Una nuova stagione che si presenta subito come naturale proseguimento delle intenzioni dichiarate l’anno precedente (nel tentativo, premiato da un eccellente bilancio, di “coniugare teatro popolare e ricerca”).
Ma con nuovi importanti e coraggiosi orizzonti: l’immagine della Stagione 2019/2020 del Teatro Astra riprende la scimmia di Simone Fugazzotto che è stata simbolo inconfondibile della prima stagione guidata dal Direttore Artistico Valter Malosti, con il dettaglio aggiuntivo del casco da astronauta.
Al cielo, oltre il cielo
Così si può riassumere la vocazione riscoperta della Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa, nel portare la scimmia primigenia in un teatro che guarda alle stelle per elezione battesimale; un richiamo continuo non solo alla fascinazione, all’arte che ha un valore non riassumibile in «uno slogan da ammannire», come rivela Malosti. Piuttosto la concezione del teatro e della scena come espressione di «diversità e singolarità, senza “frasi fatte” all’ombra delle quali prendere ristoro dalla complessità dell’uomo dicendo: ah ecco, la vita è questa, l’amore è questo, il teatro è questo.»
La sacralità di cui Malosti investe la nuova stagione è indirizzata anzitutto al teatro, quindi all’arte intesa come “incontro” e scambio di significati – nell’ottica di quell’audience development cui la Presidentessa Maddalena Bumma torna a sottolineare l’importanza.
Una sacralità, quindi, che guarda al cielo non solo per rimanerne affascinati, ma anche e soprattutto per metterlo in discussione con gli strumenti dell’ironia, del dubbio, della critica.
Il cartellone: piedi per terra e urla al cielo
La scimmia di Fugazzotto rappresenta una continuità che ovviamente non si limita alla sola immagine, caratterizzando a pieno i contenuti: i riflettori avvantaggiano ancora una volta i nomi degli autori e degli interpreti rispetto ai titoli delle rappresentazioni, e sono appunto le personalità coinvolte ad apparire in video per presentare i propri lavori, alternandosi alle riprese di un Malosti astronauta che legge passi significativi tratti dall’opera di Carlo Emilio Gadda, Federico Fellini, Italo Calvino, Claudio Morganti, Alberto Abruzzese e Pier Paolo Pasolini.
Il riferimento al pensiero novecentesco (così permeato di quell’ironia, quel dubbio e quella critica che mettono in discussione una presunta sacralità teatrale) è il filo rosso che lega il cartellone: sulla scia della rassegna dedicata a Primo Levi appena conclusa, la prossima stagione affronterà l’etica del vivere contemporaneo, nei suoi aspetti psicologici, sociali e più decisamente politici.
Sono 39 gli spettacoli, di cui 15 nuove produzioni TPE: dai classici (Lo zoo di vetro di Tennessee Williams riletto da Leonardo Lidi; Il giardino dei ciliegi di Cechov messo in scena da Alessandro Serra; Carmelo Rifici reinterpreta il Macbeth) alle commistioni dei linguaggi scenici (la nuova creazione work in progress di Cristiana Morganti e Madre di Michela Lucenti con il Balletto Civile).
Il berretto a sonagli di Pirandello vede Malosti regista e interprete con Roberta Caronia; nel centenario dalla nascita di Federico Fellini dell’anno prossimo, Malosti ripropone l’adattamento teatrale del suo racconto Giulietta – Premio Hystrio per la regia nel 2004 e Premio della critica teatrale e l’Ubu come migliore attrice a Michela Cescon, mentre per questa stagione sarà ancora Roberta Caronia a interpretare la protagonista; sempre Malosti alla regia dello spettacolo che ha ottenuto grande successo di pubblico e critica al Teatro Franco Parenti di Milano, La Monaca di Monza di Giovanni Testori con Federica Fracassi.
La prossima stagione TPE 19.20 dedicherà molta attenzione agli autori italiani, alla poesia in particolare: Fabrizio Gifuni apre la stagione leggendo i versi di Giorgio Caproni; Stefano Benni per il reading di Gozzano, Pascoli e Palazzeschi; la poetessa Mariangela Gualtieri propone in anteprima i versi in pubblicazione a novembre per Einaudi Poesia.
L’Astra ripropone Anelante del duo RezzaMastrella, dopo il debutto del 2015, mentre è prima assoluta per Le lacrime amare di Petra von Kant della compagnia Nerval Teatro, dal testo di Rainer Werner Fassbinder.
Il discorso teatrale sull’etica accoglie numerosi spettacoli ospiti: Bebo Storti e Renato Sarti con Mai morti affrontano lo spinoso tema della nostalgia del fascismo, con Io santo tu beato portano ironicamente in scena le contraddizione della Chiesa; sulla metropolitana di Torino con cuffie e audioguide il progetto Underground di Roberta Bosetti e Renato Cuocolo racconterà la città da sottoterra; Roberto Latini interprete unico de I giganti della montagna di Pirandello; Walter Le Moli propone una rivisitazione moderna della Locandiera di Goldoni, Massimiliano Civica adatta l’Antigone al dibattito politico contemporaneo; Fanny & Alexander inscenano il best seller L’amica geniale di Elena Ferrante in Storia di un’amicizia.
Un cartellone simile potrebbe sembrare quello di un’ideale rassegna dedicata al teatro come espressione di salvezza sociale culturale, come mezzo capace di approfondire il pensiero critico, di ricordare il valore del passato nel guardare a un futuro migliore. Un mezzo per ambire a quel cielo, però urlando per reclamarne promesse e chimere.
Una città per guardare al futuro
La città di Torino è forse una delle protagoniste più importanti della nuova stagione del Teatro Astra, così come lo è stata per la stagione intellettuale del ‘900: in un’ecosistema produttivo vivace e vitale come quello del torinese, la Fondazione TPE inaugura il progetto A porte aperte, promuovendo la collaborazione con compagnie e centri produttivi del territorio:
Il Festival TorinoDanza del Teatro Stabile di Torino – teatro Nazionale, diretto da Anna Cremonini, porta al Teatro Astra la coreografia di Bruno Beltrão Inoah il 28 e il 29 settembre;
La Compagnia Mummenschanz inaugura il Festival Incanti – Rassegna Internazionale di teatro di Figura il 3 ottobre al Teatro Astra con You & Me;
La settima edizione di Concentrica – Spettacoli in orbita, sparso tra Piemonte e Liguria, toccherà anche il Teatro Astra il 12 novembre, con Kotekino Riff – Esercizi di rianimazione reloaded di e con Andrea Cosentino;
Nell’ambito della rassegna MaldiPalco realizzata da Tangram Teatro con TPE, il Teatro Astra ospiterà Torino 1968-1978. Quello che l’acqua nasconde di Ivana Ferri, tratto dal romanzo di Alessandro Perissinotto il 5 ottobre; Scintille con Laura Curino, per la regia di Laura Sicignano, l’8 ottobre; Fabrizio Coniglio scrive e interpreta con Alessia Giuliani Sangue Nostro, firmato a sei mani con Michela Gargiulo e Margherita Asta, in scena il 10 ottobre; il 13 ottobre vedrà l’alternarsi dei progetti di Chiara Tessiore, Matteo Sintucci, Rossella Fava e Marica Pace in risposta alla call di Under 32 sul tema dell’Italia fragile;
A proposito di giovani operatori teatrali, lo “sguardo capace di futuro” che Valter Malosti imprime nella programmazione del Teatro Astra si rivolge proprio a loro: anticipando parte integrante della programmazione per la stagione successiva, TPE annuncia la call pubblica per attori, performer e creatori under 30 che sarà lanciata in autunno.
La conferenza si chiude quando comincia il vero, rapido e incisivo spettacolo: scomparso il Malosti astronauta dalle proiezioni su schermo appare un Malosti scimmiesco – immagine stessa dell’esistenza inequivocabilmente terrena e grottesca di un attore, uomo ed essere umano, ma votata alla poesia (il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia di Leopardi) – quasi a trasporre brevemente sulla scena l’opera di Fugazzotto che raffigura la nuova stagione. Un omaggio di rimbalzo, oltre che occasione per dello spettacolo “puro”: l’idea alla base dell’immagine, racconta Fugazzotto, «è maturata dopo aver conosciuto il progetto di Valter Malosti per il teatro. Tradizione che però guarda al cielo, anzi allo spazio.»