«Mi avevano chiesto di portare parole sulle culle dei prematuri, di accendere di storie il Reparto di Neonatologia dell’Ospedale di Reggio Emilia, città dove vivo e lavoro. Sentivo in modo cristallino di camminare in bilico dove la vita sboccia e traballa. Ho deciso di domandare ad altri bambini, alleati potenti, di aiutarmi a trovare il filo da tessere insieme per convincere i più piccoli ad aprire gli occhi da questa parte»: Monica Morini, cofondatrice del Teatro dell’Orsa, racconta la nascita del libro Qui ci sono le altalene, una delicata «ballata alla vita» che domenica 5 maggio alle ore 16 presenterà alla Biblioteca Civica Antonio Delfini di Modena nell’ambito dell’ottava edizione del Festival della Letteratura per Ragazzi Passa la Parola.
«Scrivo e lavoro in teatro, costruendo con i bambini, da sempre. Mi pareva naturale coinvolgerli. Ai bambini visitati nelle scuole e negli incontri in biblioteca ho raccontato storie di nascita, ho tenuto tra le mani un libro amatissimo, La grande domanda di Wolf Erlbruch (Editore E/O), poi ho ascoltato e registrato le loro risposte» continua l’autrice «Brecht diceva “Io nasco dentro una domanda”. Abbiamo bisogno di domande per liberare visioni. Ho chiesto aiuto, ho detto dove sarei andata, chi avrei incontrato, e dopo aver domandato loro cosa avrei dovuto dire perché valesse la pena nascere una bambina di 4 anni mi ha guardato e con certezza mi ha risposto: “Qui ci sono le altalene”».
Racconta Monica Morini in merito all’inusuale contesto che ha visto nascere l’albo, illustrato da Eva Sánchez Gómez: «Stava prendendo corpo dentro il Reparto di Neonatologia di Reggio Emilia la volontà di donare uno spazio di nutrimento per genitori e bambini, fatto di parole, di albi, di storie, di rime. Abbiamo creato una bibliografia in collaborazione con il sistema bibliotecario della città e una bella libreria per ragazzi, Il semaforo Blu. Ho incontrato il personale e i genitori, lavorato sul valore della memoria delle storie, delle parole e delle rime e dei canti che custodiscono il suono di ogni inizio in noi. Poi nella giornata del prematuro abbiamo donato la nostra ballata. Da anni ricerco in teatro la voce dell’altro, la interrogo, domando ad adulti, bambini, anziani, rovescio l’orecchio e raccolgo incandescenze e visioni ferme dentro frammenti di storie, risposte fulminanti a domande che grattano nelle pieghe del vivere. Lo faccio nelle biblioteche, nelle scuole, nelle piazze, compongo ballate fatte dalle parole ascoltate e registrate; ho composto le ballate della scuola, della famiglia, della cittadinanza, della casa, del lavoro. La ballata è una formula che lascia libertà al respiro di incontrare la diversità del pensiero dell’altro in un moto aperto, come la vita».
«Nonostante Monica Morini l’abbia concepita per un momento chiave della vita di alcuni, venire al mondo prima del tempo, a me pare di cogliere un’universalità che tocca anche altre questioni» riflette Carla Ghisalberti sulle pagine di Letteratura Candita «Se si potessero avere pagine infinite per elencare tutte le ragioni che possono esistere per decidere di vivere, questa ‘ballata’ la si potrebbe cantare non solo ai bambini prematuri, ma a tutti coloro che sono in equilibrio tra un qui e un là. Solo per dirgli, non mollare, resta ancora un po’».
L’appuntamento è a ingresso libero. Posti limitati.
La Biblioteca Civica Antonio Delfini si trova in Corso Canalgrande 103 a Modena.
Info sul Festival Passa la Parola: http://www.passalaparola.it/
Info sull’autrice: http://www.teatrodellorsa.com/la-compagnia/monica-morini/
Info sul libro e l’editore: http://www.edizionicorsare.it/qui_ci_sono_altalene.html