In una sera umida e ventosa la maestosa sala delle Assicurazioni Generali del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si riempie di pubblico appassionato al genere “giallo.” Dieci piccoli indiani… non delude le aspettative: tensione, pathos e colpi di scena si susseguono in un crescendo che tiene gli spettatori interessati e partecipi alle vicende di un gruppo di persone intrappolate su un’isola. Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Silvano Piccardi, Ivana Monti, Carlo Simoni, Alarico Salaroli, Giancarlo Ratti compongono un cast davvero eccezionale, professionalità, bravura e passione vivono sulle tavole del palcoscenico. Una rappresentazione soprattutto di parola, di dialoghi serrati e di incastri significativi e necessari allo svolgimento tragico della storia. Lo spettacolo firmato dal regista spagnolo Ricard Reguant è reduce dai successi esteri di Madrid e Barcellona, Reguant ha elaborato un impianto scenico con grande meticolosità tecnica, curando nei dettagli i personaggi affinché fossero tutti ben caratterizzati e delineati nelle loro profondità interiori, nelle loro fragilità. La scelta dell’ambientazione e delle suggestioni dell’Art Déco vuole essere fedele all’edizione teatrale all’epoca in cui il romanzo fu scritto: l’autrice inglese infatti lo concepì nel 1936 anche se la pubblicazione avvenne solo tre anni dopo. Il titolo dello spettacolo coincide con la macabra filastrocca che tiene il tempo durante tutto lo svolgimento dello spettacolo. “Ten Little Niggers” (Dieci piccoli negri, o Dieci negretti) fu cambiato quando ci fu l’uscita del libro negli Stati Uniti per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore. La suspanse è tenuta fino all’epilogo dello spettacolo con grande maestria dagli attori che rapiscono il pubblico e lo trasportano in una dimensione surreale e tragica. La sala tutta partecipa con grida e sospiri ad ogni omicidio, ad ogni nuova lugubre trovata. Uno spettacolo che rapisce e inquieta il pubblico senza lasciargli tregua, la giusta realizzazione teatrale per questo testo che indubbiamente è il più inquietante e sorprendente della vastissima produzione della Christie.