Giunto alla sua decima edizione, «Torinodanza festival conferma e rafforza la propria vocazione internazionale proponendo le opere di quegli artisti che, con le loro creazioni, raccontano il mondo, osservano le contraddizioni del nostro tempo, trasformandole in pensiero, visioni, riflessioni artistiche, etiche e anche politiche. In una società globalizzata i temi più urgenti si assomigliano e tendono a convergere in una lettura complessa della nostra attualità»: dalle parole della Direttrice Anna Cremonini traspare tutta l’intenzione di confermare e rafforzare una tradizione decennale di apertura e inclusione.
A partire dal titolo, Dance Me To The End Of Love, che ripropone quello dell’anno scorso omaggiando Leonard Cohen: sollecitata dall’Assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte Antonella Parigi, Cremonini afferma che alla base di questa nuova edizione ci sono la stessa passione e la stessa costanza che caratterizzano la danza, come celebrazione internazionale che apre a tutti. Un Festival che punta molto, se non tutto, sull’attenzione rivolta agli altri e all’altro, in senso culturale e spirituale.
«La danza non ha confini», prosegue l’Assessora del Comune di Torino Francesca Leon, evidenziando la caratteristica fortemente inclusiva del Festival (e di tutte le arti sceniche) in tempi in cui l’inclusività sembra un vezzo che non ci si può permettere.
Ma «anche l’Italia che balla parla una lingua universale che ogni giorno conquista nuove platee, su cui Torinodanza scommette e investe per sostenere la loro meritatissima diffusione», a sancire l’assoluta mancanza di pertinenza dell’idea di “confine”, così come riportano le ultime parole di Cremonini nel comunicato stampa.
Realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, il Festival si svolgerà nel periodo dall’11 settembre al 26 ottobre 2019, attraversando tutti i maggiori poli di produzione e diffusione teatrale di Torino e cintura e coinvolgendo 11 paesi (Argentina, Belgio, Brasile, Cina, Francia, Inghilterra, Irlanda, Italia, Israele, Scozia, Spagna), per un totale di 19 titoli, di cui 7 prime nazionali e 2 coproduzioni internazionali.
Mercoledì 11 settembre 2019 e giovedì 12 settembre si inaugura al Teatro Regio con Sutra, di Sidi Larbi Cherkaoui e i Monaci del Tempio cinese Shaolin in collaborazione dello scultore Antony Gormley, portando in scena l’incontro tra il pensiero e lo spirito orientali e occidentali.
Il 13 settembre la coreografa e danzatrice Simona Bertozzi e il compositore Francesco Giomi porteranno al Teatro Gobetti Anatomia, dialogo tra corpo e musica.
Il 14 e il 15 settembre 2019 il pubblico sarà invitato ai tavoli del Foyer del Teatro Carignano, sedendosi in un ristorante animato dagli interventi di danza, teatro, musica e comicità di Food – Può contenere tracce di…, creato da Luca Silvestrini e Orlando Gough.
Il Museo Nazionale della Montagna al Monte dei Cappuccini ospiterà due performance nate nell’ambito del progetto Corpo Links Cluster: Orografia (14 e 15 settembre) creata da Michele Di Stefano e Lorenzo Bianchi Hoesch a Bardonecchia, e Purgatorio, ovvero aspettando Paradiso, di Marco Chenevier, al debutto in prima nazionale il 15 settembre.
Dopo Sutra, il 19 e il 20 settembre debutterà al Teatro Carignano, in prima nazionale, l’ultimo lavoro di Sidi Larbi Cherkaoui, coprodotto da Torinodanza: Session rappresenta un dialogo con le danze tradizionali irlandesi, nel corpo di Colin Dunne. 21 settembre, alla Lavanderia a Vapore di Collegno andrà in scena la prima nazionale di Mon jour! Primo Studio, creazione di Silvia Gribaudi nell’ambito di Corpo Links Cluster che ha coinvolto le comunità della Val Chisone e della Val Germanasca; nella stessa occasione verrà riproposto R.OSA della Gribaudi, con Claudia Marsicano.
Akram Khan porta il suo ultimo solo alle Fonderie Limone di Moncalieri il 25 e il 26 settembre: Xenos racconta la storia di un ballerino indiano il cui corpo diventa uno strumento di guerra, commistionando tra il kathak classico e la danza contemporanea.
Bruno Beltrão e il suo Grupo de Rua, per la prima volta a Torino, compiono un’operazione analoga, traducendo i conflitti sociali del Brasile nella danza di strada, hip hop e break dance, di Inoah, in scena al Teatro Astra il 28 e 29 settembre.
Il 30 settembre Torinodanza e Museo Nazionale del Cinema presentano il documentario THIRD ACT di Lotte Stoops e Mieke Struyve al Cinema Massimo: la pellicola segue la famiglia di Peeping Tom e l’omonima compagnia franco-argentina di Gabriela Carrizo e Franck Chartier, introducendo la Trilogia della Famiglia che andrà in scena alle Fonderie Limone di Moncalieri: il 1° ottobre KIND (Figlio, 2019), il 3 ottobre MOEDER (Madre, 2016), il 5 ottobre VADER (Padre, 2014).
Sempre alle Fonderie Limone la coreografa e performer Lisbeth Gruwez porterà The Sea Within il 9 e 10 ottobre in prima nazionale, e il solo It’s going to get worse and worse and worse, my friend il 10 e 11 ottobre.
La coreografia Anna Planas, in collaborazione con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, porta in prima nazionale lo spettacolo ispirato all’opera di Jules Verne Viaggio al centro della Terra, in programma alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani il 12 e il 13 ottobre.
Per Corpo Links Cluster Piergiorgio Milano debutterà in prima nazionale il 18 e il 19 ottobre alle Fonderie Limone di Moncalieri, con termine con White Out (nel linguaggio alpinistico, la perdita completa di riferimenti dovuta ad una particolare condizione meteorologica, che rende impossibile l’orientamento).
Torinodanza e Fondazione Piemonte dal Vivo presentano DIALOGUES ‐ Fragments and Stream’s Gestures – coreografie di Sophie Laplane, Raphael Bianco, Viola Scaglione, coordinate da Elena Rolla – progetto nato dal gemellaggio fra Glasgow e la Città di Torino nel confronto tra le compagnie EgriBiancoDanza, Balletto Teatro di Torino e Scottish Ballet di Glasgow, il 20 ottobre in prima nazionale alla Lavanderia a Vapore di Collegno.
Con la nuova produzione di Ambra Senatore, Conversation, il 23 ottobre la Lavanderia a Vapore sarà teatro del dialogo aperto tra gli artisti e performer e gli spettatori, gli studiosi e gli esperti di ambiti scientifici e letterari.
Il Festival si conclude il 25 e 26 ottobre alle Fonderie Limone, con Kamuyot di Ohad Naharin, performance in forma interattiva interpretata da giovani danzatori per un pubblico di giovani. Un finale che sintetizza alla perfezione lo spirito di tutto il Festival, come apertura all’altro, al futuro delle nuove generazioni, come approccio gioioso all’arte e alla vita, come una celebrazione.