Esperienza unica, per quelle che sono le mie conoscenze, il Mercato dei Poeti. Nel mercato di Porta Palazzo – un angolo storico davvero importante per Torino, per il Piemonte e (scusate l’ardire) per la storia d’Italia – si sono portati attività e personaggi Felliniani, nel senso più bello del termine. Una specie di Circo Barnum, con attività artistiche che spaziavano dal Teatro alla Poesia, dalla Danza al Bricolage, con tutte le variazioni e possibilità nel coniugare queste arti e queste passioni. C’era chi declamava versi, chi li faceva sul posto, chi proponeva tarocchi e chi suonava dal vivo. Gruppi di scuola di Teatro con i loro pezzi e le loro performance, signore oltre gli anta che regalavano poesie o ricami in cambio di un’offerta, chi si faceva davvero pagare. Insomma un clima di Festival di Teatro di Strada ma con la possibilità di esporre la “propria merce” su dei banchi veri e propri, ed il fatto che la luce fosse davvero poca – iniziava alle 21.30 – ha obbligato ad aguzzare l’ingegno dei “mercanti”, affinché il proprio banco fosse ben visibile ed appetibile. La gente, accorsa davvero numerosa, era entusiasta e si muoveva a frotte facendosi incantare e rapire da tutto ciò che veniva proposto. Una esperienza davvero bella, commovente, arricchente, umana e, speriamo, ripetibile.
Riporto un commento tratto da Facebook, sulla pagina Mercato dei Poeti – Mercanti:
Banco 17. Bello e commovente. Sembrava di essere in un film americano anni 50, quelli in bianco e nero che si svolgono in mezzo alle giostre, e la gente ride e mangia zucchero filato e pensa che davvero la vita sia così. Ridere scherzare e mangiare zucchero filato. Ho incontrato tanta gente, con molti ho solo parlato e scherzato, con altri sono entrato più nel profondo ed ho capito la vera essenza della poesia di strada. Incontrare e farsi incontrare. E come dice una bella definizione della vita (letta in treno al Lingotto sul muro) Life is UAO!
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QUESTA LA CALL:
Mercato dei Poeti
Il mercato di Porta Palazzo è un cuore pulsante che non smette mai. Per chi ci abita scandisce le ore del giorno e della notte e i giorni della settimana. Una macchina che senza sosta racconta il ciclo continuo di nascita, vita e morte attraverso le sue fasi che si succedono sempre nella stessa sequenza. Esiste un preciso momento nel flusso della giornata di Porta Palazzo, che si colloca pressapoco intorno al crepuscolo, in cui la frenesia dei cicli del mercato segna un momento di sospensione. È il tempo dell’otium, il tempo per la bellezza condivisa, il tempo della poesia. Tempo per dedicare grida e merci a un altro cibo, quello per l’anima. Il mercato dei poeti è un happening a call aperta, per l’allestimento dei banchi del mercato ad uso artistico e poetico. Ad ogni artista che risponde alla chiamata, nel rispetto di un codice etico di buon vicinato, viene affidato un banco per il tempo di apertura del mercato (21.30/23.30). L’artista può allestirlo a suo gradimento, esporre la propria “merce” secondo la propria estetica, inventare le sue esche per richiamare a sé il pubblico, dare al miglior offerente le proprie primizie, collaborare o solidarizzare coi propri vicini, inventare i propri stratagemmi, re-immaginare bellezza. Unica consegna, restituire il banco alla chiusura del mercato, nell’esatto stato in cui lo si è ricevuto.
Il numero dei mercanti è molto lungo. Allego l’indirizzo a cui poter accedere: http://www.mercatodeipoeti.it/category/i_mercanti/