Valter Malosti è l’immagine clownesca del Poeta che declina in un trascinante vortice di versi, e con tanto di audio di risate registrate, le più profonde sfumature dell’amore: la caducità e l’ingannevolezza dell’amore, che viene raccontato in modo dissacrante e a tratti grottesco, sviscerando tra doppi sensi, metafore e giochi di parole, l’ingegno d’amore, “questo Paradiso che porta all’Inferno”, con tutte le insidie che esso comporta ma che nessuno evita.
Lo stesso protagonista, spogliandosi nel corso dello spettacolo dei panni del pagliaccio, interpreta la voce narrante, affrontando i temi della passione e della tenerezza, abbiamo il corteggiamento, la nostalgia, l’esaltazione della bellezza, il romanticismo, ma anche l’erotismo, con riferimenti alla sessualità espliciti rappresentati da una sorta di combattimento amoroso omosessuale, proprio come il Bardo, che in un’epoca di censura e di asservimento al potere non si fa scrupoli a declamare il suo amore per un giovane uomo e il suo triangolo sentimentale.
Ma questi sono soltanto alcuni degli aspetti indagati da Shakespeare. La raccolta dei Sonetti è infatti suddivisa in due parti: i primi dedicati al Fair Youth (Marcello Spinetta), il giovane ragazzo amato dal Poeta che, con toni molto romantici e tormentati, è costantemente esaltato per la sua bellezza. Il secondo gruppo di sonetti è dedicato alla Dark Lady (Michela Lucenti), una misteriosa figura gotica a cui la voce poetica si rivolge per confrontarsi su tematiche quali lo scorrere del tempo, la vecchiaia e la morte a cui, tuttavia, si oppone l’Amore, e la Scrittura nella sua accezione più ideale e romantica, per cui “Queste parole vivranno, e daranno vita a te”.
Malosti, che firma anche la regia e, con Fabrizio Sinisi, l’adattamento teatrale, crea una graffiante mistura di epoche e linguaggi che esprimono tutta la ricchezza e l’attualità delle metafore shakespeariane in un mix di lirica, di canto e di danza, dove luci ed effetti sonori piombano in sincrono a conferire il ritmo.
Insieme al protagonista brilla Michela Lucenti con le sue straordinarie coreografie, la quale dimostra un impressionante talento come cantante, molto efficace nell’affrontare il difficile compito di eseguire dal vivo i successi di Domenico Modugno, ben affiancata dai suoi compagni di lavoro, fra i più importanti ensemble di teatro-danza contemporanei.
I costumi di Domenico Franchi completano il caleidoscopio, alternando una sontuosa atmosfera elisabettiana, senza orpelli con la presenza classica e austera al centro del proscenio del Bardo (Elena Serra), a una dimensione contemporanea, a voler sottolineare la grande modernità di Shakespeare.