Si inaugura mercoledì 26 giugno Stupore la nuova edizione dei Giardini della Filarmonica, il festival estivo dell’Accademia Filarmonica Romana, pronta ad aprire le porte verso un viaggio fra le arti del mondo fino al 6 luglio nella sua sede di via Flaminia 118, a due passi da piazza del Popolo, alle pendici di Villa Borghese.
L’iniziativa è parte del programma dell’Estate Romana promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e realizzata in collaborazione con SIAE.
“La musica riesce sempre a sorprenderci. Anche quando crediamo di conoscerla: le infinite declinazioni dell’invenzione musicale sono altrettanti motivi di stupore, se solo ci poniamo in ascolto in modo aperto e curioso, senza lasciarci condizionare dall’abitudine” spiega Andrea Lucchesini, direttore artistico della Filarmonica Romana. Tra i motivi di stupore ci sarà la presenza di giovanissimi e valenti musicisti classici, impegnati come solisti, in formazioni cameristiche e nei gruppi orchestrali: a partire dall’enfant prodige Teo Gertler, appena undicenne e già con una serie di riconoscimenti internazionali, violinista slovacco cui la Filarmonica affida il concerto d’apertura in Sala Casella alle ore 20. Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Istituto Slovacco a Roma presso l’Ambasciata della Repubblica Slovacca. Il giovanissimo violinista menziona già una serie di riconoscimenti internazionali, il più importante dei quali è del settembre 2018 con il premio Grand Prix nella categoria junior al XIV Concorso Internazionale per giovani violinisti tenuto in onore di Karol Lipinski e Henryk Wieniawski a Lublin, in Polonia. Il suo debutto risale al 2016, all’età di 8 anni, quando si aggiudica il secondo premio alla XVII edizione del Concorso Internazionale di Giovani Violinisti “Nutcracker” a Mosca. Da allora e nonostante la giovane età, diverse le esibizioni come solista con orchestra, fra cui la Hungarian Radio Symphonic Orchestra diretta da Adam Medveczky. Per il suo debutto alla Filarmonica si affianca a un’altra giovane promessa, il ventiduenne pianista italiano Antonio Gomena. Neanche 35 anni in due, Gertler e Gomena eseguono un programma di impronta classica: Vivaldi, Mozart e Paganini, fino a Zigeunerweisen che Pablo de Sarasate compose nel 1878, rielaborando arie e motivetti della musica gitana che il musicista spagnolo poté apprezzare durante un suo viaggio in Ungheria.
Si cambia genere e paese per il secondo appuntamento che sarà nei Giardini (ore 21.30) dove per tutto il festival è allestito l’originale palco all’aperto, una rivisitazione in chiave moderna e stilizzata della fontana della Barcaccia realizzata per la Filarmonica dal regista Denis Krief. Sarà jazz e sarà di origine coreana, con il Jihye Lee Jazz Quartet, formazione che prende il nome dalla vocalist Jihye Lee, vincitrice nel 2007 della terza edizione del Brussels International Young Jazz Singer Competition.Dal secondo album del gruppo Diamond Sutra Reader (Hevhetia 2016), si ascolterà il particolare sound di questo gruppo che fonde melodie e ritmi jazz con la musica tradizionale coreana. Un originale dialogo fra il sax jazz del belga Stefaan Debevere, il pianoforte classico del bulgaro Sabin Todorov, le percussioni coreane janggu e kweng‐gua‐ri di Bo-Sung Kim e la particolarissima voce di Jihye Lee. Viaggio musicale tra Occidente e Oriente da esplorare e ascoltare. Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Istituto Culturale Coreano.
Come ogni anno, all’interno dei Giardini durante il festival sarà presente un punto ristoro. Quest’anno ne avrà cura Hummus Town un progetto e un’iniziativa nata da poco a Roma fa per far conoscere il cibo e la cultura siriana nel mondo, contribuendo all’integrazione di rifugiati nella nostra società.
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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO
SALA CASELLA ore 20
SLOVACCHIA
GIOVANI PRODIGI I
Teo Gertler violino
Antonio Gomena pianoforte
Antonio Vivaldi Concerto in mi maggiore per violino e orchestra “La primavera”, op. 8 n. 1, RV 269 (trascrizione per violino e pianoforte)
Wolfgang Amadeus Mozart Primo movimento (Allegro) dal Concerto in sol maggiore per violino e orchestra n. 3 K. 216 (trascrizione per violino e pianoforte)
Niccolò Paganini Cantabile op. 17 per violino e pianoforte
Pablo de Sarasate Zigeunerweisen op. 20 per violino e pianoforte
in collaborazione con Istituto Slovacco a Roma presso l’Ambasciata della Repubblica Slovacca
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GIARDINI ore 21.30
COREA DEL SUD
JIHYE LEE JAZZ QUARTET
Jihye Lee voce
Stefaan Debevere sassofono
Sabin Todorov pianoforte
Bo-Sung Kim percussioni coreane
Musica coreana in chiave jazz
in collaborazione con Istituto Culturale Coreano
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IL FESTIVAL PROSEGUE CON
Il 27 giugno ci sarà l’omaggio alla millenaria cultura persiana, con un’esposizione di opere di artiste iraniane, la presentazione del libro È solo la voce che resta della poetessa Forugh Farrokhzād ‒ la più intensa delle scrittrici persiane del ‘900 ‒ e l’esecuzione di musiche tradizionali della regione del Lorestan, impreziosita dalla presenza di Faraj Alipour, fra i più celebri virtuosi di kamancheh.
Il 28 giugno la giornata si apre con il concerto multimediale One voice, two lands, risultato finale del lavoro combinato di studenti e docenti dell’Università californiana di Irvine e dell’Università di Tor Vergata, che presenteranno composizioni in prima assoluta in un incontro con la danza (coreografie di Lisa Naugle) e live video (a cura di John Crawford). Si cambia genere con il secondo appuntamento di giornata, affidato all’ensemble di Germano Mazzocchetti, poliedrico compositore, dedito alla musica per il teatro, la commedia musicale, il cinema e la televisione, oltre che rinomato virtuoso della fisarmonica. In programma le sue musiche, fra sonorità popolari e mediterranee, unite a citazioni jazzistiche e rimandi alla tradizione colta.
Ci riporterà in Italia il primo appuntamento del 29 giugno, dedicato al belcanto, di cui saranno protagonisti il soprano Eleonora Contucci e il baritono Umberto Chiummo, interpreti di alcune delle più celebri arie e duetti di Mozart, Pergolesi, Rossini, Donizetti. Si cambia atmosfera nell’evento della sera, nei Giardini, con i ritmi dei tamburi tradizionali giapponesi “Taiko” affidati alla formazione Munedaiko fondato da Mugen Yahiro. La vibrazione del tamburo facilita il risveglio dell’energia vitale presente in ognuno di noi e il ritmo percussivo di questi antichi strumenti, dal sapore ancestrale, permetterà al pubblico di condividere un respiro comune di forte spiritualità.
La musica di tradizione irlandese sarà rivisitata il 30 giugno dal violoncello e dalla voce di Naomi Berrill affascinante e poliedrica artista, “artigiana della musica” nata in Irlanda ma toscana di adozione con collaborazioni prestigiose e in ambito diverso (dal coreografo Virgilio Sieni al violoncellista Giovanni Sollima). Il concerto della Berrill si dividerà fra musica folk irlandese e sue musiche originali, con un’anteprima del suo nuovo album Suite Songs, frutto della sperimentazione tra il folk della sua terra, il jazz, il barocco e il pop d’autore. A seguire il concerto di Extradiction nuova realtà musicale ideata da Marco Sinopoli, compositore e chitarrista del gruppo, che propone un repertorio originale, sintesi fra la musica composta e l’improvvisazione e che riunisce musicisti provenienti dal mondo della classica con quelli dal sound più jazzistico.
L’1 luglio dalla Colombia arriva l’Orquesta Filarmónica di Medellín (Filarmed), formazione che vanta 35 anni di storia e fra le principali della Colombia, e che nel suo repertorio unisce alla tradizione sinfonica ‘classica’, la musica della propria terra. Per il debutto alla Filarmonica (con un concerto speciale a ingresso gratuito), diretta da Juan Pablo Valencia, la Filarmed propone un programma per gran parte di musica colombiana del Novecento, fino alle nuove generazioni con Concierto a la Colombiana di Nicolas Prada (1990) e Los Adioses di Juan David Osorio (1985).
Sarà interamente dedicata ai giovanissimi talenti la giornata del 2 luglio, con gli ensemble di arpe, archi e legni della JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia orchestra di bambini e ragazzi nata nel 2006 che raccoglie oggi circa 400 strumentisti dai 5 ai 21 anni. A loro si unisce con un recital Carlotta Maestrini, pianista siciliana, classe 2005, unica pianista ad essere premiata al Concorso Abbado nel 2017.
Non mancherà lo spazio per la musica contemporanea, con l’omaggio il 3 luglio alla scrittura di Michele dall’Ongaro. In programma Gilda, mia Gilda (per non dire Il Rigoletto) una rivisitazione di una delle più celebri opere verdiane, melologo del 2001 per voce recitante e quintetto d’archi, su testo di Vittorio Sermonti. Ne sono interpreti l’attore Alfonso Veneroso, il Quartetto Henao con il contrabbassista Antonio Sciancalepore diretti Erasmo Gaudiomonte. Il melologo sarà preceduto dal concerto del Quartetto Henao che eseguirà il Quartetto n. 5 (2003-04) del compositore romano e il Quartetto in mi minore di Verdi.
La magia dell’India rivive il 4 luglio grazie ai diversi generi della raffinata musica classica vocale hindustani del nord del Paese: sono il khayal (letteralmente fantasia, immaginazione) forma di canto considerata fra i punti più alti di fusione fra cultura indiana e cultura persiana, il tarana, il thumri e il bhajan. La voce in questa occasione sarà quella di Supriyo Dutta, sostenuto per la parte strumentale da Sabir Khan, simbolo del sarangi in India (il principale strumento ad arco della musica indiana) e Nihar Mehta al tabla (il caratteristico tamburo indiano).
Il viaggio nella musica di altri paesi prosegue il 5 luglio con il recital del pianista bulgaro Ivan Donchev, che accosterà ai celeberrimi nomi di Chopin e Liszt la musica di Pancho Vladigerov, il più importante compositore, didatta e pianista bulgaro del XX secolo. Il concerto si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti per i 120 anni dalla nascita del compositore, e si impreziosisce con l’allestimento della mostra “Vladigherov nel caleidoscopio musicale del XX secolo”. Sarà invece dedicato agli Stati Uniti d’America il secondo appuntamento della giornata che prende il titolo di Il diritto degli altri, in cui l’attore David Riondino approfondisce il tema dei diritti civili con letture tratte da testi poetici, discorsi e vari scritti su un argomento quanto mai attuale, accompagnato sul palco dal duo formato dal poliedrico clarinettista Gabriele Mirabassi e il giovane e talentuoso pianista Enrico Zanisi. Un incontro tra due musicisti lontani per generazione, ma vicini per sensibilità e provenienza, fra la libertà dell’improvvisazione jazz e la cura del dettaglio della musica classica.
Ultima giornata il 6 luglio. Si apre alle ore 20 con il concerto In questo viaggio del Tupa Ruja, formazione in trio (Martina Lupi, Alessandro Gwis, Fabio Gagliardi) che fonde le sonorità ancestrali della cultura aborigeno-australiana con improvvisazioni vocali e sperimentazioni elettroniche, recuperando brani di lingue e dialetti diversi. Si conclude con ‘s Wonferful e la voce di Raffaella Misiti, accompagnata da Pino Perris al pianoforte, Alessandro Tomei ai fiati, Aldo Perris al contrabbasso e Francesco De Rubeis alla batteria. Un incontro e un racconto con la musica dei tanti musicisti europei che fra le due Guerre migrarono oltreoceano, e i suoni, nuovi, inaspettati, provenienti dalle Americhe. Lo testimoniano le musiche di Gershwin, Berlin, Weill, Gardel e Piazzolla.