Una Babele crollata e ricostruita dai ragazzi tra i 15 e i 20 anni alla Casa del Teatro Ragazzi di Torino, nei giorni dal 13 al 17 maggio, in occasione della diciannovesima edizione del Festival Lingue in Scena! – progetto della Città di Torino, Fondazione TRG Onlus, Goethe-Institut Turin e Schulen: Partner der Zukunft in collaborazione con Institut Français Italia e Alliance Française Torino.
Lungi dall’essere una banale restituzione dei lavori da parte dei partecipanti francesi, tedeschi, greci, rumeni e italiani ai laboratori tenuti nel corso della settimana, lo spettacolo finale abbaglia e stupisce: Woyzeck, tratto dal testo di Georg Büchner, rinuncia alla comprensibilità verbale (salvo conoscere con disinvoltura tutte le cinque lingue) per portare sul palco la potenza drammaturgica guidata dal regista Marco Alotto e la collaborazione di Stefania Ressico.
I linguaggi alternativi alla parola sono tre: quello della multimedialità, con le accurate video-proiezioni realizzate dall’Istituto Professionale Statale Albe Steiner; quello della musica dal vivo, il coro a cinque voci, piano violino e flauti capitanati dal violoncello di Nicola Segatta, dalla tromba di Luigi Giotto Napolitano e dal live dj set di Dj Gips; quello del gesto drammatico, muto, mimato e “doppiato”, significativamente separato dalla parola dal sipario trasparente che divide in due il palcoscenico.
Il risultato è uno spettacolo cupo ed eccezionale, ermetico e travolgente, cui solo difetto è la difficile replicabilità. Non è soltanto il gran numero di coinvolti a rendere improbabile la riproposizione di una simile operazione: a sfavore di un evento di portata simile a un “simposio Europeo”, come quello cui abbiamo assistito la sera dello scorso 17 maggio, sono l’arbitrarietà del tempo (l’entusiasmo giovanile, che ha marcato molto positivamente l’esito dello spettacolo, è giocoforza una condizione di passaggio) e dello spazio (la distanza geografica non permette una continuità tangibile tra i diversi paesi).
La tragedia personale del soldato Woyzeck, d’altra parte, può essere letta come critica al sistema antagonistico tra paesi stranieri: rielaborata da ragazzi di cinque paesi diversi per approdare a un simile risultato scenico, è di certo un buon auspicio per il futuro della convivenza in Europa e nel mondo.
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Woyzeck
spettacolo plurilingue in francese, greco moderno, inglese, italiano, romeno, tedesco
tratto dal testo di Georg Büchner
regia scene e costumi Marco Alotto
con la collaborazione di Stefania Ressico
musica dal vivo – Violoncello Nicola Segatta, Live set elettronico Dj Gips, Tromba Luigi Giotto Napolitano
movimenti coreografici Maria Cristina Fontanelle
scenografie virtuali a cura dell’Istituto Professionale Statale Albe Steiner