“C’è un sogno che si sta sognando” Con questa intuizione che arriva dai boscimani del deserto del Kalahari, Giorgio Barberio Corsetti presenta la nuova stagione 2019/2020 del Teatro di Roma – Teatro Nazionale di Roma, la sua prima stagione da direttore artistico dopo l’insediamento arrivato pochi mesi fa.
Una stagione che porta in scena un “teatro dell’adesso in ogni dove” e che conferma alcune linee programmatiche del teatro romano che si apre a un nuovo linguaggio, che è pronto a dialogare con l’Europa, consapevole della necessità della presa sul reale del tempo presente.
“I teatri rappresentano il corpo visibile di una realtà invisibile, ma vorremmo creare tante tipografie invisibili. Noi siamo gli artigiani che modellano l’invisibile” prosegue il direttore artistico che presenta una stagione monumentale con 23 produzioni su un cartellone di oltre 70 proposte complessive e con una decisa presa sul reale sotto il profilo dei contenuti e della forma.
“Un organo vivo e pulsante, che possa prendere posto all’interno di un corpo, di un unico organismo dalle molteplici funzioni. È questo che ci auguriamo continui ad essere, e sempre più, il Teatro di Roma: un ecosistema, una polifonia, un superorganismo capace di far risuonare al suo interno ritmi diversi che naturalmente possano propagarsi verso l’esterno“ – sottolinea Francesca Corona, consulente artistica per il Teatro India che apre il nuovo ciclo di direzione dello Stabile nazionale di Giorgio Barberio Corsetti.
Quasi impossibile citare tutto il cartellone che può comunque dividersi in diverse sezioni.
Fra le grandi produzioni firmate da maestri e artisti riconosciuti della scena, si spazia fra la classicità e le novità drammaturgiche: la stagione si apre il 10 ottobre con lo spettacolo evento di Milo Rau, esponente di spicco del teatro d’avanguardia internazionale che presenta La rivoltà della dignità – Assemblea Politica, terzo atto del suo Nuovo Vangelo, un progetto cinematografico a metà strada fra i teatro e il documentario con un cast di rifugiati e contadini disoccupati a narrare la “passione” di un’intera civiltà. Il 23 settembre, Milo Rau, in corealizzazione con Romaeuropa, proporrà invece Orestes in Mosul, l’Orestea ambientata durante la guerra contro l’IS.
Torna in scena un doppio Massimo Popolizio con due strepitosi sold out del teatro romani, la regia di Ragazzi di vita di Pasolini (dal 15 ottobre) e Un nemico del popolo di Ibsen (dal 17 gennaio) con lo stesso Popolizio in scena e una strepitosa Maria Paiato in un ruolo en travesti e che chiuderà la stagione con il pirandelliano Così è (se vi pare) con la regia di Filippo Dini che sceglie una claustrofobica ambientazione in stile borghese di Buñuel ( dal 19 maggio).
Popoliamo torna in scena al Teatro India con Furore di Steinbeck (dal 19 novembre) su drammaturgia di Emanuele Trevie con la serata evento Popolizio legge Belli.
Valter Malosti offre la sua voce alla tragica riflessione di Primo Levi nel monologo Se questo è un uomo (dal 5 novembre), contornato da altri due spettacoli, Il sistema periodico con Luigi Lo Cascio (1 novembre) e Se questo è Levi dei Fanny&Alexander, performance/reading itinerante negli spazi del Burcardo, Valle e Sala Squarzina (22 novembre).
Claudio Longhi porta in scena il premio Nobel Elias Canetti con La commedia della vanità (dal 29 gennaio), un incubo grottesco su una immaginaria dittatura che cerca di distruggere le identità, mentre Andrea De Rosa dirige lo Satyricon di Francesco Piccolo (coproduzione con Napoli Teatro Festival e Stabile di Napoli) che rilegge l’opera di Petronio raccontando il declino antico e moderno di Roma (dal 21 novembre), in scena anche When the Rain Stops Falling (dal 17 marzo) con Lisa Ferlazzo Natoli e lacasadargilla nella saga familiare di Andrew Bovell.
Doppio Eduardo con Dolore sotto chiave e Sik-Sik, l’artefice magico per il maestro Carlo Cecchi che offre una riflessione sul mondo come metafora della vita (dal 25 marzo).
Cuore dell’intero progetto produttivo per il Teatro India è Oceano Indiano che vede il coinvolgimento di un quintetto di artisti, Fabio Condemi, DOM- (Leonardo Delogu e Valerio Sirna), Industria Indipendente (Erika Z. Galli e Martina Ruggeri), Michele Di Stefano con mk e Muta Imago (Riccardo Fazi e Claudia Sorace, che abiterà tutti gli spazi del teatro firmando cinque produzioni diverse finendo per ridisegnare anche gli spazi del teatro, sempre in costante dialogo con la città.
Dal 17 ottobre, torna in scena, dopo 43 anni, il riallestimento di La rivolta degli oggetti dei tre artisti della Gaia Scienza, Giorgio Barberio Corsetti, Marco Solari, Alessandra Vanzi, che si riuniscono affidando la loro prima opera del 1976, punto di riferimento per la controcultura romana degli anni Settanta, a tre giovani performer in un succedersi di epoche ed esperienze differenti.
Fra le numerose ospitalità del Teatro Argentina, i grandi classici con i grandi maestri, ma all’insegna del nuovo: accade con Alessandro Gassmann che trasferisce a Napoli Fronte del porto (dal 3 dicembre), con Antonio Latella con lo spettacolo-evento dal best seller di Steinbeck, La valle dell’Eden (dal 5 maggio), con l’Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni riletto da Valerio Binasco (dall’11 febbraio), con Misericordia che segna un ritorno all origini per Emma Dante (dal 17 aprile), con Franco Branciaroli e Roberto Herlitzka, diretti da Antonio Calenda per il Falstaff (dal 7/ gennaio), con Il giardino dei ciliegi di Čechov riletto da Alessandro Serra (dal 25 febbraio), con Franco Branciaroli e Roberto Herlitzka, diretti da Antonio Calenda che rievocano le avventure di Falstaff (7/12 gen).
Fra i maestri internazionali anche il regista ungherese, Kornél Mundruczó con il pluripremiato Imitation of life, sguardo impietoso sulla società ungherese intrisa di razzismo, ma anche di contraddizioni, al Teatro Argentina dall’11 marzo, mentre al Teatro India ci saranno il iraniano Amir Reza Koohestani che porta in scena Timeloss (dal 26 marzo) e l’artista performativa e giocoliera francese Phia Ménard impegnata in un doppio appuntamento, L’après-midi d’un foehn, per bambini e Vortex, per adulti (da 30 gennaio).
In ospitalità al Teatro India, anche Mimmo Borrelli con La cupa (dal 1 aprile), Massimiliano Civica che rilegge la l’Antigone (dal 18 aprile); Valeria Raimondi e Enrico Castellani di Babilionia Teatri raccontano in Giulio, la vicenda Regeni (dal 26 maggio), Giorgina Pi torna con Wasted, testo dell’inglese Kate Tempest (dal 14 gennaio); la coppia Bartolini/Baronio presenta il dittico Tutt’intera e Dove tutto è stato preso (dal 18 febbraio), Carlotta Corradi affronta il mondo dell’adolescenza con Nel bosco (dal 9 gennaio), il giovane Fabio Condemi, presenta Jakob Von Gunten (dal 17 novembre) senza dimenticare il rinnovo della collaborazione con l’Accademia Silvio d’Amico che propone il Festival Contaminazioni e quattro spettacoli (Sul Lago nero, regia di Paolo Costantini; La ballata dei babbaluci, regia di Marco Fasciana; Un sogno nella notte di Mezzestate, regia di Tommaso Capodanno, Le lacrime amare di Petra von Kant, regia di Federico Gagliardi).
A India, fra le novità, il debutto in nazionale di Vaudeville di Eugène Labiche, riscrittura come commedia leggera di Roberto Rustioni, torna anche il duo Deflorian/Tagliarini che firmano la regia di Chi ha ucciso mio padre (dal 5 maggio) del giovane Edouard Louis e fra le riprese di Quasi niente e dEVERSIVO della sovversiva Eleonora Danco (dal 5 novembre), l’esplorazione antropologica sulla famiglia contemporanea nel territorio con Family affair di Zimmerfrei senza dimenticare la regia di Fabio Cherstich per L’opera da tre soldi di Brecht, opera recitata, cantata e suonata dal vivo e all’aperto (dal 16 giugno) nuova coproduzione di OperaCamion del Teatro dell’Opera, progetto che porta l’opera sul territorio, viaggiando nelle periferie e nelle piazze di Roma e del Lazio.
Prosegue Grandi Pianure, progetto sulla coreografia contemporanea affidata a Michele Di Stefano, in un’edizione amplificata e diffusa in spazi non convenzionali e integrata nella stagione che apre con Alessandro Sciarroni, Leone d’oro 2019, con le due spettacoli Augusto e Turning, prosegue con la nuova produzione di Silvia Rampelli, il norvegese Ingri Fiksdal, Le Cercle della franco-algerina Nacera Belaza, Caen Amour dell’americano Trajal Harrel, mk con Parete Nord fino a BUFFALO, kermesse performativa in collaborazione con Palaexpo.
La nuova direzione di Giorgio Barberio Cprsetti è particolarmente attenta allo spazio per i giovani spettatori con la rassegna Teatro per le nuove generazioni, ricca programmazione dedicata al pubblico dei ragazzi e delle loro famiglie (L’après-midi d’un foehn di Phia Ménard, Chiara Guidi per le fiabe dell’antica tradizione giapponese; il Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, diretto da Roberto Gandini, con il dittico su Gianni Rodari, Habiba la magica con la regia di Marta Gilmore; Se dicessimo la verità di Emanuela Giordano e Giulia Minoli).
Prende il via anche la collaborazione con il teatrodelleappararizioni, compagnia romana guidata dal regista Fabrizio Pallara con la rassegna di narrazione Voce parole e il festival Contemporaneo futuro.
Prosegue la programmazione anche al Teatro Torlonia con spettacoli di poesia dal vivo e di teatro di parola. Fra gli appuntamenti, I poeti maledetti _ n. 1 Io e Baudelaire, concerto per attore e pianoforte di Biancofango, RedReading di Bartolini/Baronio, Ci vediamo all’alba con Francesca Ciocchetti e Sara Putignano, Storia di un’amicizia, creazione di Fanny&Alexander su testi di Elena Ferrante, Felicità…tà…tà, ispirato alla sferzante opera di Achille Campanile con Massimo De Michele.
Torna attivo anche il Teatro Valle, con aperte straordinarie fra attività, mostre, installazioni ed eventi e arricchiscono la stagione il programma di Visite Animate alla scoperta dei luoghi segreti di Argentina, India, Torlonia e Valle, i cicli culturali di Luce sull’Archeologia (alla sesta edizione). Tutto il programma in dettaglio su teatrodiroma.net.