La mia carriera universitaria e professionale non ha niente a che vedere con la giurisprudenza e la giustizia, ma lo devo ammettere: ho un debole per tutto ciò che ruota attorno ai casi di cronaca nera, e ai processi che ne derivano. Non fraintendetemi, preferirei vivere in una società in cui atti del genere non vengono commessi, ma purtroppo questa è un’utopia. Ecco perché ho deciso di farmi catturare da questa produzione Netflix.
Domanda: se foste accusati di aver commesso un omicidio, cosa fareste? Potreste essere colpevoli, o non colpevoli. Nella seconda ipotesi, lottereste per amor di giustizia? Vi arrendereste già in partenza di fronte ad un mondo spesso più che corrotto, ingiusto, cercando di patteggiare per ottenere uno sconto di pena? Questa è solo una parte di quello che potreste chiedervi guardando “The Staircase“.
Tutto ha inizio nel dicembre del 2001. Kathleen Peterson, sposata con il romanziere 58enne Michael Peterson, fu trovata morta in fondo alle scale nella loro villa a Durham, nel North Carolina. Peterson ha sempre dichiarato che sua moglie era caduta, ma è stato processato per omicidio. Potrebbe essere l’incipit di un libro crime da leggersi tutto d’un fiato, ma non è questo il caso signori. In realtà questi fatti, seppur già di per sé motivo di interesse e intrigo, sono solo una piccola parte del perché “The Staircase” è un documentario criminale che rivaleggia con i più grandi successi del genere.
Quello che inizialmente per i familiari sembra essere evidente da subito (si è trattato solo di un incidente), ben presto diventa solo l’anticamera di un incubo lungo vent’anni, tra false testimonianze a processo, colpi di scena, dettagli nudi e crudi della vita privata di ognuna delle persone coinvolte (tutte in un modo o nell’altro tragicamente segnate per il resto della loro vita) – a dimostrare che non è mai tutto oro quel che luccica. Troppi aspetti non tornano. Il sangue a terra è davvero troppo per una caduta dalle scale, come troppe sono le ferite sul cranio – 7 per la precisione. E soprattutto: Michael, che in quel momento era sì fuori intorno alla piscina della loro casa, come ha fatto nel silenzio della sera a non sentire le urla strazianti della moglie che stava morendo?
In realtà, il vero punto focale di tutta la docuserie non è dimostrare se Peterson è realmente colpevole o meno (trovandosi così “solo” nel posto sbagliato, al momento sbagliato). Ed è proprio questa la vera forza di “The Staircase” probabilmente. Il centro di tutto è la vita, e lo scorrere inesorabile del tempo. La vita di Michael, la vita di chi l’ha sempre sostenuto, la vita di chi lo odia dal profondo del cuore, la vita di chi per professione accompagnerà questo scrittore veterano della Guerra in Vietnam in tutta la sua personale battaglia.
Cosa ci dimostra alla fine “The Staircase”? Cavalcare l’onda di una storia vera, ingrandendone i dettagli e rivelandoci segreti e ombre rivoluzionarie della vita di una persona, risulta molto spesso più efficace di un’invenzione.
———
Credits:
Regia Jean-Xavier de Lestrade
Autori Jean-Xavier de Lestrade
Rete Netflix