Furiosa Scandinavia in scena al Polo del ‘900: lo spettacolo prodotto da Settembre Teatro e Acción Cultural Española incarna almeno uno dei propositi del centro: la divulgazione della grande letteratura (gli altri sono l’innovazione scenica, l’incontro con la letteratura estera, la serendipità culturale).
Tradotto da Marta Bevilacqua (anche interprete) dall’originale spagnolo di Antonio Rojano, lo spettacolo adatta un testo che già di partenza si ispirava pesantemente alla Recherche du temps perdu di Marcel Proust, indagando i misteri della memoria umana nel sottoporli a una futuribile pillola che consente di cancellare i ricordi.
Con i vari passaggi, dall’autorevole fonte di ispirazione al romanzo di Rojano, dallo spagnolo all’italiano, quindi allo spettacolo di Settembre Teatro, nulla dell’importante messaggio rischia di essere perso, suonando anzi come un monito per una società che sempre più affida alle memorie di silicio i propri ricordi e le proprie ambizioni: i personaggi dello spettacolo appaiono come esasperazioni di caratteri, talvolta sfiorando l’assurdo, vittime inconsapevoli di un mondo iper-mediatizzato. Un mondo che li opprime, li schiaccia e infine li fagocita consumando la tragedia umana dei protagonisti.
A una simile distopia comunicativa Rojano propone lo specchio e l’opposto ideale di un universo narrativo a cavallo fra Bradbury e Borges, incarnato nel personaggio del gaucho (Giuseppe Sartori) chiamato a ricostruire l’intrico degli improbabili legami relazionali tra personaggi presenti e non.
Una “trama”, nel suo significato letterale, che la regia di Javier Sahuquillo riesce a sbrogliare nel più affascinante dei modi, lasciando spaventosamente indefinite le identità di personaggi (con Bevilacqua e Sartori, sul palco Valentina Virando e Stefano Pettenella) entro un taglio registico denso e multiprospettico: mentre le scene del copione si svolgono negli angoli illuminati, le zone d’ombra lasciano curiosare nelle futili azioni degli altri personaggi, rappresentando la spaventosa moltiplicazione dei punti di vista dell’umano connesso.
Tanto da rendere la Scandinavia “furiosa” un contesto arbitrario e occasionale, totalmente rimpiazzabile da qualunque altro luogo – purché sufficientemente freddo e lontano; la vera ambientazione di Furiosa Scandinavia è l’inquietante mondo interiore dei personaggi, afflitti da una solitudine fin troppo simile a quella di chi si giostra da uno schermo all’altro.
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Furiosa Scandinavia
di Antonio Rojano
traduzione italiana Marta Bevilacqua
regia Javier Sahuquillo
con Valentina Virando, Giuseppe Sartori, Stefano Pettenella, Marta Bevilacqua
scenografia Alessandro Battisti – ETNIK
direzione tecnica e disegno luci Andrea Gagliotta
musiche Roberto Cammarata – Mustang Ty Rob IV
identità visiva Kamilla Lucarelli
video Cinemage
assistente alla regia Marta Bevilacqua
produzione Settembre Teatro / Acción Cultural Española, AC/E
in collaborazione con Laboratorio Artistico Pietra
progetto in residenza artistica Cavallerizza Irreale
con il sostegno dell’Instituto Cervantes Milán e Serranos tapas y gintonics di Torino e la collaborazione dell’Istituto Salvemini – Torino