Ha debuttato il 2 maggio al PTU, e sarà in scena fino al 5 maggio, la riscrittura di “Un nemico del popolo” di Ibsen, a cura della compagnia Teatro Rossosimona di Rende (Cosenza).
“Un nemico del popolo” (titolo originale En folkefiende) è un dramma in cinque atti del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, scritto nel 1882 e andato in scena per la prima volta nel 1883.
Nella riscrittura a cura dell’attore e regista cosentino Francesco Aiello, la trama viene concentrata in un solo atto, movimentato, veloce, frenetico.
Sono recitazioni intime, per pochi presenti in sala invitati ad assistere allo spettacolo direttamente sul palco.
La recitazione avviene a pochi centimetri dagli spettatori che a queste vicinanze possono godere di ogni espressione del volto degli attori, focalizzando lo sguardo sulle gestualità, gli sguardi o i movimenti di ogni singola parte del corpo.
La scena si apre con Stockmann in piazza, protagonista, accusato in un’assemblea pubblica, di essere appunto “nemico del popolo”. Il pubblico sul palco diviene popolo, folla, assistendo direttamente all’assemblea.
Il dottor Stockmann ha scoperto che le acque della stazione termale della sua città sono contaminate. Vuole quindi avvisare la popolazione che, per rimediare al danno, saranno necessari costosi interventi di manutenzione e la chiusura temporanea dello stabilimento termale. La sindaca della cittadina, che è anche la sorella del dottore (nel testo originale è impersonato da un uomo), vuole invece mettere a tacere queste voci. Il dottore prosegue nella sua opera di comunicazione, convinto che la cittadinanza alla fine gliene sarà grata, ma scopre man mano che, al contrario, tutti osteggiano la sua decisione di voler rendere pubblica l’informazione che le acque sono contaminate. Perde il lavoro, la sua casa viene assediata, la famiglia offesa e viene additato come un “nemico del popolo”. Stockmann nonostante tutto, invece di fuggire dalla città, decide di combattere per la verità, indipendentemente dal prezzo, dichiarando che “l’uomo più forte del mondo è anche quello più solo”.
Stockmann indossa una moderna corona di spine con luci al led, lui, nemico del popolo, foriero di verità, diviene martire, a simboleggiare che la verità è spesso aggredita dalle maggioranze e deve lottare perchè possa venire alla luce contro stampa corrotta, politici venduti, potere interessato.
Il regista, Francesco Aiello, scrive nelle note di regia: «La nostra è una lettura di “Un nemico del popolo” che oscilla fra il fuori politico e il dentro dell’interiorità umana, convinti di restare fedeli alle intenzioni ibseniane. Il dramma familiare diventa politico, la questione centrale delle terme inquinate, fiore all’occhiello della città, oscilla fra vendetta personale e amore per la cosa pubblica. I vizi privati del dottor Stockmann costituiscono il carburante delle virtù politiche. Anche la nostra messa in scena cerca di rendere chiaro questo aspetto passeggiando pericolosamente sul confine tra l’interno e l’esterno. Thomas Stockmann rimugina, anzi rumina mentalmente gli avvenimenti che lo hanno condotto ad essere additato come un nemico del popolo, senza mai accorgersi di ciò che lo muove da un punto di vista privato: i sentimenti di rivalsa verso un familiare socialmente più fortunato. Lo scienziato, chiuso nella sua interiorità, viene mosso da sentimenti non pregevoli, ma certamente umani, sentimenti che lo contrappongono all’altro protagonista del dramma, suo fratello, sorella nella nostra chiave interpretativa. La sindaca è una donna cosciente del suo ruolo politico , perfettamente integrata nelle strutture gerarchiche del suo tempo, ottima rappresentante di quella maggioranza che più o meno consapevolmente fa il gioco del potere, amplificandone la voce e permettendo quel dispotismo morbido tipico delle democrazie contemporanee».
Un’altra lodevole produzione del Teatro Rossosimona che, oramai da vent’anni attiva all’Università di Cosenza, promuove la diffusione di una cultura teatrale improntata all’impegno civile e il coinvolgimento sociale.
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Un nemico del popolo
Adattamento e regia: Francesco Aiello
Con: Salvo Caira, Maria Canino, Jacopo Andrea Caruso, Alessandra Curia, Giovan Battista Picerno, Francesco Rizzo, Stefania Scola, Chiara Vinci
Musiche Originali: Remo De Vico
Scenografie: Caterina Cozza
Aiuto regia: Federica Suraci
Responsabile tecnico: Jacopo Andrea Caruso
Direttore di produzione: Lindo Nudo