Pittore, architetto, inventore, ingegnere, scienziato ma anche amante della terra ed esperto agronomo. Nel documentario, Il vino di Leonardo di Marco Carosi prodotto da Giovanni Storaro e Mirko Conte, che sarà proiettato lunedì 3 giugno (ore 20.00) al cinema La Compagnia di Firenze, scopriamo il lato più intimo di Leonardo, la sua anima agricola e la sua passione profonda per il vino.
Attraverso i racconti di studiosi e appassionati del genio toscano, Marco Carosi, ci conduce in un viaggio nelle terre e nei luoghi abitati da Leonardo, nel suo modo di pensare e di consumare vino. (“Il vin sia temperato, poco e spesso, no fuor di pasto, né a stomaco vuoto”)
Il documentario di Marco Carosi è un tributo al genio nell’anno in cui si celebra il cinquecentenario della sua morte, impreziosito anche dalla collaborazione con Vittorio Storaro, tre volte premio Oscar per la fotografia, che ha curato le luci della scena del Cenacolo ricreando il capolavoro a grandezza naturale e illuminandolo come nella visione di Leonardo.
Il rapporto fra Leonardo da Vinci e la vigna nasce in tenera età, dopo che il padre aveva lasciato in eredità, a lui e ai fratelli, dei poderi che producevano 128 barili di vino all’anno e dopo che lo zio Francesco gli aveva donato altre terre. Una passione che era aumentata dopo aver ricevuto, come ricompensa per il Cenacolo, una vigna da Ludovico il Moro e dopo aver rinvenuto, alla biblioteca Malatestiana, un codice trecentesco sulla viticoltura a cui si ispirò per concepire nuovi metodi per la vinificazione.
“Il vino eleva l’anima insino al cerebro. Porta l’umanità dell’uomo al cervello saldando l’umanità”. Il vino, per Leonardo, aveva un grande potere: quello di saldare il contatto fra l’uomo e la natura.
Ingresso libero. Degustazione gratuita al termine della proiezione alla presenza di Luca Maroni.