Il Museo degli Innocenti di Firenze, in occasione delle celebrazioni del Seicentenario dell’Istituto degli Innocenti, ospita dal 30 maggio al 28 luglio 2019, la mostra Hallelujah Toscana, fotografie di Marco Paoli, a cura di Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, accompagnate, nel percorso espositivo, dalle poesie di Alba Donati.
Marco Paoli dopo il suo ultimo lavoro, la monografia su l’Etiopia, si è ricongiunto con la sua terra d’origine, la Toscana. Hallelujah Toscana è un’esplorazione nel profondo, un racconto di una Toscana misconosciuta, fatta di contraddizioni, sfumature, bellezze fuori dall’iconografia classica conosciuta in tutto il mondo. Una Toscana antica e contemporanea, suggestiva e romantica ma anche dolorosa e misteriosa, un atto d’amore. “In questo viaggio – racconta Marco Paoli – ho ritrovato la meraviglia, lo splendore nascosto ai più; ma ho visto e sofferto anche l’abbandono in tutta la sua potenza. Gloriosi passati sepolti e dimenticati; rovine, resti, splendidi edifici dismessi e lasciati a loro stessi. Dove le tracce dell’umanità si perdono e la natura, indisturbata, trionfa… Il titolo è importante, è un gioco di equilibrio tra il sacro e il profano, come nel testo di Leonard Cohen. Hallelujah è un inno, una semplice esclamazione. Talvolta è sarcastica, magari polemica”.
Grazie all’incontro con la poetessa Alba Donati, anche lei toscana, le immagini che compongono questo percorso sono diventate eloquenti; le poesie vanno al di là dello sguardo del fotografo, attraversano la superficie puramente visiva delle fotografie per donare loro voce. E nel 2017, ne è nato un libro, Hallelujah Toscana, pubblicato da Contrasto, con una prefazione dello scrittore premio Pulitzer Michael Cunningham.
Nel Salone Borghini del Museo degli Innocenti troviamo una selezione di circa trenta immagini esclusivamente in bianco e nero, dove la presenza umana è volutamente assente, anche se l’uomo è l’artefice di ciò che viene fermato in questi scatti. Ci sono le atmosfere spettrali di alcune ville e dei loro giardini, come Villa Corsini a San Casciano, Villa Mansi a Lucca e Villa Garzoni a Collodi, abitate da silenti sculture rivestite di muschio. Ci sono: il parco di Celle con le sue opere contemporanee, il marmo vivido delle cave di Carrara, la Fonte delle Fate a Poggibonsi dove galleggiano i coccodrilli e i corpi rannicchiati di Mimmo Paladino, ma anche il carcere di Pianosa, il Cisternone e le Terme del Corallo di Livorno. Il padule di Fucecchio e la basilica di San Marco a Firenze. Gli Opifici del Lombricese a Lucca, la Giogana di Camaldoli, l’ex sanatorio Banti a Pratolino ed il cimitero dei Pinti a Firenze.
Come scrive Sergio Risaliti, nel testo che accompagna la mostra: “Marco Paoli cerca di immortalare nel linguaggio fotografico la verità del tempo perduto, quello di una Toscana di cui abbiamo perduto il tempo e non solo lo spazio. Non solo ritrova spazi giunti al limite della loro scomparsa, egli sa intuire e vedere un altro tempo in quel tempo che inesorabilmente scorre e si mangia la materia. Un tempo che avanzando arretra in quello che uno scrittore (Michael Cunningham) ha definito un pre-mondo. Il tempo della luce che alimenta speranza di vita laddove avanza la morte, il tempo della verità dove cala l’oblio e il nulla”.
C’è la nebbia che avvolge ogni cosa; c’è l’acqua con le sue sorgenti; ci sono alberi che arrivano fino al cielo; radici nodose che arrivano in profondità. C’è una “silenziosa malinconia” in queste immagini così evocative, che appaiono così libere di rivelare emozioni nascoste che solo un paesaggio incontaminato sa regalare. Ma c’è anche il mistero di ex ospedali psichiatrici, come quello di Maggiano a Lucca e quello di Volterra, dove ancora rimangono tracce dei graffiti di NOF4 (così si firmava Oreste Fernando Nannetti, che li realizzava con la fibbia della sua divisa, paziente del manicomio dal 1959 al 1973), di isole, cimiteri, statue… elementi che stanno a simboleggiare che qualcosa in passato c’è stato. Il tutto puntualmente accompagnato in questo percorso dai versi potenti e evocativi di Alba Donati.
“Nell’ambito del nostro Seicentenario che si è aperto con una cerimonia di inaugurazione alla quale ha partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – commenta la presidente dell’Istituto degli Innocenti, Maria Grazia Giuffrida – siamo felici di promuovere nei prossimi mesi un progetto sostenuto dalla Regione Toscana che valorizza tramite l’immagine fotografica luoghi meno conosciuti della nostra regione che meritano di emergere, un lavoro di ricerca che è affine al nostro impegno a valorizzare il patrimonio storico artistico dell’Istituto degli Innocenti, un patrimonio prezioso ancora poco conosciuto, conservato nel Museo degli Innocenti”.
“E’ un piacere per noi ospitare nel Salone Borghini le evocative immagini di Paoli – dice il direttore generale dell’Istituto degli Innocenti, Giovanni Palumbo – che parlano di una Toscana bella e piena di contraddizioni, di luoghi diversi dalle immagini cartolina conosciute in tutto il mondo. Dopo la mostra Venturino Venturi mater il percorso museale si arricchisce ancora di linguaggi contemporanei grazie all’ interessante racconto fotografico di Paoli”.
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L’autore
Marco Paoli è nato a Tavarnelle Val di Pesa, in Toscana, nel 1959. Vive e lavora a Firenze. Tra i suoi progetti e lavori fotografici: Amazonlife Project, la documentazione del progetto Busajo a Soddo, in Etiopia, a sostegno dei bambini di strada. Con Giunti ha pubblicato i volumi Ballads, Silenzio, ed Ethiopia. Ha esposto a Washington nella sede del consiglio Europeo, a New York alla sede dell’ONU, a San Francisco e al Macro di Roma.
Coordinamento e organizzazione, Firenze Città Nascosta Firenze, Progetto grafico Stefano Rovai – rovaiweber design. Con il contributo della Regione Toscana nell’ambito di “Toscanaincontemporanea2018” / Giovani Sì.
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L’Istituto degli Innocenti
La mostra di Paoli è allestita negli spazi del Museo degli Innocenti che racconta tramite tre percorsi – Arte, Architettura e Storia – i sei secoli di impegno nella tutela e nella promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Istituto degli Innocenti, la più antica istituzione pubblica italiana dedicata all’accoglienza e all’educazione dei bambini. La nascita dell’ente fiorentino si deve al lascito testamentario del mercante pratese, Francesco Datini, grazie al quale, nel 1419, iniziò la costruzione dell’edificio progettato da Filippo Brunelleschi, che qui fissò i canoni della nuova architettura rinascimentale.
Nel 2019 l’Istituto festeggia il suo Seicentenario con un ricco programma di eventi, inaugurazioni, mostre e convegni per ricordare il passato, ma soprattutto il presente dell’ente di piazza Santissima Annunziata che affianca oggi all’attività di accoglienza e di gestione dei servizi educativi, attività di ricerca e monitoraggio, formazione, documentazione promosse in collaborazione con enti, istituzioni e organizzazioni a livello locale, regionale, nazionale e internazionale a supporto delle politiche per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia.
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HALLELUJAH TOSCANA
Fotografie di MARCO PAOLI
Poesie di Alba Donati
Firenze, Museo degli Innocenti
a cura di Sergio Risaliti
30 Maggio – 28 luglio 2019
Piazza SS. Annunziata, 12 – 50122 Firenze
La mostra è inserita nel percorso del Museo degli Innocenti, visitabile con il biglietto del Museo, ed è aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)
info: www.istitutodeglinnocenti.it
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ISTITUTO DEGLI INNOCENTI:
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