Da William Shakespeare
traduzione, adattamento e regia Filippo Renda
con
Astrid Casali (Ermia)
Aurelio Di Virgilio (Demetrio, Starveling)
Matteo Gatta (Flute, Fiordipisello)
Mauro Lamantia (Bottom)
Luca Oldani (Lisandro)
Beppe Salmetti (Egeo, Quince)
Mattia Sartoni (Teseo, Titania)
Laura Serena (Ippolita, Oberon)
Irene Serini (Filostrato, Puck)
Ester Spassini (Elena, Snug)
scene e costumi Eleonora Rossi
disegno luci e direzione tecnica Rossano Siragusano
sound designer e assistente alla regia volontario Nicolò Valandro
assistente alla regia Valeria De Santis
assistente costumista Alice Mancuso
sarto di scena Fabrizio Mari
assistente Mikhael Emrys Victor Conistabile
trucco studentesse Accademia alla Scala di Milano
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
in collaborazione con Idiot Savant
Con il sostegno di NEXT|Laboratorio delle idee
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Torna anche per la stagione 2018/2019 Sogno di una notte di mezza estate – seconda tappa di uno studio sulla lingua e sui contenuti shakespeariani – nella traduzione, adattamento e regia di Filippo Renda. Dopo il felice esito de Il mercante di Venezia – prodotto nel 2016 – il giovane regista siciliano under 30 ha scelto quindi di confrontarsi con una delle commedie più celebri del Bardo inglese, debuttata in Prima Nazionale a giugno del 2018.
Sogno di una notte di mezza estate è il racconto di una fuga, di un atto di disobbedienza.
L’ambiguità di genere e l’androginia diventano qui uno strumento di evasione da un sistema che lascia poco spazio ai giovani. E la foresta diventa il luogo oscuro in cui tutto è permesso, in cui le dinamiche umane non rispettano le leggi, in cui gli spiriti non hanno sesso o li hanno entrambi. In questo regno carico di insidie le coppie di innamorati perderanno il proprio amante e, per un attimo, anche se stessi.
Qui la Magia, il Rito e il Sacro sono reali e tangibili: i quattro spiriti (Oberon, Puck, Titania e Fiordipisello) sono quattro figure demoniache che utilizzano il misticismo per gettare la Foresta nel caos anarchico.
In questo testo in particolare si compie l’incontro perfetto tra la struttura delle commedie shakespeariane – fatte di contrappunti, cinica dialettica, costruzione millimetrica e a tutto tondo dei personaggi – e i temi delle opere legate all’Inghilterra medievale, come Macbeth o Amleto: drammi cupi, dove la violenza affonda le sue radici nella narrazione e il rapporto col mistero è diretto, la magia parte della vita dell’uomo.
La prima scena del primo atto contiene infatti un nucleo violento: Teseo, uno dei padri fondatori della democrazia ateniese, ha rapito con la spada Ippolita, la regina delle Amazzoni, un popolo che ha scelto per sé la via della castità e del culto di Artemide. Teseo la strappa da quel mondo e la costringe a divenire sua sposa. Non si preoccupa dei desideri di lei, come, d’altronde, nessuno degli altri personaggi “cortigiani”. L’intreccio degli innamorati diventa così uno scontro tra persone che non sono in grado di compiere una scelta, ma che pensano piuttosto di poter decidere sulla libertà erotica altrui.
Perfettamente intrecciata con la trama centrale, la mini-trama vede protagonisti un gruppo di artigiani – in questa versione minatori – che, durante una sorta di dopolavoro, ha formato una piccola compagnia filodrammatica e adesso si prepara a mettere in scena uno spettacolo da proporre al gran cerimoniere di Teseo per le nozze con Ippolita. Il testo non è bello, gli attori non sono bravi, ma la compagnia ha una caratteristica che la rende commovente: ha fede. Ha fede nel potere di trasfigurazione del Teatro, grazie al quale l’interprete può realmente fuggire dalla propria misera vita, e divenire principe, signore o, perché no, bestia feroce. I comici rappresentano il fulcro emotivo del testo, che divide il mondo in due: chi è in grado e chi non è in grado di credere al di là di ciò che è manifesto e razionale.
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NOTE DI REGIA
‹‹Perché ho scelto di mettere in scena il Sogno di una notte di mezza estate? Per quanto possa sembrare superficiale, il vero motivo è stato di tipo romantico legato al Maestro che mi ha fatto scoprire la regia, Luca Ronconi. Come un volere ricostruire a ritroso un rapporto che in fondo non c’è mai veramente stato, perché l’ho conosciuto negli ultimi anni, ma sicuramente a lui devo tutto. Se faccio il mio mestiere, è grazie a lui. È un tributo, un tributo critico in quanto il mio modo di fare Shakespeare è molto diverso dal suo. Poi, c’è un motivo produttivo. Dal ‘Mercante di Venezia’ che aveva 7 attori in scena e 14 cambi di costume, siamo ora passati a 10 attori e a 24 cambi di costume. Sono andato quindi a rendere più complesso il meccanismo. Dopo la scelta è iniziato lo studio che mi ha permesso di superare un grosso pregiudizio nei confronti del testo che ho sciolto dopo sei mesi di studio. Solo ora posso dire perché lo sto facendo. Il motivo reale per cui facciamo il Sogno è tutto contenuto nella recita finale del V atto, nel ricordare alla nostra categoria che siamo un ‘gruppo di sfigati’ e siamo fortunati di esserlo e di esserci costruiti un nostro mondo in cui essere protetti. Il teatro è la nostra salvezza e quella recita finale è il voler tornare a un teatro che salva››.
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INFO E PRENOTAZIONI
da lunedì a venerdì dalle ore 9.30 alle 18.00
tel: +39 02 69 01 57 33
e-mail: biglietteria@teatrofontana.it
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ORARIO SPETTACOLI
da martedì a sabato h. 20.30
domenica ore 16.00
lunedì RIPOSO
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PREZZI
intero € 19,00
ridotto under 26/convenzionati € 14,00
ridotto under 14/over 65 € 9,50
prevendita e prenotazione € 1,00
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PREVENDITA E RITIRO BIGLIETTI
online: vivaticket.it
ritiro biglietti: da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 18.00
La biglietteria apre due ore prima dell’inizio dello spettacolo. Ritiro entro 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
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COME RAGGIUNGERCI
Teatro Fontana via Gian Antonio Boltraffio 21, 20159 MI
metropolitana M3 e M5 Zara, M2 Garibaldi
Linee e tram 2 / 4 / 7 / 33
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