La XXIII del Festival GiocaTeatro volge al termine. Tra gli ultimi spettacoli che toccano i palcoscenici della Casa Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, i Direttori dei Festival italiani dedicati al Teatro Ragazzi si sono incontrati per confrontarsi sullo stato dell’arte della sua diffusione. E come suggerisce il Direttore Artistico della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Graziano Melano, intervistato per l’occasione, il punto cruciale è ancora una volta la capacità del teatro di raccontare, di raccontarsi e di istruire.
——-
Di qua e di là – Storia di un piccolo muro
con Roberta Maraini
di Silvano Antonelli
produzione Compagnia Teatrale Stilema con il sostegno di Torino Arti Performative,
in collaborazione con Teatro De Micheli di Copparo
Il muro in rovina al centro della scena è l’inequivocabile segno del concetto astratto di “confine”: una delimitazione dello spazio personale che Roberta Maraini sacrifica presto per parlare alla platea di bambini (e non) in muta osservazione.
A fronte delle sue titubanze, espresse nell’improvviso trincerarsi dietro il fragile muro, i bambini avvertono l’esigenza e il diritto di intervenire e protestare, esortandola all’apertura e alla fiducia. Nel teatro per ragazzi di Silvano Antonelli, l’ingrediente segreto per fare in modo che uno spettacolo sappia rivolgersi ai bambini con assoluta precisione è parlare la loro stessa lingua, e la pronta risposta della platea ne conferma continuamente l’efficacia.
Il muro onnipresente, allora, precisa ed enfatizza le ipocondrie e le idiosincrasie del personaggio di Maraini, ridicolizzandone le esagerazioni; ma al contempo istruisce al rispetto di quei confini di cui gli altri talvolta hanno bisogno.
Di qua e di là parla di un tema importante a una fascia d’età che ha solo di che giovare dal suo insegnamento, e a un contenuto altamente trasmissibile si aggiungono i tempi serrati e perfetti di una regia accurata, impeccabile.
——-
Terrarium
testo e regia Adriana Zamboni, Lucio Diana
con Giorgia Goldini, Rossana Peraccio, Giovanni Licari
musiche originali e sound design Guglielmo Diana
style e visual concept Lucio Diana
costumi Monica Di Pasqua
tecnico audio e luci Emanuele Vallinotti
produzione Fondazione TRG Onlus
Giorgia Goldini, Rossana Peraccio e Giovanni Licari interpretano i tre bambini dello spettacolo scritto e diretto da Adriana Zamboni e Lucio Diana; i tre bambini, a loro volta, interpretano gli insetti del balcone di casa, al fine di comprendere e apprezzare il minuscolo mondo che vi risiede. mostrando l’importanza di preservare il piccolo ma complesso ecosistema che vive dentro di esso.
Sia che si intenda Terrarium come uno spettacolo finalizzato allo sviluppo di una eco-etica, della capacità di conoscere ed apprezzare le differenze o come realtà speculare che porti a una maggiore comprensione della realtà umana, il suo valore istruttivo risulta comunque ampio e profondo.
è perciò con grande piacere che Terrarium si lascia gustare anche per i suoi meravigliosi colori, rimbalzando dai suggestivi costumi di scena (Monica Di Pasqua) alla scenografia accattivante (Lucio Diana), agli effetti visivi e sonori (sotto la direzione tecnica di Emanuele Vallinotti, per le musiche di Guglielmo Diana).
——-
PLAYZEN Sensei Zorzi e l’arte di praticare sport
con Kataklò Athletic Dance Theatre e Andrea Zorzi
coreografie Giulia Staccioli
drammaturgia Edoardo Ribatto
regia Giulia Staccioli e Edoardo Ribatto
produzione Mito srl
Il Festival GiocaTeatro concluderà sabato 13 aprile, con la rappresentazione di PLAYZEN alle ore 21:00, Casa Teatro Ragazzi.
Lo spettacolo indaga un modo alternativo di approdare alla conoscenza, ricorrendo alla corporeità dello sport, in maniera affatto dissimile da quanto insegna il teatro.
Per la regia di Giulia Staccioli e Edoardo Ribatto, la scena vedrà il confronto tra il teatro fisico della Kataklò Athletic Dance Theatre e l’attore ex campione olimpionico di pallavolo Andrea Zorzi, per l’occasione insignito del titolo di sensei, “maestro” e “guida” in questo inedito modo di intendere la didattica scenica.
——-
Giunti quasi al termine della XXIII edizione del Festival GiocaTeatro, con ben 16 spettacoli andati in scena in quattro giorni, il Direttore Artistico della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Graziano Melano risponde a tre domande sul futuro dell’istituzione, del teatro e del pubblico.
Ieri si è tenuto l’incontro a porte chiuse tra i direttori dei Festival di Teatro Ragazzi in Italia. Quali nuove strategie adotterete per diffondere il genere?
Graziano Melano: Quello di ieri è stato il secondo di una serie di incontri, finalizzati alla creazione di una rete nazionale di Festival di Teatro Ragazzi in riferimento alla ASSITEJ (Associazione Italiana di Teatro per l’Infanzia e la Gioventù) – l’unica organizzazione su scala mondiale dedicata al genere.
L’Italia è sempre stata uno dei più importanti centri di produzione nel mondo, e attraverso questi incontri vorremmo trovare delle formule di promozione e di progettualità comuni, ad esempio nella valorizzazione e nel sostegno a progetti innovativi realizzati da giovani artisti, ma anche da figure storiche del panorama teatrale. La promozione sarà molto importante per affermare un settore come il Teatro Ragazzi, che ogni anno coinvolge circa un milione di spettatori, tra bambini, giovani e famiglie.
In Italia c’è una grande attenzione per la letteratura dedicata ai più giovani. Come si relaziona il Teatro Ragazzi con la narrativa stampata e con i relativi Festival?
Graziano Melano: Molte produzioni teatrali si ispirano alla narrativa d’infanzia o a quella letteratura “per tutti” che, pur se riferita a un pubblico giovane, ha un valore universale. Per esempio, nel cartellone di questa edizione del GiocaTeatro sono passati Il Barone di Munchausen e Peter Pan, e ancora Il paese dei quadrati magici, che si ispira liberamente all’opera di Pinin Carpi, ed Emanuela Loi che attinge dal romanzo di Annalisa Strada.
Altri fondamentali riferimenti letterari sono sempre state le fiabe di Calvino e dei fratelli Grimm, un enorme patrimonio per il Teatro Ragazzi, la cui peculiarità è forse quella di preservare il rapporto tra oralità e testo scritto, per esempio riproducendo formule magiche…
È necessario incrementare il rapporto con i Festival di letteratura, che già esiste nell’ambito dell’Andersen Festival, magari con la Bologna Children’s Book Fair: a questo proposito penso a persone come Giorgio Scaramuzzino, autore e regista di Peter Pan, che oltre alla drammaturgia si dedica alla letteratura.
Quest’anno con la Fondazione Bottari Lattes abbiamo in cantiere un progetto dedicato a Il Piccolo Principe.
Quali spettacoli del GiocaTeatro hanno suscitato l’interesse degli altri Direttori artistici, e quali verranno ospitati alla Casa del Teatro?
Graziano Melano: È difficile rispondere a nome dei programmatori; in Francia durante i Festival sono previsti momenti di discussione comune, questo potrebbe essere un buon modo di ottenere opinioni a caldo. Nei prossimi giorni, con Angela Santucci lavoreremo per estrapolare gli spettacoli da inserire nella programmazione della prossima stagione.
Personalmente, ho riscontrato negli artisti del GiocaTeatro un grande impegno sia nella drammaturgia che nell’allestimento scenico: tutti avevano da dire qualcosa di importante, anche se non sempre si riesce a concretizzarlo sul palco.
Cito un lavoro su tutti, Picasso: Ritratti!
Secondo me Izumi Fujiwara ha portato un seme di linguaggio disciplinare molto importante per lo spettatore. Ispirarsi a Picasso vuol dire infrangere la regola, e in qualche modo “liberare” la creatività infantile.