Ieri sera si è conclusa al Piccolo Teatro Studio Melato l’ultima serata dedicata al festival “Milano incontra la Grecia”, una grande opportunità che mette in scena artisti emergenti del panorama ellenico nell’ ambito di teatro, musica e danza.
La prima parte della serata ha visto protagonista la danzatrice Katerina Andreou con il suo assolo BSTRD.
L’assolo occupa un posto unico nella tradizione della danza occidentale in quanto esemplifica la firma personale, lo stile di movimento e l’espressione del sé: i tre elementi fondamentali delle appartenenze del lavoro coreografico. Katerina Andreou è un raro caso di danzatrice/performer che, nonostante solo di recente si sia avventurata nel campo della coreografia (questo infatti è solo il suo secondo lavoro) è riuscita a creare un accattivante assolo che ipnotizza il suo raccolto pubblico. La durata del pezzo è equivalente alle due facce di un vinile che la danzatrice aziona all’inizio della performance e che la travolge in una danza frenetica che sembra essere senza fine.
Il vinile per la danzatrice richiama la figura del dj e rappresenta una musica molto specifica, ciclica e persistente: un collage di diversi suoni che si intrecciano l’uno con l’altro in netto contrasto con il ‘beat’ ossessivo della performance in cui sulla parete nera di fondo si impone la scritta “This piece needs silence” ovvero “Questo pezzo ha bisogno di silenzio”. L’unico simbolo dell’avanzare del tempo, oltre alla puntina che rapidamente corre verso il centro del vinile è il cambio di magliette bianche che la performer esegue durante tutto l’assolo.
La performer si esibisce in un frenetico freestyle, frutto di un processo di ricerca che spazia a tutto tondo dalla tradizione folkloristica greca alla House dance fino alla danza contemporanea, in cui il vocabolario specifico di tali generi produce movimenti generati dal loro ricordo, proiettando una sorta di risonanza psichico-fisica nella danzatrice.
Il nome del pezzo, autocensura del termine bastard, sta ad indicare una danza difficile da codificare, non attraente e vittima dell’ibridazione dell’eco dei vari generi di danza, che sono incorporati nella memoria e nella resa fisica.
Katerina Andreou ha una lunga lista di venue che aspettano sia lei che il suo lavoro, ma sicuramente è una coreografa che nel tempo farà parlare di sé nel panorama internazionale.
Dopo un’ora di pausa con dj-set e tipico street-food greco a base di Tzaziki e Pita, si torna nello Studio Melato per la seconda parte della serata: In case of loss please return to… primo lavoro del duo greco Kóka & Panú. Il duo composto dalla danzatrice e coreografa Κonstandina Efthimiadou e dal musicista e compositore Panagiotis Manouilidis esplora il senso di perdita e allo stesso tempo la volontà di ritornare partendo dal concetto di In case of loss please return to… una frase spesso riportata su valigie o effetti personali in modo da potersene riappropriare in caso di smarrimento.
Attraverso un susseguirsi d’immagini in cui movimento e suono, danza e musica si nutrono le une dalle altre: i due performer costruiscono, falliscono, ricominciano, tornano indietro ed evocano paesaggi diversi in cui compaiono strane creature che cercano la via del ritorno attraverso l’uso di vari elementi scenici.
Elemento caratterizzante del lavoro è l’alternanza tra luce e buio che crea forme diverse in cui i due performer appaiono e scompaiono e segmentano il palcoscenico in molteplici modi.
La musica affidata alle registrazioni e alla live performance di Panú riesce a creare una narrativa che avvolge lo spettatore e lo guida alla visione di ciò che accade in palcoscenico. La fluida, fisica e intensa danza di Kóka (che vanta anni di esperienze e collaborazioni con nomi della danza internazionale come Akram Khan, Wim Vandekeybus e Paul Blackman) si dipana tra scene fortemente impresse di teatro fisico in cui il corpo è sufficiente da solo sulla scena, ma diventa più significante quando interagisce con oggetti e costumi.
Applausi per gli artisti che sono andati in scena ieri sera allo Studio Melato e allo stesso tempo complimenti meritati anche agli organizzatori delle tre giornate dedicate agli autori greci. Un ringraziamento speciale va a chi ha scommesso e scelto di offrire questa vetrina per i giovani talenti ellenici, invece che puntare sui grandi nomi della penisola.
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Coreografia and performance: Katerina Andreou
Sound design: Katerina Andreou con la collaborazione di Eric Yvelin
Light Design: Yannick Fouassier
Supervisione: Myrto Katsiki, Lynda Rahal
Ingegnere del suono: Tal Agam or Eric Yvelin
Produzione: Mi-Maï / Bark
Co-produzione: Atelier de Paris / CDCN, Onassis Cultural Centre/Stegi, Centre Chorégraphique National d’Orléans, Centre Chorégraphique National de Caen en Normandie, La place de la danse CDC de Toulouse, Ballet de Marseille
Partner: Ménagerie de verre Studiolab, Kunstencentrum BUDA, Réservoir Danse Rennes, ImpulsTanz Festival (residency Jardin D’Europe Award ) / CN D Pantin (résidence augmentée)/ La CABINE (PAD), Reservoir Danse Rennes, MonitorFest Heraclion
With the support of ARCADI and DRAC Ile de France
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Produzione: Kóka & Panú
Co-produzione: Kalamata International Dance Festival
Con il supporto di: Garage Performing Arts Center, Baumstrasse, Kalamata International Dance Festival
Creazione: Kóka & Panú (Konstandina Efthimiadou&Panagiotis Manouilidis)
Interpretato da: Kóka & Panú
Sound mixing and Mastering: Leonidas Beilis
Lighting Designer: Dimitra Aloutzanidou
Set Design-Costumi: Kóka & Panú
Coreografia: Kóka
Composizioni: Panú