di Emanuelle Delle Piane
regia di Emanuele Conte
con gli allievi del laboratorio avanzato di recitazione: Tiziana Albertini, Alberto Cipollone, Carlo Marcantoni Taddei, Roberta Marino, Pierre Martinetti, Federico Sartori, Uriele Valdinoci, Chiara Ventimiglia
Assistente: Alessio Aronne
Luci e fonica: Davide Bellavia
Costumi: Daniela De Blasio
Attrezzeria: Renza Tarantino
Macchinista: Fabrizio Camba
Coordinamento corsi: Pietro Fabbri
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Adagio è un termine musicale usato per indicare un movimento lento che può essere calmo o sereno, mosso o profondo. Può essere parte di una sinfonia o un brano che basta a se stesso, come una pièce teatrale.
Il testo di Emanuelle Delle Piane parla di morte, che allegria! Viene da pensare. Ma se della morte non si può ridere almeno si potrà sorriderne.
“Il drammetto – scrive l’autrice – è una parola che non esiste (in francese), ma che ho inventato per l’occasione.
In drammetto c’è la parola dramma, ovviamente a cui è stato aggiunto “etto”; la serietà che molto spesso avvolge questo temine , è attenuata da questi stessi aspetti patetici o tragici a cui sono legati.
Più chiaramente, il drammetto è un dramma che deve essere preso alla lontana“.
Questi drammetti sono stati elaborati in base alla musicalità dei differenti adagio, e di quello che mi hanno suggerito per la stesura del testo, ma in nessun caso, sono una prerogativa per la messa in scena.
L’autrice sottolinea anche che “Adagio è un termine musicale correntemente usato per indicare un movimento lento, “adagio” che in fatti significa “con calma”, lento.
Il tempo, da solo, non è un elemento che basta a (determinare) il carattere generale di un pezzo. Un adagio può essere, calmo o sereno, mosso o profondo.
Può essere una dimensione davvero sinfonica come un movimento estratto da un’opera più importante, o un pezzo che basta a se stesso, come… un pezzo della scena di una performance teatrale”.