È andato in scena al Teatro Auditorium Unical di Rende (CS) “Sei”, la rivisitazione della compagnia siciliana di Scimone e Sframeli dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello.
È un adattamento che parla a tutti gli appassionati, ma strizza l’occhio agli autori e agli attori, ai tecnici e alle maestranze, trascinando la platea nel quotidiano degli artigiani del teatro.
Scimone e Sframeli tagliano, arricchiscono e attualizzano in testo originale.
È un puro inno al teatro.
La scena si apre su una compagnia teatrale allo sfascio, svogliata e senza “luce” (sì, lasciata al buio da un tecnico incompetente, ma pure priva di luce intesa come fiamma, motore energico della passione recitativa). D’improvviso dai palchetti di un sfondo che funge da scenografia, sorgono i “Sei Personaggi”, anime erranti, fantasmi smaniosi, prosciugati dai propri drammi personali. Implorano il capocomico (Scimone) di rappresentare i loro drammi.
In scena va il Teatro, con la sua leggerezza e i suoi drammi, vissuti e rappresentati. Si inscena “il dietro le quinte”, le riflessioni svogliate e il quotidiano della compagnia. Allo spettatore è concesso per una volta di accedere ai luoghi proibiti della scena. Si assiste alle prove, veniamo a conoscenza delle debolezze e dei difetti degli attori e dei personaggi.
Si ride con gli attori, si piange e si riflette dinanzi ai drammi dei personaggi, alle loro inquietudini, alle loro tensioni.
È la quintessenza del metateatro.
Si assiste alla recitazione su tre piani differenti: l’opera “Sei”, la messa in scena dei propri drammi da parte dei personaggi e la goffa recitazione degli stessi drammi da parte degli attori. Viviamo il teatro accademico e pragmatico in contrapposizione alla recitazione passionale, vera, sentita, vissuta, tragica.
Quella impersonata è una compagnia allo sbando, incapace di rappresentare il dramma interiore dei personaggi. Gli attori si muovono in scena in sincro, sono burattini piatti e senza carattere, in chiaro contrasto con la pienezza emotiva dei personaggi inquieti ed inquietanti, creati da un autore che li ha ripudiati destinandoli ad un limbo di insolutezza.
I personaggi aerei, intrappolati in un non-luogo che non li fa realizzare, hanno un anima, sono mossi dal fuoco della passione, sono isterici, depressi, folli, gli attori sono reali, monotoni, grigi, accademici.
L’ironia pirandelliana resta viva nella rivisitazione di Scimone e Sframeli. Qual è la realtà effettiva? Quali sono gli attori reali? Ci si immerge nell’analisi della “recitazione recitata”, e si dimentica di assistere ad uno spettacolo teatrale. Tutto è finzione, anche le prove degli attori che provano a riprodurre in modo volutamente fastidioso e maldestro, la tragicità della scena acme della piès. Gli attori al seguito dei due maestri siciliani sono abilissimi, perfetti nelle loro mansioni di attori-attori e attori-personaggi.
È un’opera profonda e squisitamente macchinosa che invoglia alla riflessione.
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Sei
di Spiro Scimone
adattamento di Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello
con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber, Salvatore Arena, Bruno Ricci, Francesco Russo, Mariasilvia Greco, Miriam Russo, Zoe Pernici
regia Francesco Sframeli
scena Lino Fiorito
costumi Sandra Cardini
disegno lucid Beatrice Ficalbi
regista assistente Roberto Bonaventura
produzione Compagnia Scimone Sframeli, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Biondo Stabile di Palermo, Théâtre Garonne-scène européenneToulouse
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia