Appuntamento in Via Garibaldi domenica 23 giugno con un doppio spettacolo: una lunga sequenza che inizierà alle 10.30 del mattino ideata da Luke George e Daniel Kok: Still Lives #5 (Gondola) e un fulminante intervento di Hermes Gaido, Alfonso Barón, Luciano Rosso, intitolato Los Poyos alle 5.00 del pomeriggio.
I due artisti e performer Luke George e Daniel Kok estendono le loro trame di corde e di nodi, cifra della loro ricerca, a imbrigliare un’autentica gondola al suo gondoliere. La legatura mediante corde è un modo per scardinare le convenzioni, stravolgere le dinamiche umane, alterare le gerarchie di soggettività e oggettività. Fa da contraltare la breve sequenza pomeridiana di Hermes Gaido, Alfonso Barón, Luciano Rosso, più noti come Un Poyo Rojo, che presentano il primo episodio di una futura creazione. Procedendo per stadi e assemblando strati di materiali diversi – frasi coreografiche, oggetti, canzoni, immagini o quant’altro muova la loro ispirazione – i tre artisti utilizzano improvvisazione e ripetizione passando dalla parola al corpo e viceversa.
Al Giardino Marceglia (ore 16.00) pubblico e curiosi potranno incontrare e approfondire, insieme alla studiosa di danza Elisa Guzzo Vaccarino, l’originale estetica del duo americano George e Kok.
A seguire, sempre al Giardino Marceglia (ore 17.30), il film Looking for Steve Paxton introduce nel mondo del coreografo americano, fra preziosi materiali d’archivio e testimonianze recenti. Fabiana Sargentini intervista Paxton a Venezia (in occasione del Leone d’oro alla carriera) a 30 anni di distanza da quando venne in Italia – tra il 1969 e il 1978 – invitato dal padre Fabio Sargentini nella galleria L’Attico. Di Paxton verrà anche proiettato il film tratto dalle sue memorabili Goldberg Variations (26 giugno).
Ilinx – don’t stop the dance di Simona Bertozzi in Sala d’Armi A (ore 19.00) è il primo spettacolo della serata. Opera della talentuosa danzatrice e coreografa, a lungo con Virgilio Sieni, Ilinx – don’t stop the dance nasce come ulteriore tappa e sviluppo di una prima azione coreografica del progetto Homo Ludens, ispirato alle quattro categorie ludiche di Roger Caillois: Ilinx, Alea, Agon, Mimicry.
“Secondo il sociologo francese, Ilinx è un gioco pienamente individuale, una condizione di singolarità rivolta alla vertigine, al vuoto di stomaco e all’ebrezza. A distanza di dieci anni, l’occasione di riprendere il lavoro mi ha permesso non solo di sostare su elementi immaginifici, visivi e sonori di allora per comprenderne una possibile ri-attualizzazione ma, soprattutto, ha dispiegato un’inedita riflessione sulla solitudine del performer e del suo universo ludico. Ilinx – don’t stop the dance cerca di tracciare un orizzonte di presenza per questa condizione, strutturando una sorta di cerimoniale in cui le azioni si susseguono per seduzione ravvicinata, non per causa-effetto o propagazione di senso” (S. Bertozzi).
Assomiglia a un quadro di Vermeer la scrittura visiva della danza della ventisettenne Katia Marie-Germain in Habiter, in scena alle Tese dei Soppalchi (ore 21.00). Uno spazio domestico e intimo, due interpreti femminili sedute a una tavola apparecchiata per la colazione alla luce fioca di una lampada sembrano comporre la natura morta di un quadro che va creandosi sotto gli occhi dello spettatore. I movimenti scorrono lenti, accompagnati da un effetto di chiaroscuro creato dall’oscillazione di luce e ombra, durante la quale le danzatrici si spostano in modo quasi impercettibile rivelando ogni volta dettagli diversi. Habiter esplora la relazione tra corpo, tempo e spazio, tra illusione e realtà, giocando con la percezione dello spettatore che assiste a una scena che prende lentamente vita attraverso gesti familiari quanto stranianti. Un lavoro di precisione, fatto di piani fissi, immobilità e silenzi. Una riflessione sull’abitare un luogo e sull’abitare il proprio corpo.
Coreografa e performer, premiata lo scorso anno con il Prix Découverte de la danse de Montréal, la Germain ha studi in danza e in belle arti alle spalle, con un master all’Università del Québec (danza). Forte della sua formazione multidisciplinare, la Germain applica strategie compositive proprie delle arti visive per indagare il campo coreografico. Attraverso movimento, luci, scenografia, la coreografa canadese crea ambienti che modificano, rinnovano, sviano la percezione del danzatore e del pubblico. I suoi lavori catturano lo sguardo dello spettatore e conducono a momenti di meraviglia e contemplazione.
Per facilitare il pubblico sarà messa a disposizione una navetta gratuita che partirà dall’Arsenale e fermerà a Sant’Elena, San Zaccaria, Zattere e Piazzale Roma alla fine dello spettacolo in programmazione alle Tese dei Soppalchi (Arsenale).
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IL PROGRAMMA DI DOMENICA 23 GIUGNO
ore 10.30 Via Garibaldi, spettacolo all’aperto STILL LIVES #5 (Gondola) (2019, 240’) di Luke George & Daniel Kok
ore 16:00 Giardino Marceglia, incontro con Luke George & Daniel Kok
ore 17.00 Via Garibaldi, spettacolo all’aperto Los poyos (2019, 10/15’) di Un Poyo Rojo
ore 17.30 Giardino Marceglia, film Looking for Steve Paxton (2016, 39’) di Fabiana Sergentini
ore 19.00 Sala d’Armi A (Arsenale), ILINX don’t stop the dance (2019, 45’) di Simona Bertozzi
ore 21.00 Tese dei Soppalchi (Arsenale), Habiter (2017, 40′) di Katia-Marie Germain
a seguire conversazione con coreografa
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Informazioni e punti vendita
La Biennale di Venezia – Ca’ Giustinian ( mar.>sab., 10.00>17.00) o www.labiennale.org
Venezia Unica (P.le Roma, Lido S.M.E., Ferrovia, P.zza San Marco, Tronchetto, Rialto, Accademia, Tessera, Mestre, Dolo, Sottomarina).