma noi pensiamo che di teatri non ce ne siano mai abbastanza, che le voci debbano moltiplicarsi; che in particolare le voci, le provocazioni, i richiami a questa città straordinaria non debbano mancare: come ad un fratello che corre a perdifiato verso l’alto, verso il sole, verso su su, non si sa dove, la sorellina minore debba ricordargli se si è portato con sé, per quel viaggio, tutti i documenti necessari, se si è portato il cuore, se si è portato l’anima, perché poi, da qualche parte, tra i crocevia dell’infinito si può essere fermati da una pattuglia che ci chiederà conto della velocità, della direzione e dello scopo, e quando ci chiederanno patente e libretto non dobbiamo farci trovare impreparati. Il nostro teatro vorrà essere come una sorellina, che chiederà sempre quando stiamo per uscire. “Dove stai andando?”
Giacomo Poretti
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Nel dna del Teatro degli Incamminati c’è un segno, una sorta di marchio a fuoco, che non può essere cancellato e porta il nome di Giovanni Testori. Noi non ci consideriamo eredi esclusivi del genio di Testori che si è riversato sempre di più, anno dopo anno, su tutto il teatro italiano, attraversando le estetiche e i temperamenti artistici più diversi. Il genio ha infatti un solo erede, che è il mondo. Dire Testori significa dire Franco Parenti, Andrée Ruth Shammah, Sandro Lombardi, Valter Malosti, Federica Fracassi e tanti altri. Ma c’è qualcosa di Testori che è toccato specialmente a noi Incamminati, ed è l’irrequietezza, la ritrosia, spesso una certa ombrosità equina che ci ha sempre impedito – anche nei momenti di maggior successo – di procedere col vento in poppa.
Non siamo mai riusciti a dire a noi stessi «ecco, la strada è questa», perché il teatro non è una strada, ma un continuo ricominciare; non è un’estetica ma un’antropologia, quella di chi non si accontenta dell’affresco con cui ci viene dipinto il mondo e scava sotto il mondo, alla ricerca (magari condotta in modo incongruo se non demenziale) delle sue fondamenta. Questo è il marchio di Giovanni Testori.
Ma il nome di Testori è legato, non solo in senso biografico ma anche in senso temperamentale, alla nostra città, che da sempre è viva quando è inquieta, e comincia a morire quando cede alla tentazione della soddisfazione di sé. L’amore per Milano – per la sua anima, come dice Giacomo Poretti – è sempre stato un pungolo per noi, che pure ci siamo votati al destino degli scarrozzanti, dei guitti di giro, e noi siamo grati a Giacomo, l’imprevedibile amico con il quale cominciamo oggi a incrociare i nostri destini, per averci dato l’occasione di condividere la sua passione, il suo amore e anche il suo dolore per il nostro drammatico presente.
Sono tempi difficili nei quali è sconsigliato intraprendere nuove avventure. Ma sappiamo tutti bene che il teatro vive soprattutto nei tempi difficili e proprio perché i tempi sono difficili val la pena fare il teatro.
Luca Doninelli
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C’è qualcosa di originale da dire che ancora manca nel panorama culturale e teatrale metropolitano. Milano ha una manifestazione per tutto, per la moda, per fotografia, per il design, per l’artigianato, per l’antiquariato, ma forse manca ciò che tiene unito tutto questo; un’anima antica e profonda che ha sempre dato solidità e larghezza di vedute alla città. È la ricerca di quest’anima profonda della città che vorrebbe caratterizzare il nostro tentativo. Attraverso il teatro che è lo strumento, insieme alla poesia, più lungimirante e concreto. Non siamo interessati soltanto a un tipo di teatro, ma a una curiosità sull’umano, lontano da schieramenti politici e ideologici e vicino a chiunque di fronte alla realtà, alla storia, agli affetti, rimane intaccato dalla domanda sulla vita. Vorremmo proporre nelle nostre stagioni storie di uomini e donne non arresi, positivi, resistenti; in grado di stare in piedi anche nelle avversità. Sì perché la paura che si sta diffondendo e che ci conduce a chiudere lo sguardo dentro un orizzonte sempre più ristretto, non appartiene a questa città.
Gabriele Allevi
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INFO
DOVE
Teatro Rosetum
Via Pisanello 1, Milano – MM Gambara
ORARIO
Ore 21.00
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BIGLIETTI
Intero 18,00 euro
Ridotto 15,00 euro (under 35, over 65, studenti di teatro e stesse convenzioni valide per lo Spazio Banterle consultabili sul sito www.incamminati.it)
PRENOTAZIONI
Tel. 0248707203
info@rosetum.it