Inventore di storie divenute ormai classici per ragazzi, scritte secondo gli stilemi teorizzati nella sua “Grammatica della fantasia”, Gianni Rodari nel 1976 dall’esperienza di incontro tra scuola e teatro compose, in collaborazione con Emanuele Luzzati e altri artisti, un canovaccio “per l’immaginazione di un regista, di una compagnia teatrale o di un gruppo di ragazzi messi in grado di usarne liberamente”.
Su quel canovaccio Attilio Marangon e Roberto Gandini hanno tessuto trama e ordito di un patchwork coloratissimo che i giovani attori della Piccola Compagnia del Laboratorio Piero Gabrielli ‘srotolano’ sulla scena con una strabiliante carica di energia, incantando i bambini e meravigliando gli adulti con un’esperienza immersiva di bellezza fantasiosa e indomito movimento.
Attingendo ai canoni della Commedia dell’Arte, Rodari suggerisce spunti poetici e visionari che la regia di Roberto Gandini coglie dall’immediatezza e codifica, attualizzando alcuni passaggi con l’introduzione dei supporti tecnologici che oggi imbrigliano la fantasia infantile.
Tema dello spettacolo è il viaggio che, sulle ali del gioco fantastico, insegue scoperte sorprendenti e desideri insegnando a praticare l’amicizia, la complicità, la condivisione, mutuando il linguaggio delle maschere nel linguaggio del cuore, segno distintivo delle favole pedagogiche di un autore che rinnovò la letteratura dell’infanzia con personaggi surreali.
Arlecchino, Pulcinella, Colombina e Balanzone vagano alla ricerca de “L’Uomo che non c’è” supportati da Pierrot e da “il Bambino sperduto” ma ostacolati da Pantalone e Smeraldina. Affrontando avventure comiche e imprevedibili apprenderanno a esplorare i recessi dell’animo umano passando dal paese delle paure al mercato delle parole, dall’ospedale al paese di internet fino a giungere sulla luna, da dove scenderanno sulla terra per contrastare i perfidi intrighi di Pantalone che, astutamente, assume perfino le sembianze di virus informatico e, con un ulteriore aggancio alla cronaca contemporanea, insieme a Smeraldina respinge i naufraghi che tentano di mettersi in salvo su una zattera.
Instancabili, divertenti e palesemente divertiti gli interpreti: Jessica Bertagni, Maria Teresa Campus, Fabrizio Lisi, Edoardo Maria Lombardo, Gabriele Ortenzi, Daniel Panzironi, Fabio Piperno, Giulia Tetta e Danilo Turnaturi che, nel ruolo di Pantalone, è onnipresente sulla scena, saltando e schizzando come un folletto senza soluzione di continuità.
Immaginifiche e oniriche le scenografie di Paolo Ferrari che, insieme ai costumi di Tiziano Uno e alle musiche di Roberto Gori, rendono liberamente creativo uno spettacolo di talento.
Fil rouge del Laboratorio Integrato Piero Gabrielli è l’utilizzo delle diverse abilità della compagnia di disabili e normodotati, cui ben si adatta la messinscena delle favole di Rodari che non impongono vincoli interpretativi.
Presso il Teatro Argentina il 6 giugno si è svolta la giornata di studi “Ipotesi per un centenario fantastico” in cui ci si è interrogati sulle storie e sul linguaggio che Rodari avrebbe proposto oggi.
Attivo dal 1994, il Laboratorio ha raggiunto 196.670 spettatori coinvolgendo 279.018 ragazzi di cui 84.347 con disabilità, 812 teatranti, 4.369 docenti e 821 scuole che hanno ospitato le iniziative nell’ambito degli orari didattici. L‘attività del Laboratorio svolta da professionisti del teatro e della scuola con la collaborazione di specialisti della riabilitazione, promossa, finanziata e organizzata da Roma Capitale-Assessorato alla Crescita culturale, dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio e dal Teatro di Roma, è stata fra le prime esperienze italiane nell’ambito del teatro sociale che ha sviluppato il tema dell’inclusione.
La Piccola Compagnia costituita da attori formati all’interno dei progetti del Laboratorio, realizza spettacoli inseriti nella stagione teatrale del Teatro di Roma.