Non c’è affatto da stupirsi se la Biancaneve di Angelin Preljocaj, creazione del 2008 costruita sulle musiche di Mahler, i costumi di Jean Paul Gaultier, enfant terrible della moda francese, le scene di Thierry Leproust e presentato alla Biennale de la Danse de Lyon, sia diventato un piccolo cult confermandosi anche a distanza di anno uno dei maggiori successi del prolifico coreografo franco albanese.
Partendo dalla fiaba dei fratelli Grimm, Preljocaj ha creato un balletto romantico e contemporaneo uno spettacolo certamente popolare ma nel miglior senso del termine, senza rinunciare mai alla qualità, all’energia, alla provocazione, ma di classe. In scena per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma (repliche fino al 9 maggio) Biancaneve nasce dall’idea del coreografo di creare un balletto narrativo: riscrivendo in parte la drammaturgia, Preljocaj attualizza una delle storie più celebri liberandola dagli effetti zuccherosi della versione Disney e trasformandola in una accattivante fiaba dark, un fumetto che non rinuncia a un sottile filo erotico di fondo.
Preljocaj non rinunciare veramente a nulla e non tradisce alcun aspetto della fiaba originale, manipolandola in modo molto intelligente: ci sono lo specchio, maestoso, e i cacciatori, i nani e la mela avvelenata, il Principe e naturalmente la competizione fra donne con la Regina – matrigna alla ricerca dell’eterna giovinezza che non riesce ad accettare che Biancaneve possa rubarle lo scettro di più bella del reame recuperando anche la rilettura psicoanalitica di Bruno Bettelheim che parla di Edipo rovesciato.
Figura centrale della drammaturgia diventa proprio la donna, la Regina – matrigna, una suadentissima Virginia Giovanetti (che si alterna con Annalisa Cianci), phisique du role perfetto per il ruolo arrampicata su tacchi a spillo, trasformata in una seducente e disinibita femme fatale che non non accetta il passare del tempo, pronta a tutto pur di mantenere il primato della sua bellezza, ma condannata a danzare nelle scarpe di fuoco. E fra tanti elementi irrinunciabili della fiaba, Preljocaj inserisce citazioni, come come nel caso della Regina che con fare pantomimico accompagnata dai due gatti neri sopraggiunge alla festa e non può non ricordare la Carabosse della Bella addormentata, e invenzioni come la spettacolare danza in verticale dei nani, l’incredibile strepitoso passo a due fra il Principe, bravissimo Claudio Cocino (che si alterna con Giacomo Castellana) e Biancaneve simil morta, tutta l’energia violenta del morso alla succulenta mela rossa, divagazioni come la presenza dei tre cacciatori e l’arrivo della povera cerbiatta sacrificata invano per Biancaneve.
La Biancaneve di Preljocaj è un fumetto di classe dove tutto viene avvolto da un manto di mistero, a cominciare dalla molteplicità delle figure femminili, dalla nascita di Biancaneve all’inizio dal recupero e viene esaltato dalla bellezza dei costumi di Jean Paul Gaultier: lo stilista francese ha creato un costume unico per ogni ballerino recuperando colori e forme iconiche del suo percorso artistico.
Biancaneve, una minuta e naturalmente seducente Rebecca Bianchi, indossa un candido, ma discinto abito bianco dal tessuto morbido e goffrato, ma sgambatissimo, il Principe indossa un inaspettato abito vivace di colore rosa, la Regina è un tripudio di pezzi classici di Gaultier, fra tacchi a spillo e accessori di vernice, body scollatissimi e pelle nera in stile fetish che la rendono una ammaliante femme fatale.
E come in ogni fiaba che si rispetti Preljocaj è pronto a lasciar identificare ogni personaggio con il costume, il colore, il tipo di movimento e la musica: a metà strada fra il classico e il moderno, la coreografia è costantemente ricca di invenzioni e culmina con uno strepitoso pas de deux sull’Adagietto fra il Principe e Biancaneve.
Tutto costruito intorno alla potenza delle sinfonie di Mahler che rappresentano una sorta di collage montate dallo stesso Preljocaj e qui proposte su base registrata. Un successo a dimostrazione che l’attualizzazione intelligente di un classico, è possibile.
Ultime repliche, martedì 7 maggio ore 20.00; mercoledì 8 maggio ore 20.00; giovedì 9 maggio ore 20.00). Info operaroma.it.