Il jazz manouche, hot club jazz, gipsy swing o gipsy jazz che dir si voglia, nasce negli anni ’30 del secolo scorso a Parigi grazie all’incontro del musicista tzigano Django Reinhardt e del violinista di formazione classica Stéphane Grappelli. Django, fulminato dai primi dischi di jazz americano e dallo stile del violinista parigino, fonda Le Quintette du Hot Club de France, dando vita a quello che è forse il primo esempio di jazz Europeo. Oggi il jazz manouche ha un grandissimo seguito, in Italia come nel mondo.
Il progetto Accordi Disaccordi nasce nel 2012 ispirato dai film “Midnight in Paris” e “Accordi e Disaccordi” entrambi girati da Woody Allen. I tre musicisti (Alesando Di Virgilio alla chitarra solista, Dario Berlucchi alla chitarra ritmica ed Elia Lasorsa al contrabbasso) hanno in attivo quattro album e moltissimi concerti e tournee in Italia e all’estero. Da segnalare in particolare sono le numerose tournee in Russia (più di 150 concerti), il lungo tour del 2018 che li ha portati a suonare all’Ambasciata italiana di Washington, in quella turca di Istanbul, e in Grecia all’Athens Technopolis Jazz Festival oltre a diverse date in Germania, Francia e Inghilterra. All’attività concertistica svolta all’estero affiancano numerosi concerti in diversi festival italiani, qui ricordiamo in particolare l’assidua collaborazione con Umbria Jazz Festival che li ha visti protagonisti sul palcoscenico per cinque anni consecutivi.
Le musiche di Accordi Disaccordi si discostano dall’immaginario collettivo associato al jazz manouche: al sangue, alla ruvidità e alla durezza tipiche della musica di matrice tzigana vengono contrapposte atmosfere oniriche, vellutate e melanconiche. Una scelta che forse lascia interdetti i più tradizionalisti che vorrebbero sul palco una sorta di teatro del perduto, una riproposizione fedele del repertorio classico che inevitabilmente porterebbe ad un vuoto esercizio di rievocazione storica. Quello che invece gli spettatori ascoltano sul palco del Blue Note è il risultato di molti anni di ricerca artistica ed evoluzione da parte del trio.
Ascoltando in ordine cronologico le incisioni di Accordi Disaccordi è facile riconoscere il percorso che li ha portati fin qui: da un approccio più tradizionalista al jazz manouche con numerosi pezzi tipici del repertorio si è arrivati all’ultimo disco (Accordi Disaccordi, 2017) esclusivamente composto da brani originali e specchio fedele dell’anima della band. Nonostante ciò rimangono vivi alcuni stilemi tipici del gipsy jazz: velocità, precisione, arpeggi, il fraseggio geometrico e raffinato, l’accompagnamento marcato, ritmico e incessante. A questi elementi vengono associate sonorità più dolci, linee melodiche distese ed influenze tecniche e melodiche tipiche della musica latina, flamenco e blues.
Il Blue Note è una cornice perfetta per Accordi Disaccordi: l’atmosfera intima e raccolta del club induce lo spettatore ad un ascolto meditativo e quasi religioso. La resa della band è ottima nonostante questa fosse la prima esperienza al club milanese.
La nicchia nella quale il progetto Accordi Disaccordi si è saputo inserire nel corso degli ultimi anni ne fanno un progetto unico: l’ascolto è caldamente consigliato!