Abbiamo iniziato questo viaggio quattordici anni fa, nel novembre del 2005, a Roma, con il laboratorio di narrazione teatrale ideato da Alessandro Ghebreigziabiher, inteso con un duplice significato: un percorso di formazione esperienziale sul teatro di narrazione, diretto dallo stesso Ghebreigziabiher, ma anche un laboratorio nel senso di spazio in cui le persone hanno la possibilità di lavorare insieme e mettere al servizio di tutti ogni singola risorsa.
Perché questa Rassegna si chiama “Il dono della diversità”? Semplice. Perché crediamo fermamente che la diversità debba essere celebrata ogni giorno, ora, attimo della nostra vita come un regalo. Un regalo da conquistare, un naturale presente che non è mai dovuto, un dono che non finiamo mai di scartarne la confezione, fortunatamente. Sì, perché la conoscenza di sé è un’avventura straordinaria, che riguarda tutti indistintamente, sia chi viene accolto e anche chi desideri accogliere. Perché solo conoscendo noi stessi scopriamo e comprendiamo gli altri e viceversa.
Perché la narrazione? E quale modo migliore esiste di raccontare e ascoltare storie per incontrarci tutti?
Dal 2007, con l’edizione numero uno, abbiamo affrontato ogni anno un tema differente dal punto di vista della sua eterogeneità, o più semplicemente diversità. Dalla diversità dei metodi narrativi alla diversità dei narratori, dalla diversità delle storie alla diversità delle notizie, dalla diversità dei sogni alla diversità dell’amore, dalla diversità delle favole alla diversità della paura, dalla diversità del tempo, dalla diversità delle arti alla diversità del clima.
Il 2019 abbiamo dedicato la XIII Edizione alla diversità della follia, un argomento altrettanto trascurato, approfondito in una rassegna di spettacoli vari, tra teatro e storie, musica e danza, dal 5 al 13 aprile a Roma.
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Programma:
Venerdì 5 aprile, ore 21
Teatro Planet, Via Crema, 14
Reading del racconto “Il mal d’amore di Nadia”, di Angelica Maoddi e di una poesia di Vincenzo Chiantia, tratta da “Verbali. Ideali cartelle cliniche”.
A seguire:
“Appuntamento alle 5”
Commedia brillante, di Lucia Ciardo e Lucia Monopoli.
Regia di Lucia Ciardo
Sinossi:
“Il dottore tarda e sei personaggi in cerca di una soluzione si osservano nell’attesa. Sperano che l’uno non si accorga del problema dell’altro. Giocoforza provano ad autogestirsi e improvvisano una terapia di gruppo con la speranza segreta di guarire, portando a galla la propria compulsione. La vita di ognuno viene messa in piazza e il trambusto che ne deriva ribalta le convinzioni di tutti. Nulla sarà come quando sono entrati nello studio. La segretaria che aleggia con la sua evanescente presenza contribuisce ad assottigliare il confine tra le cosiddette persone normali e diverse .
Sguardi, pause, dinamiche convulse condite da un senso dello humour toglie ogni buonismo e compatimento per mantenere il rispetto di chi crede che essere diversi è guardare la realtà così com’è.”
Note di regia:
Il tema della diversità, già affrontato in tanti modi, è sempre un rischio. Raccontarlo in maniera umoristica lo è ancora di più. Con questo progetto ho deciso di rischiare e ho scoperto che parlare di varie compulsioni è riconoscere che molte ci appartengono e stare al di sopra di esse con leggerezza aiuta a non demonizzarle.
Quando diventano più ossessive però iniziano i problemi. Ed è qui che spesso si fa fatica a comprendere che chi ha un problema ha la stessa chance di chiunque di arrivare ad una soluzione, ma non sempre nella maniera in cui ci aspettiamo.
I personaggi della storia, tutti affetti da disturbi compulsivi sono lo specchio di anime più dense perché attente a non mostrare al mondo per non disturbare.
Nonostante gli sforzi o proprio perché compressi, spesso strabordano. Il mondo che è abituato agli standard si spaventa e incapace di trovare un linguaggio per comunicare, scappa ed emargina. Tra una risata e l’altra, indicheranno un modo per entrare in contatto e non avere paura della stessa poesia di cui siamo capaci tutti se smettiamo di pensare a noi stessi come esseri invincibili e perfetti.
Lucia Ciardo inizia la carriera di attrice formandosi presso la Scuola “ MurgiaTeatro ” diretta da Clarizio Di Ciaula, a Martina Franca (TA).
Prosegue a Roma con diversi maestri come Giancarlo Sepe per il teatro di movimento e musica, Vincenzo Attingenti e Mary Setrakjan per il metodo dell’acting di Lee Strasberg e Roberta Carreri per il teatro di ricerca di Eugenio Barba.
Partecipa per due anni al progetto teatro per la scuola negli allestimenti riadattati per ragazzi,della Bisbetica Domata e Giulio Cesare di W.Shakespeare per il teatro Globe Theatre di Roma.
Collabora con l’Associazione Culturale Teatro Oltre dal 2002 con cui partecipa a spettacoli di teatro classico, contemporaneo e civile e spettacoli di teatro ragazzi con le rassegne “Favole in musica” e “ Ogni libro è una fiaba – Musicali Angeliche Letture, diretti da Pierfrancesco Ambrogio.
Partecipa a diversi spettacoli di teatro contemporaneo tra i quali “I Volti dell’Amore finalista al Festival della Creatività (2011 Roma) di cui é anche regista e “LOLA D.” monologo di Giancarlo Moretti che interpreta e che tuttora porta in giro in Italia nei festival e teatri.
Dirige e interpreta dal 2013, con un ensamble di musicisti, “Le Musiche Parlanti” progetto originale tra musica e prosa.
Dal 2015 fa parte dei Four Garden, gruppo teatrale creato in collaborazione con Barbara Abbondanza, Patrizia Bollini e Serafino Iorli con cui interpreta e porta in giro in Italia una rassegna di teatro contemporaneo brillante.
Partecipa per la tv online alla webserie Lista di Nozze in diffusione dal 2016.
Alla carriera di attrice, si accompagna quella di formatrice per laboratori di teatro per ragazzi e adulti per diverse associazioni e dal 2010 per Il Nuovo Teatro Academy di Enrico Brignano a Pomezia (Roma).
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Sabato 6 aprile, ore 21
Teatro Planet, Via Crema, 14
Reading dei racconti “Prigionieri”, di Gianluca Papadia, “Il peggio di me”, di Samuel Calcagno e di una poesia di Vincenzo Chiantia, tratta da “Verbali. Ideali cartelle cliniche”.
A seguire, due spettacoli di teatro e danza:
“Lettera al medico in manicomio”, di KANNON Performing Dance
Performers: Federica De Francesco, Lidia Di Girolamo
“Lettera al medico in manicomio” è una breve performance di teatro e danza liberamente ispirata al testo della stessa Merini. Dalla biografia della poetessa possiamo dedurre che è stata scritta negli anni dopo l’internamento nell’ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano (terminato nel 1972) e in quello di Taranto (terminato nel 1986), episodi che segnarono profondamente la vita di questa donna poiché dal ’72 al ’79 smise di scrivere.
“L’altra verità. Diario di una diversa” è il suo primo libro in prosa pubblicato nel 1986 da Vanni Scheiwiller che, come scrive Giorgio Manganelli nella prefazione al testo, “… non è un documento, né una testimonianza sui dieci anni trascorsi dalla scrittrice in manicomio. È una ricognizione, per epifanie, deliri, nenie, canzoni, disvelamenti e apparizioni, di uno spazio – non un luogo – in cui, venendo meno ogni consuetudine e accortezza quotidiana, irrompe il naturale inferno e il naturale numinoso dell’essere umano”.
Il testo della lettera preso in esame dalla compagnia viene proposto ed interpretato contemporaneamente da un’attrice ed una danzatrice. Sulla scena quindi la figura di Alda Merini è volutamente “sdoppiata”: la voce e il corpo.
Le interpreti, rimanendo fedeli al linguaggio artistico di ognuna, “dialogano” tra loro usando lo spazio senza mai sovrapporsi in un continuo susseguirsi di immagini dense che svelano la forza, l’ironia e al tempo stesso la fragilità di questa donna. La duplice espressione artistica rimanda anche al disturbo bipolare che le fu diagnosticato già nel 1947.
Il tempo sembra essere sospeso mentre riaffiorano pensieri ed emozioni che ripercorrono la vita della poetessa che, come traspare dal testo, è stata costellata di gioie e sofferenze legate al suo essere innanzitutto donna e poi moglie e madre.
La compagnia di danza contemporanea KANNON Performing Dance nasce a marzo del 2014 per volontà di Federica De Francesco di riunire giovani danzatrici soliste ed altri artisti in un progetto unico, una solida collaborazione al fine di creare uno spettacolo innovativo e ricco, capace di sfruttare al meglio l’individualismo a profitto del gruppo.
A seguire:
“MuteVoliVoci”, di e con Melanie Riccardi
MuteVoliVoci nasce dalla collaborazione con una psicologa che si occupa di uditori di voci nonché dall’interazione con gli stessi. In MuteVoliVoci non si vuole porre l’attenzione sul fenomeno di esclusione sociale cui normalmente chi soffre di “paracusie” va incontro, quanto al processo di recovery indispensabile per trasformare un rifiuto in accettazione.
Da qui una riflessione sulla possibilità di fare i conti con le “malattie” manie, ansie o fobie con cui ognuno si misura nell’arco della propria vita.
MuteVoliVoci è il viaggio di un corpo che si muove in uno spazio.
Un percorso uditivo, corporeo, emozionale spirituale.
Ha inizio con un rito, un demone, una persona con maschera tradizionale procede in una danza con fare affaticato.
La visione del corpo solo si alterna alla visione di più corpi (le voci) che tramite semplici azioni sceniche si sostituiscono ritmicamente.
Melanie Riccardi, Danzatrice ed insegnante di Danza, studia danza classica e contemporanea formandosi con maestri di fama nazionale ed internazionale ottenendo il riconoscimento dell’Associazione Insegnanti diplomati alla Scala quale insegnante di tecnica Accademica nel 2011.
Il suo lavoro è incentrato sulla destrutturazione, conoscere a fondo la tecnica per poterla reinterpretare arrivando ad un linguaggio “possibile”.
Partecipa come danzatrice a numerose performance di autori nazionali tra cui Chiara Taviani, Claudia Catarzi, Ippolito Chiarello ed internazionali Compagnia Sharon Fridman, Tamara Cubas, Helena Waldman.
Ha elaborato diverse performance site specific.
Insegnante di danza Classica Tiene abitualmente corsi di espressione corporea per danzatori e non.
Dal 2018 segue il progetto “laboratorio arabesco” di Teatro Akropolis.
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Domenica 7 aprile, ore 17.30
Teatro Planet, Via Crema, 14
“Cenerentola è matta”, spettacolo per bambini liberamente ispirato alla nota fiaba
Con *I Diversi e *Cecilia Moreschi
Scritto e diretto da *Alessandro Ghebreigziabiher
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Venerdì 12 aprile, ore 21
Teatro Planet, Via Crema, 14
Reading del racconto “L’uomo dei sogni”, di Carlotta Cupin e di una poesia di Vincenzo Chiantia, tratta da “Verbali. Ideali cartelle cliniche”.
A seguire:
“Un lavoro da pazzi”, di e con *I Diversi
Regia di *Alessandro Ghebreigziabiher
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Sabato 13 aprile, ore 21
Libreria Teatro Tlon, Via Federico Nansen, 14
Reading del racconto “Marciare”, di Emilio Noaro e di una poesia di Vincenzo Chiantia, tratta da “Verbali. Ideali cartelle cliniche”.
A seguire:
“Storie da pazzi di storie”, racconti ispirati da follie realmente vissute
Uno spettacolo scritto, diretto e narrato da Alessandro Ghebreigziabiher
Con Cecilia Moreschi, la Band “Carla senza di Noi” e la partecipazione straordinaria de I Diversi
“Storie da pazzi di storie” è una carrellata di vicende incredibili, intessute da sofferenze e cure, unite da un fervente desiderio di star meglio e far star meglio. È un viaggio nel mondo reale e in quello fittizio, tra follia e letteratura, tra personaggi effettivamente vissuti o solo immaginati, uniti dall’eccentricità dell’anima. È altresì una confessione sincera di narratori e attori, che il più delle volte non sono altro che creature instabili che hanno finalmente trovato casa. Perché il delirio è spesso una disperata riposta al proprio disagio, come lo sono molte storie.
*Alessandro Ghebreigziabiher è scrittore, drammaturgo, attore e regista teatrale. Napoletano di nascita, da bambino si trasferisce con la famiglia a Roma, dove risiede attualmente. Esponente del teatro di narrazione, presta particolare attenzione ai temi dell’intercultura e della multi-etnicità. Impegna parte del suo tempo come insegnante e animatore in alcune realtà del terzo settore, come comunità terapeutiche per tossicodipendenti e centri rivolti ad adolescenti con varie difficoltà. È autore di romanzi e racconti brevi, tra cui Tramonto (Edizioni Lapis, 2002), premiato con il “White Ravens”, menzione speciale da parte della International Youth Library di Monaco di Baviera, e la raccolta Il dono della diversità, (Tempesta Editore, 2013), premiata con il “Marchio microeditoria di qualità” in occasione della XIII edizione della Rassegna della Microeditoria di Chiari. Hanno ascoltato le sue storie in molti festival e rassegne in varie città italiane come il Festival di letteratura “Evocamondi”, Bologna, e il Simposio Internazionale, “Identità, genere e dis-uguaglianze”, Trieste, il Festival “Teatro dei Popoli, intercultura in scena”, Palermo, e la “Festa dei popoli” a Chieti. Il testo del suo ultimo spettacolo, “Le sette vite di Eva”, è attualmente tra i sei finalisti nella sua categoria alla terza edizione del Concorso internazionale di drammaturgia della casa editrice spagnola Editorial Dalya, con circa 500 opere partecipanti, di prossima conclusione. È coordinatore del network internazionale di storytelling Red Internacional de Cuentacuentos e membro di Professional Storyteller. Nel 2005 ha creato il Laboratorio di teatro narrazione Il dono della diversità e dal 2006 è il direttore artistico dell’omonima Rassegna. Nel 2016 ha creato la rete internazionale di narratori Storytellers for Peace.
*Cecilia Moreschi è regista, attrice, drammaturga e docente teatrale e dal ’99 è responsabile di laboratori di teatro-integrato presso il “Centro di Audiofonologopedia” di Roma, con ragazzi non udenti e diversamente abili e docente teatrale presso il VII Circolo Maria Montessori di Roma. Nel 2005, al termine di un laboratorio con circa ottanta bambini del VII Circolo Montessori di Roma, dirige insieme alla collega Alessandra Sartori lo spettacolo “Se ci fosse stata la pace”, drammaturgia da lei stessa realizzata, all’insegna di un messaggio critico verso ogni tipo di guerra. Nel 2006 il testo è stato pubblicato dalle Edizioni Corsare, di Perugia. Nel 2008, sempre con le Edizioni Corsare, esce il suo nuovo libro, “La storia del teatro va in scena”. Dal 2016 collabora con “La Sapienza” Università di Roma conducendo il Laboratorio “Drammatizzazione” rivolto agli studenti del II Anno del Corso di Laurea in Logopedia, nell’ambito del modulo “La Logopedia in ambito comunicativo linguistico”. Dal 2006 si occupa dell’organizzazione della Rassegna teatrale Il dono della diversità.
“Carla senza di Noi” Band nasce a Novembre 2017 ed è formata da Roberto Moreschi e Paolo Petrilli alle chitarre, Orfeo Federici al basso e Alessandro Ghebreigziabiher alla voce.
*La compagnia I Diversi è formata da allievi del laboratorio diretto da Alessandro Ghebreigziabiher, ed è specializzata in spettacoli di improvvisazione teatrale. È attiva a Roma dal 2005.
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Si consiglia di prenotare:
Spettacoli al Teatro Planet:
Email: ildonodelladiversita @ gmail . com
Tel: 348 9222588
https://www.rassegnateatrodinarrazione.it
Spettacolo del 13 aprile alla Libreria Teatro Tlon:
Email: libreriateatro @ tlon.it
Tel: 0645653446