Un appassionante viaggio fra tredici titoli di opera e sei di balletto tra Costanzi e Terme di Caracalla per rappresentare il meglio del teatro musicale di oggi: questa è la nuova stagione 2019/2020 del Teatro dell’Opera di Roma, presentata in un’affollatissima conferenza stampa sul palco del teatro alla presenza della sindaca di Roma come presidente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, Virginia Raggi.
Stagione lirica che si inaugura il 10 dicembre con Les vêpres siciliennes, in francese, prima opera parigina di Giuseppe Verdi e che verrà diretta dal Maestro Daniele Gatti, alla quarta inaugurazione di seguito al Costanzi, al secondo Verdi, ma al debutto ufficiale come direttore musicale del teatro romano.
In scena un nuovo allestimento con la regia di Valentina Carrasco (della Fura e già regista della Carmen messicana di scena a Caracalla) con Roberto Frontali e Roberta Mantegna fra gli interpreti.
“Sono arrivato in questo teatro nel 2016 garantendo tre inaugurazioni, ma siamo arrivati alla quarta: apriamo con la prima grande opera di Verdi in francese. Come direttore musicale il mio compito è anche quello di garantire l’eccellenza della qualità: chi lavora al Teatro dell’Opera sa che puoi contare su collaboratori di alto livello” esordisce Gatti che anticipa anche l’apertura della stagione 20/21 con La clemenza di Tito di Mozart con la regia di Mario Martone.
“La stagione che presentiamo è in totale continuità con le precedenti, nel cammino intrapreso dal Teatro dell’Opera di Roma qualche anno fa – spiega il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Carlo Fuortes – oggi allunga il passo e lo sguardo. Il programma che vi presentiamo è un percorso dove s’intrecciano più direzioni e più obiettivi. Verso l’eccellenza musicale, verso gli spettatori, verso la ricerca e la sorpresa, verso la rilettura di grandi classici del repertorio lirico e di balletto, guardando altrove. Chiuderemo con 15 milioni di incasso di biglietteria, rispetto ai 7 di solo pochi anni fa, ma il consolidamento del teatro che consente anche maggiore solidità economica e finanziaria è anche merito della presenza di Eleonora Abbagnato e di Daniele Gatti”.
Se la continuità con la precedente stagione è assicurata anche da Verdi, Gatti salirà sul podio del Costanzi per un totale di quattro titoli: dirigerà anche il consueto appuntamento belcantistico del teatro, I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini (dal 23 gennaio) in un nuovo allestimento con la regia, le scene, i costumi e le luci di Denis Krief (sua l’Aida di Caracalla che debutta il 4 luglio), ma anche due celeberrimi titoli del Novecento dello Stravinskij neoclassico, Rake’s Progress (La carriera di un libertino) con la regia di Graham Vick (dal 18 ottobre) e l’oratorio Oedipus Rex affidato alla narrazione di Massimo Popolizio (23 e 24 ottobre).
Continuità con le precedenti stagioni assicurata non solo dal ritorno di Vick e Krief, ma anche con il ritorno di Robert Carsen (atteso il suo Idomeneo re di Creta dopo la stagione estiva, a ottobre) con un nuovo allestimento di Evgenij Onegin di Čaikovskij, opera di formazione, tratta dal romanzo in versi di Puškin diretta da James Conlon (dal 28 febbraio), con la presenza del geniale Damiano Michieletto con un altro nuovo allestimento (in collaborazione con l’Opera di Zurigo) di Luisa Miller di Verdi tratta da Schiller, diretta dal 22 maggio dal maestro Roberto Abbado e interamente giocata sulla dicotomia ed emulazione fra genitori e figli.
Ritorna a Roma anche Emilio Sagi con un nuovo allestimento della Carmen di Bizet dal 13 giugno che segna il debutto sul podio romano di Bertrand De Billy con la coppia Veronica Simeoni e Pavel Černoch (insieme già ne La damnation de Faust) e con i costumi disegnati da Fendi, nuovo capitolo della collaborazione con le grandi maison della moda con l’Opera.
Fra i debutti e le opere più interessanti della stagione, la prima assoluta romana di Kát’a Kabanová, capolavoro di Leoš Janáček del 1922 in un nuovo allestimento con la regia di Richard Jones, in coproduzione con la Royal Opera House di Londra che si è aggiudicato l’Olivier Award, a Roma con la bacchetta di David Robertson (dal 19 aprile).
Spazio poi al debutto nella regia teatrale di Ai Weiwei, uno dei maggiori artisti contemporanei della scena internazionale che si cimenta con una nuovissima versione della Turandot di Puccini (dal 25 marzo) con la direzione musicale affidata ad Alejo Pérez.
Un quasi debutto sul podio dell’opera (l’ultima sua presenza risale al 1995, ma alla guida della Philharmonia Orchestra per un concerto sinfonico) anche per il maestro Myung-whun Chung che dirigerà la Messa da Requiem, capolavoro non teatrale di Verdi.
Immancabili gli evergreen delle ultime stagioni con due titoli che solleticano sempre con successo il botteghino, la Tosca di Puccini nello storico allestimento del Novecento (anche in questi giorni a teatro) con la ricostruzione delle scene e dei costumi originali di Adolf Hohenstein (a dicembre) e La Traviata di Valentino- Coppola (a novembre), rispettivamente dirette da Pier Giorgio Morandi e Paolo Arrivabeni.
Un programma ambizioso che, come sottolinea Alessio Vlad, direttore artistico dell’Opera, deve rispondere alla contemporaneità e che si affida per la maggior parte ad artisti al debutto nei ruoli per offrire la migliore delle interpretazioni senza la necessità di confronti precedenti.
Sono cinque (per arrivare a sei con il balletto nella stagione estiva di Caracalla) i titoli della ricca e appassionante stagione di danza pensata dalla direttrice del Corpo di Ballo Eleonora Abbagnato che ha annunciato con l’occasione anche il suo ritiro dall’Opéra di Parigi il prossimo 23 dicembre 2019, e che nel corso degli anni ha anche assicurato il glamour al Costanzi (vedi la serata Dior) portandolo alla ribalta internazionale.
“La mia missione continua ad essere quella di portare i grandi nomi e grandi artisti in teatro, ma continuando a far crescere i nostri ballerini e il nostro corpo di ballo” spiega la Abbagnato che al quarto anno al Costanzi prosegue nella sua politica di diffusione della danza contemporanea offrendo sempre la possibilità di ospitare e conoscere grandi coreografi contemporanei.
L’apertura di stagione però, ma sulla scia del successo del precedente anno, è affidata dal 31 dicembre al classico per eccellenza, Il lago dei cigni di Caikovskji, nella versione di Benjamin Pech con Benno che incarna il villain di turno, mentre la nuova creazione coreografica prodotta dal teatro è Il corsaro affidato a José Carlos Martínez che pensa a una coreografia di ritorno alle origini, non una ricostruzione storica, con l’allestimento di Francesco Zito (dal 1 marzo)
Spazio alla serata omaggio celebrativa del genio di Jerome Robbins (dal 30 gennaio) con tre meravigliose creazioni, la formalità di Glass pieces, In the Night, con i tre Pas de deux che riflettono i temperamenti delle tre coppie sulle note di tre Notturni di Chopin (anche con la Abbagnato in scena), le divagazioni del pubblico in The Concert.
Si consolida anche la formula acclamata del trittico Suite en blanc/Serenade/Bolero, che dal 6 maggio porta in scena la poesia di Suite en blanc di Serge Lifar (e l’Adage con l’Abbagnato), i quattro movimenti di Serenade, primo balletto americano di Balanchine, il Bolero di Krzysztof Pastor creato nel 2012, al debutto al Costanzi e interpretato con la personalità di Eleonora Abbagnato,
La stagione si conclude con Notre-Dame de Paris, capolavoro di Roland Petit, qui ripreso da Luigi Bonino Direttore Artistico del Repertorio Roland Petit (dal 24 settembre) con i costumi di Yves Saint – Laurent, senza dimenticare lo scoppiettante Strictly Gershwin, diretta da Gareth Valentine con le coreografie di Derek Deane fra jazz e tip tap.
Fra le novità, gli appuntamenti Eleonora Abbagnato racconta, una nuova serie di incontri che vedrà l’ètoile dialogare con il pubblico per avvicinarlo al titolo in scena fra curiosità, storia, aneddoti ed estratti danzati dal vivo.
Già presentata anche la stagione estiva di Caracalla 2020 con una una ricca offerta di Extra che aumentano anno dopo anno (ma ancora da annunciare) e tre riprese d’opera, l’Aida di Verdi di Denis Krief diretta da Jordi Bernàcer, Il barbiere di Siviglia in stile musical con la regia Lorenzo Mariani e la direzione di Stefano Montanari sul podio anche per La vedova allegra di Franz Lehár, nella versione musical Anni Cinquanta di Damiano Michieletto riallestita dal regista veneziano appositamente per gli spazi delle Terme.
La stagione, ricchissima, tra innovazione e tradizione, conferma le numerose iniziative degli anni passati dalle affollatissime Anteprime giovani (per gli under 26), al progetto OperaCamion, con nuovi titoli che faranno tappa per le piazze di Roma e del Lazio sul camion per la Tosca di Puccini e L’opera da tre soldi di Brecht e Weill con la regia di Fabio Cherstich, le Lezioni di Opera tenute da Giovanni Bietti come introduzione ai titoli in cartellone, “Fabbrica” Young Artist Program, il progetto del teatro per il lancio di nuovi talenti spesso in scena al Costanzi senza dimenticare i giovanissimi con la Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera e la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma e i suoi nuovi talenti.
La nuova stagione segna anche l’ingresso nella Fondazione del Teatro dell’Opera di due soci fondatori privati, Acea e la Camera di Commercio di Roma. Informazioni e dettagli sulla nuova stagione, operaroma.it.