Dal 7 al 10 marzo va in scena al Brancaccino il secondo appuntamento con GOTHIKA, progetto che ha riunito – in esclusiva per il teatro romano – tre monologhi nati nell’officina del Teatro dell’Elfo: un inusuale invito a esplorare le zone più oscure dell’immaginario poetico di tre grandi autori.
Dopo la lettura scenica di Elio De Capitani dal Frankenstein di Mary Shelley, tocca a Ferdinando Bruni affrontare parole di solitudine, follia e oscurità. La suite teatral-musicale Una serie di stravaganti vicende rende omaggio a E. A. Poe, padre indiscusso di ogni terrore letterario e poetico, intrecciando ai suoi versi e ai suoi racconti le musiche composte da Teho Teardo e ambientando il monologo in un flusso di video-proiezioni che circondano e trasfigurano la scena con immagini allucinate.
«Ci sono esistenze alle quali una sola vita non basta», spiegano Bruni e Frongia raccontando la genesi di questo spettacolo. «Persone che trascendono la propria epoca e contaminano con la loro opera le generazioni successive. Gli scritti di Edgar Allan Poe hanno questa capacità miracolosa: chi li legge entra in un gorgo in cui piano piano tutti i sensi sono chiamati a reagire e ci si trova, quasi senza averlo deciso, a esplorare zone della propria mente dove l’ombra è più fitta, ad aprire porte che non si aveva il coraggio di considerare. Un viaggio oltre uno specchio nero, in un paese delle meraviglie al negativo. Paura, ma anche ironia, disperazione, passione e l’inesausta voglia di raccontare storie».
Un materiale perfetto per questa coppia di artisti che sperimenta da anni l’uso scenografico del video e utilizza linguaggi capaci di popolare il palcoscenico di meraviglia e mistero. E un materiale che è divenuto ancora più conturbante grazie all’intervento musicale di Teho Teardo, il cui lavoro, a cavallo fra ‘suono colto e distorsione effettistica’, accompagna la voce di Bruni e le immagini di Frongia in questo viaggio dentro le parole di Poe per farci esplorare i confini, i limiti reali o immaginari delle sue (e delle nostre) ossessioni. «Una suite teatrale/musicale che usa tutte le possibilità degli strumenti multimediali, ma che al tempo stesso evoca l’atmosfera remota, il sentore di fiori squisiti e putrefatti che emana dall’opera di Poe».
«Rinchiuso in un velario funebre di teli semitrasparenti che si fanno schermo per paurose proiezioni video in bianco e nero, Ferdinando Bruni appare scalzo e con ali nere che presto si staccheranno per incombere su di lui nel procedere del racconto-confessione. Ali di corvo, quello della celebre poesia che Bruni, in inglese, scompone in farfugli di sofferenza e delirio in una prova d’attore che, amplificata dal microfono, torna alle performance rock maledette (difatti canta anche, le ballate Annabel Lee e Ulalume) in cui lo ricordiamo anni fa, ad esempio nel Berkoff di Alla greca. Percorso da ombre mosse di onde, uccelli e nuvole, o mentre emerge dall’iride di un occhio buhueliano, è un titano pazzo d’infelicità in una fantasmagoria gotica che, pur proiettando lo spettatore negli abissi dell’anima, gli regala anche, nella composizione roboante e nelle citazioni di tanto cinema delle origini, da Murnau a Méliès, un godimento gustoso da film horror».
Simona Spaventa, la Repubblica
«Darkness, fear, death, grave. Ossessioni incubi, allucinazioni. Edgar Allan Poe muore alcolizzato, in miseria, tra deliri e visioni mostruose. Tutta la sua vita è un tormento continuo: conflitti, incomprensioni, improvvise morti.
Tutto lo sconvolgimento, lo strazio di un’esistenza divorata dall’angoscia affiora nelle parole di Bruni. Magnifica prova. È un attore forse unico nel panorama del nostro teatro: sa essere a volte ironico, leggero, sornione, indolente a volte irruente, passionale, tumultuoso. I suoi monologhi (un esempio per tutti, La tempesta shakespeariana), le sue letture (Dickens, Wilde) sono esempi di rigore, intelligenza e perfetta padronanza. E sorprende tutte le volte. Una lunga storia, la sua, che andrebbe raccontata».
Fausto Malcovati, Hystrio
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Spazio del Racconto
rassegna di drammaturgia contemporanea 2018/2019
IV edizione
secondo appuntamento con
GOTHIKA tre passi nel delirio
monologhi di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani
Una serie di stravaganti vicende
omaggio a Edgar Allan Poe
scritto, diretto e illustrato da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
musiche originali di Teho Teardo
con Ferdinando Bruni
produzione Teatro dell’Elfo
7-10 marzo
da giovedì a sabato ore 20.00 – domenica ore 18.45
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14/17 marzo (giovedì / sabato ore 20.00 – domenica ore 18.45)
Ferdinando Bruni legge Oscar Wilde
Il fantasma di Canterville
Con l’ultimo appuntamento della trilogia Gothika il genio stravagante e acuto di Oscar Wilde ci traghetta verso la luce dell’ironia (e quindi della ragione), architettando una storia di orrori per nulla orrenda, anzi divertentissima, la storia di uno spirito tormentato dalla presenza più terrificante che possa infestare un antico castello inglese: una moderna famiglia americana. Il Fantasma di Canterville merita un posto d’onore nei sinistri archivi del gotico perché è una irriverente antologia dei clichè di quel genere letterario. ‘La vita è troppo importante per essere presa sul serio’ sostiene il nostro autore e, a giudicare da questo racconto, anche per quel che riguarda l’aldilà le cose non cambiano».
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BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma – www.teatrobrancaccio.it
Biglietto: 18€ – ridotto 12,50€
card open 5 ingressi: 55 €
Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali
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BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO
Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it