Quarto appuntamento domenica 28 aprile con il ciclo “Ritorno al futuro – Lezioni di musica del XX e XXI secolo”, una rassegna di cinque lezioni prodotte dalla Fondazione Musica per Roma e dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dedicate alla musica del secolo scorso con uno sguardo rivolto agli sviluppi della musica nel mondo contemporaneo e nel futuro. L’appuntamento di domenica 28 nel Teatro Studio Gianni Borgna alle ore 11 (Auditorium Parco della Musica) vedrà protagonista il pianista, compositore e musicologo Carlo Boccadoro che affronterà un percorso attraverso il minimalismo, movimento artistico di enorme influenza in tutto il mondo. Una musica che dall’America si mette in viaggio verso l’India e l’Africa, mentre in Europa si colora di barocco, di musica popolare tradizionale di memorie storiche. Vedremo come queste musiche parlano tra loro, si contaminano a vicenda, trasbordano nel mondo del rock, del pop, dell’elettronica. Una storia che non è ancora finita.
Gli appuntamenti a cadenza mensile saranno tenuti da musicologi e divulgatori come Gianluigi Mattietti e Guido Zaccagnini e dai compositori Michele dall’Ongaro, Kaija Saariaho, Michele Tadini e Carlo Boccadoro che affronteranno il tema della musica contemporanea come ad esempio la straordinaria esperienza della Scuola di Darmstadt, dove mossero i primi significativi passi figure fondamentali per la storia della musica moderna (tra gli altri, Luigi Nono, Bruno Maderna, Pierre Boulez e Karlheinz Stockhausen) per un’indagine che, arrivando ai nostri giorni, metterà a fuoco compositori imprescindibili del panorama contemporaneo (Steve Reich, John Adams) e parlerà delle possibilità di trasformazione del suono offerte dall’elettronica.
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Prossimi appuntamenti
Domenica 12 maggio
Guido Zaccagnini – Vienna, Darmstadt e oltre
Il babelico panorama musicale che ci si offre in questo primo scorcio del XXI secolo è la logica conseguenza del numero e della diversificazione delle traiettorie seguite dalla musica negli ultimi cento anni. Ma tra le varie correnti nate agli albori del Novecento, è indubbio che quella inaugurata da Schönberg nei primi anni Venti – condivisa o contestata che fosse – abbia avuto un ruolo centrale nei suoi destini. E ciò anche in virtù di una continuità che agli ideali della Seconda Scuola di Vienna fu garantita dalla nascita, a Darmstadt, dei “Corsi estivi per la Nuova Musica”. Nel giro di pochi anni presero a darsi convegno nella cittadina tedesca quei compositori – non a caso definiti da Mario Bortolotto “i nipotini di Webern” – che per alcuni decenni furono gli alfieri della Neue Musik: Boulez, Stockhausen, Nono, Berio, ecc. Ma a Darmstadt si affacciarono poi musicisti (Cage, Ligeti, Feldman, ecc.) che avrebbero impresso svolte radicali (quanto a stili compositivi, organici strumentali, forme e modalità esecutive, ecc.) di cui ancora oggi verifichiamo la portata e le conseguenze.
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Info 06-80241281 – 06 8082058