È l’arte della trasformazione il claim scelto dal Teatro Quirino di Roma per la nuova stagione 2019/2020 pensata dai direttori artistici Geppy Gleijeses e Guglielmo Ferro: 17 spettacoli di prosa e danza dal 1 ottobre al 17 maggio connotano il ricco cartellone del teatro romano sulla scia del successo della stagione appena trascorsa fra consenso e riscontro del pubblico.
Il Quirino poi si prepara a diverse ricorrenze importanti: in attesa delle celebrazioni del 150esimo anniversario della nascita del teatro in coincidenza della prossima stagione, quest’anno ricorrono il decimo anniversario della gestione privata di Gleijeses arrivata con la dismissione dell’ETI, ma anche il quinquennale della nuova compagine di gestione nel teatro, la Quirino srl, costruita per far fronte alla cronica mancanza di fondi. E l’ascesa del teatro in questi anni è stata concreta perché il Quirino è diventato il primo teatro privato di Roma e il secondo teatro privato d’Italia raddoppiando abbonati già nel primo anno: merito anche della particolare e costante attenzione rivolta a pubblico per un teatro pop, inteso come popolare.
Annunciata la ristrutturazione degli spazi del ristorante, i lavori di restauro della struttura nella galleria e della platea con la sostituzione delle poltrone anche con il sostegno del pubblico con il lancio dell’iniziativa Un aperitivo per la tua poltrona.
Ma intanto, a solleticare l’attenzione degli abbonati e del pubblico, è un cartellone ricco che porta sul palco il meglio del teatro italiano con grandi nomi, grandi spettacoli e successi della scorsa stagione.
La nuova stagione del Quirino si apre il 1 ottobre con il consueto ritorno di Michele Placido che adatta e dirige Piccoli crimini coniugali, un testo di Éric-Emmanuel Schmitt interpretato con Anna Bonaiuto e che ruota intorno all’eterno conflitto fra uomo e donna, si prosegue con la collaborazione di Alessandro Gassmann e Maurizio de Giovanni (dopo I bastardi di Pizzofalcone) in una commedia di forte impatto emotivo, Il silenzio grande, interpretato da Massimiliano Gallo e Monica Nappo.
Fra i grandi nomi in scena, Monica Guerritore che porta in scena la parabola di Brecht, il cult L’Anima Buona di Sezuan nell’omaggio a Giorgio Strehler (a novembre), Silvio Orlando nel nuovo spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro, Si nota all’imbrunire (Solitudine da paese spopolato) che racconta della piaga della solitudine sociale che incita a spezza il labirinto di indifferenza in cui sembriamo essere caduti, Leo Gullotta che interpreta Bartleby lo scrivano, capolavoro di Melville su un uomo dedito alla rinuncia (in scena a marzo). Mariangela D’Abbraccio, reduce dallo strepitoso successo di Filomena Marturano, conclude il suo percorso personale fra il teatro di Tennessee Wiliams e diventa Blanche DuBois, eroina dolente del dramma Un tram che si chiama desiderio, premio Pulitzer nel ’47, con la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi, acclamato regista lirico. In scena non possono mancare Verga, con Mastro Don Gesualdo interpretato dal poliedrico Enrico Guarnieri diretto da Guglielmo Ferro e Pirandello con Liolà interpretato da Sergio Assisi diretto da Francesco Bellomo che colloca la commedia d’ambiente siciliano che prende spunto dal quarto capitolo del “Fu Mattia Pascal” e dalla novella “La mosca” nei primi anni ’40.
Lo spettacolo di Natale è affidato al talento istrionico di Nancy Brilli protagonista di A che servono gli uomini, la commedia con musiche di Giorgio Gaber scritta da Iaia Fiastri, commediografa di successo e collaboratrice storica di Garinei e Giovannini, che racconta di una donna in carriera stanca degli uomini che decide di diventare mamma innescando una serie di equivoci.
Tre gli spettacoli che portano il segno di Geppy Gleijeses che chiude la stagione riproponendo Così parlò Bellavista, strepitoso successo dello scorso anno che aveva debuttato in occasione dei 90 anni di Luciano De Crescenzo, autore del piccolo cult della letteratura partenopea.
A novembre però calcherà il palco insieme al figlio Lorenzo Gleijeses: diretti dal regista russo Andrei Konchalovsky, padre e figlio interpretarono rispettivamente Salieri e Mozart in Amadeus di Peter Shaffer, storia di una feroce gelosia portata sul grande schermo anche da Milos Forman nell’omonimo film e a gennaio curerà la regia della commedia di Kesselring, Arsenico e vecchi merletti con due primedonne del teatro italiano, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini.
In scena, anche la comicità di Alessandro Siani nel nuovo spettacolo Felicità tour, la commedia La classe di Vincenzo Manna che indaga sul disagio e i conflitti sociali della gioventù di oggi, Processo a Gesù, capolavoro di Diego Fabbri portato in scena in occasione del 40esimo anniversario della sua scomparsa e interpretato da Paolo Bonacelli per interrogarsi sul senso della Fede, sulla giustizia, sulla solidarietà.
Arricchiscono il cartellone due lavori del Balletto di Roma, fra le realtà più interessanti a livello nazionale reduci dallo strepitoso successo di Otello al Quirino solo pochi giorni fa: a dicembre è tempo de Lo schiaccianoci di Čajkovskij, nuova ideazione, drammaturgia e coreografia di Massimiliano Volpini, a maggio va in scena Io, Don Chisciotte, nuovo lavoro coreografico di Fabrizio Monteverde.
Info e dettagli su www.teatroquirino.it.