Mara e Alvaro sono una coppia fiorentina dei primi anni Sessanta che vive e respira il clima di grandi novità dell’epoca. Lei da casalinga devota, lui da autista di autobus comunista, interpretano il mondo a loro contemporaneo come tanti altri italiani in quel periodo. Attraverso le loro parole, reazioni, opinioni il pubblico si cala – o ritorna coi ricordi – nella realtà di quello che era il nostro paese una cinquantina di anni fa. Allora le notizie, irrompendo dalla televisione e dai giornali, entravano nelle case delle persone e si imponevano come argomento di confronto per giorni o addirittura settimane. Soprattutto quando potevano sostituire altre discussioni familiari. Quando muore papa Giovanni, Mara piange disperata, mentre Alvaro ride della sua reazione. Il tono della conversazione è sempre equilibrato, l’uno smorza le derive tristi dell’altro. Ma quando arriva una lettera dalla figlia Noemi, i due si scontrano brutalmente, ognuno preso dalla propria rabbia, ma entrambi prede della stessa fiamma. Neanche quando si parla degli avvistamenti di strani oggetti volanti nel cielo fiorentino sembrano essere d’accordo, ma lo stupore e la novità dell’accaduto li rasserena. Dalla loro periferia fiorentina, dove ancora il suono delle cicale li culla nella calde serate estive, Mara e Alvaro cercano i Marziani. Cercano un diversivo per il loro tempo insieme, una realtà lontana, estranea a tutto, anche ai loro problemi di coppia.
Beatrice Visibelli e Marco Natalucci tornano a interpretare questo testo di Alberto Severi con la regia di Nicola Zavagli. Dopo il successo ottenuto dieci anni fa, riprendono il vecchio capitolo e ne aggiungono un secondo, I Marziani al Mare, già protagonista della scorsa Estate Fiorentina. I due spettacoli sono rappresentati a distanza ravvicinata per la prima volta a casa della compagnia stabile Teatri d’Imbarco, al Teatro delle Spiagge, che sorge proprio nella periferia di cui si racconta.
I Marziani ha un tono caricaturale, a volte iperbolico, tanto nelle battute in vernacolo pronunciate dai protagonisti quanto nella scenografia dalle dimensioni e dai colori più disparati. Il violento contrasto tra l’ambientazione, i costumi e il linguaggio da una parte e la feroce vicenda personale che li tocca dall’altro è funzionale e perfettamente riuscito. Coi Marziani si ride, e di gusto, per tutta la durata dello spettacolo. Solo alla fine si realizza quanto l’esagerazione non sia poi tanto tale, quanto i protagonisti incarnino una realtà che è parte della storia del nostro paese e della nostra città. La spietatezza dei rapporti familiari e la leggerezza con la quale si restava insieme. Una leggerezza che si portava dietro un macigno enorme, un’ostinazione a salvare quello che non era del tutto perduto. Mara e Alvaro ci sembrano oggi, a cinquant’anni di distanza, quasi dei marziani.
Chi non ha ancora conosciuto questa coppia scoppiettante, può recuperare il 13 e il 14 aprile, al Teatro delle Spiagge, in una delle tre repliche de I Marziani al mare. Sulle spiagge bianche di Vada, Mara e Alvaro raccontano un altro spaccato della loro vita, questa volta nel ’73, accompagnati dalle melodie esotiche del rock inglese che ha fatto la storia.