Alexandra Dovgan pianista
Scarlatti: Sonata in re maggiore, K436
Scarlatti: Sonata in fa minore, K466
Beethoven: Sonata n. 10 in sol maggiore, op. 14 n. 2
Bach – Rachmaninov: Preludio, Gavotta e Giga dalla Partita n.3 in mi maggiore
Rachmaninov: Margaritki (“Margherite”) da Sei Romanze op.38
Mendelssohn – Rachmaninov: Scherzo da “Sogno di una notte di mezza estate”
Chopin: Fantaisie-impromptu, op.66
Chopin: Valzer in do diesis minore, op.64 n.2
Chopin: Valzer in re bemolle maggiore, op.64 n.1
Chopin: Valzer in la bemolle maggiore, op.42
Chopin: Valzer in la minore, op.34 n.2
Chopin: Valzer in la bemolle maggiore op.42
Debussy: Children’s corner
———–
Attesissimo tra i debutti del 2019 il concerto che ha come protagonista ALEXANDRA DOVGAN, pianista russa di soli undici anni nota per le sue straordinarie capacità musicali, che si esibirà, per la prima volta in Italia, il 17 maggio all’Auditorium San Barnaba di Brescia, in occasione del Festival Pianistico Internazionale.
E’ stato Grigory Sokolov, che si è appena esibito al Festival il 26 aprile in un concerto straordinariamente toccante, a proporre e presentare la giovanissima artista al Pianistico Internazionale.
Come un cammeo il Maestro l’ha anche voluta il 12 maggio ad aprire il suo concerto nella prestigiosa Concertgebouw di Amsterdam, la sala dove Alexandra sognova di suonare.
«È un raro caso: la definizione di “bambini prodigio” non è adatta alla pianista undicenne Alexandra Dovgan, perché questo miracolo non ha nulla di infantile. Ascoltandola sentirete suonare un adulto, una personalità.
Mi fa piacere notare la maestria della sua formidabile insegnante, Miroslava Marchenko, ma ci sono cose che non si possono insegnare. Il talento di Alexandra Dovgan è armonioso in modo raro, la sua maniera di suonare è autentica e concentrata. Prevedo un grande futuro per lei.»
Come dice Sokolov, è raro trovare un talento così incisivo e completo nella figura di un bambino: giovani prodigi che a pochi anni di età già dimostrano doti musicali fuori dagli schemi.
Tra questi, spicca Alexandra Dovgan, pianista moscovita che, a soli undici anni, vanta numerosi premi e riconoscimenti vinti in concorsi nazionali e internazionali, come il Grand Prix del Grand Piano Competition di Mosca (2018), e si esibisce in festival e tournée in molte parti del mondo.
“Nella prima infanzia, quando non riuscivo a addormentarmi, i miei genitori mi facevano sentire Le Variazioni Goldberg di Bach, infatti le adoro. Come amo anche “Pierino e Il Lupo” di Prokofiev e non mi stanco mai di ascoltarlo. “
Essere nata in una famiglia di musicisti e suonare il pianoforte dall’età di cinque anni sono solo due dei tanti elementi che hanno contribuito alla formazione sicura ed energica di questo talento russo: nonostante la sua giovane età, spiccano la serietà e la devozione per la musica, che accompagna ogni momento della sua giornata.
Ma a caratterizzare l’apparente duratura esperienza della pianista sono anche la tranquillità e la concentrazione che dimostra di avere durante le esibizioni nei suoi tre o quattro concerti al mese, come se suonare in pubblico fosse una cosa naturale e abituale.
Sogna di eseguire concerti di Chopin con Mikhail Pletnev e vuole viaggiare per il mondo per cogliere attimi di musica anche nell’ambiente che la circonda: è una vita all’insegna della passione per l’arte, dello studio profondo e responsabile, della totale e gioiosa dedizione al suono del pianoforte, tanto coinvolgente da rinunciare spesso in modo consapevole all’infanzia e all’adolescenza che tutti i ragazzi della sua stessa età vivono.
Alexandra Dovgan a proposito di Valery Gergiev, con cui si è già esibita e che la trova straordinaria, ricorda spesso “che è il direttore che è riuscito a darle sostegno e sicurezza nei momenti in cui ha suonato come solista. “
Il concerto del 17 maggio seguirà le note delle musiche di Scarlatti, che “indicano sinteticamente i due aspetti estremi della poetica di Scarlatti: la gioia di vivere e l’ipocondria” (Piero Rattalino), di Rachmaninov, che egli trascrisse “staccandoli dal barocco per spingerli verso le gradevolezze dello stile rococò” (Piero Rattalino), di Chopin, uno degli artisti che la giovane Dovgan preferisce, in cui “l’ascoltatore noterà come Chopin radicalizzi il carattere espressivo dei due modi: gioia e dolore, pace interiore e nera ipocondria, Paradiso e Inferno…” (Piero Rattalino).
La presenza di Alexandra Dovgan, di cui qualcuno parla come la “Argerich undicenne” conferma il ruolo di vero e proprio talent scout che da sempre appartiene al Festival, nido di giovani talenti che vengono così lanciati, riuscendo poi a raggiungere fama internazionale.
È opportuno, tra i tanti, citare Andrea Battistoni, che ha debuttato al 45° Festival (2008) con il suo primo concerto ed è diventato nel 2012, a soli ventiquattro anni, il più giovane direttore del Teatro alla Scala, Yuja Wang, che si è esibita a ventidue anni alla 46^ edizione del Festival e ora gode di fama internazionale. Alexander Malofeev, che ha inaugurato la 54^ edizione a soli quindici anni, e Ivan Bessonov, che ha tenuto il suo primo recital in Italia questo 24 aprile, a soli 16 anni.
——-
STORIA
Nato nel 1964 per iniziativa del M° Agostino Orizio, in omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli, il Festival misura il polso del pianismo internazionale ospitando da cinquantasei anni le orchestre e i solisti più famosi. Al Festival sono apparsi non solo i più grandi pianisti, da Michelangeli, protagonista delle prime cinque edizioni, a Magaloff, da Richter ad Arrau, Pollini, Ashkenazy, Radu Lupu, Zimerman, Brendel, Martha Argerich, Evgenij Kissin, Grigory Sokolov, ma anche strumentisti, cantanti e direttori del calibro di Mstislav Rostropovich, Mischa Maisky, Uto Ughi, Luciano Pavarotti, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Gergiev, Giulini, Sawallisch, Solti, Maazel, Chung. Tra le orchestre spiccano i Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker, la Chicago Symphony Orchestra, la London Symphony, l’Orchestra di Philadelphia, la Filarmonica d’Israele, la Filarmonica di San Pietroburgo, la National de France, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, la Filarmonica della Scala.
L’edizione 2018 “Čajkovskij, mon amour!” si è distinta per la presenza di Martha Argerich in residence per la prima volta in Italia dopo 12 anni e per il successo di pubblico con 24 mila presenze totali.
www.festivalpianistico.it