Che cosa si è disposti a fare per la libertà in un paese come l’Italia tradizionalmente ben poco avvezzo all’eroismo?
Ce lo raccontano Massimo Wertmüller e Rodolfo Laganà in Amici per la pelle, emozionante testo scritto e diretto da Stefano Reali in scena fino al 19 aprile al Teatro Sette di Roma.
Se lo spazio teatrale diretto da Michele La Ginestra (in questi giorni anche in scena al Teatro Sistina con È cosa buona e giusta) mantiene l’affezionato pubblico di abbonati, l’ultimo spettacolo che chiude la stagione, riesce a registrare quasi ogni sera il sold out.
Merito della complicità in scena di Wertmüller–Laganà attenti partecipi interpreti di un testo che celebra gli eroi civili della Resistenza durante l’occupazione tedesca a Roma e che indaga nella Storia attraverso il piccolo, grande contributo dell’umanità.
In realtà il testo di Reali nasce come omaggio agli eroi di guerra misconosciuti fra cui il giovanissimo Ugo Forno, 12enne romano eroe di guerra trucidato dai tedeschi a Roma e insignito della medaglia al valore civile solo nel 2013: è il 5 giugno del 1944 quando qualcuno dice di aver visto i tedeschi minare il ponte sull’Aniene. Ughetto, come viene chiamato nel quartiere Trieste, dove vive, raduna qualche ragazzo più grande di lui e armato, comincia a sparare contro i tedeschi: finirà inevitabilmente sotto i colpi di mortaio degli invasori diventando il più giovane martire della Resistenza.
E Reali, dopo aver scoperto questa Storia, inserisce la sua storia all’interno della Storia. Ecco la chiave di riuscita del testo e dello spettacolo, un trascinante dialogo a due di circa 80 minuti: indagare nella Storia anche inserendo personaggi inventati, un po’ nella tradizione manzoniana, perché sono proprio gli uomini comuni a fare la storia.
Ecco allora che nel giorno della morte di Ugo, Reali inserisce la vicenda di Otello e Tazio: strizzando l’occhio a La grande guerra di Monicelli, Reali ambienta la storia durante l’occupazione nazista di Roma attraverso le vicende di due amici romani, due uomini senza qualità, diversissimi fra loro, Tazio (Wertmüller), fervente patriota rimasto vedovo da poco e Otello (Laganà) pavido e disinteressato all’impegno politico.
Mentre tentano di disinnescare una mina collocata sotto il ponte sull’Aniene si trovano a fare i conti con la realtà e la loro amicizia trasformandosi, da italiani mediocri, due eroi loro malgrado.
Quando Tazio resta per errore seduto su una mina ed è impossibilitato a muoversi, diventa con Otello il protagonista di una resa dei conti, un confronto fra amici che mette in mostra le diversità dei due uomini, la loro coscienza politica, il loro atteggiamento nei confronti della vita, ma anche il rapporto con le donne, fra rivelazioni e tradimenti. Emergeranno anche piccoli, grandi segreti perché alla fine tutti sono uomini.
In un confronto sempre più serrato, Reali costruisce un dialogo che strizza l’occhio alla tradizione cinematografica italiana attraverso due personaggi che sembrano usciti dal nostro cinema bellico, ma la presenza di Ugo, li riporta alla brutale realtà.
Guardando anche alla tipologia umana dei personaggi de La grande guerra di Monicelli, Reali si affida a due attori che svelano di essere perfettamente a loro agio passando dai toni più leggeri ai toni più drammatici in un testo tragicomico interpretando con sensibilità un bel testo che indaga sulla Storia attraverso le sfaccettature dei suoi protagonisti rendendo omaggio al giovane Ugo.
In scena fino al 19 maggio 2019, dal martedì al sabato ore 21.00; domenica ore 18.00, biglietti: € 24,00 – € 18,00 (prevendita compresa), info e prenotazioni: tel. 06.442.36.382 – botteghino@teatro7.it, info www.teatro7.it – teatro@teatro7.it.