“Quello che cerchiamo è solo una cosa: la bellezza. La bellezza delle storie, che devono essere per bambini e non per adulti che proiettano sui propri bambini le proprie idee e aspettative, e la bellezza delle immagini. Nel nostro catalogo non ci sarà mai un albo con brutte illustrazioni né con una storia complicata o troppo intellettuale”. Ha le idee chiare Tommaso Gurrieri, direttore editoriale delle Edizioni Clichy (distribuite da Mondadori Libri), casa editrice di Firenze nata nell’ottobre del 2012. La produzione è vasta (circa 400 titoli) e tutta di qualità indiscussa, dal respiro internazionale ma con una forte impronta francofila (che si ritrova anche nei nomi delle diverse collane, tutte intitolate a un luogo di Parigi), spaziando dalla letteratura contemporanea ai classici, dalle biografie ai noir, alla saggistica.
Tra le collane delle Edizioni Clichy si segnala, appunto per la bellezza delle immagini e l’estrosità delle storie, quella dedicata a bambini e ragazzi, la Carrousel (che assorbe poco meno di un terzo dell’intera produzione). Il catalogo offre circa 120 picture book, principalmente attingendo alle pubblicazioni delle più importanti case editrici per l’infanzia francese (come Flammarion, Glénat, Père Castor, Ecole des Loisirs, Sarbacane). “I bambini sono bambini, non vanno trattati come adulti”, aggiunge Guerrieri. “Per amare i libri i bambini devono provare emozioni semplici e forti: divertimento, commozione, allegria. E quindi colori, e personaggi che è facile amare”.
Un mirabile esempio della proposta editoriale Clichy è il grande albo illustrato “Il viaggio di Agata e del suo mega zaino”, scritto e illustrato da Magali Le Huche. Grande anzitutto nel formato: 34 centimetri d’altezza, alto come uno dei grattacieli in cui la vive la protagonista, Agata appunto (insieme al suo gatto René), in un appartamento posto “al novantaseiesimo piano del superbellissimo palazzo della 325a strada”. La incontriamo di venerdì: la ragazzina ha già perso tutto il tempo che poteva perdere in casa, e si annoia terribilmente. Una pubblicità del “Catalogo della donna moderna” attira la sua attenzione: un viaggio con zaino (extra-large) in spalla “sulla paradisiaca isola Wawaie”. E allora, acquistato e riempito il sacco gigante, scende in strada per andare a prendere il metrò.
Ma la città è caotica, lo zaino è proprio enorme, e questo darà vita a una serie di avventure divertenti e surreali. Agata incontra ragazzi con lo skateboard ed elefanti sorridenti, barboni in bicicletta (che sulle due ruote hanno “girato tutta la Mongolia”) e autobus strapieni, palloncini del gelataio e guidatori di gru: tutti la aiutano, e nel mentre il sacco si fa sempre più grande. La ragazzina non riuscirà a partire, ma il lieto fine è comunque assicurato, e Agata troverà “un’isola molto particolare, proprio vicina alle stelle”. Il lavoro di Magali Le Huche è davvero meraviglioso. Le illustrazioni sono zeppe di particolari e dettagli umoristici, la tavolozza è vivace e accesa, il tratto è poetico e assolutamente inconfondibile. La storia è gioiosa, divertente, piena di sorprese, invitandoci a vedere in ogni difficoltà un’opportunità e in ogni incontro una nuova possibilità di amicizia e condivisione.
La giovane parigina Magali Le Huche, ormai affermata autrice internazionale di picture book, è anche la disegnatrice del secondo albo che presentiamo: “Una zuppa cento per cento strega”, scritto dall’affermata autrice francese Quitterie Simon. Qui non incontriamo una ragazzina desiderosa di avventure, bensì una fattucchiera – Sgranocchia è il suo nome – che mette dell’acqua a bollire per preparare, visto che siamo in pieno inverno, la sua zuppa preferita di “rospi appiccicosi, vipere viscide, ghiande marcite” e altre ghiottonerie. Ma purtroppo questi ingredienti sono finiti, e la strega è costretta a fare razzia negli orti dei vicini.
Ma i suoi confinanti sono anch’essi personaggi delle favole: alla Nonnina di Cappuccetto Rosso ruba le carote (“Puah”, commenta Sgranocchia: “Che gusto zuccheroso, che colore allegro, proprio una verdura da bambinette”), all’Orco le patate, al taglialegna padre di Pollicino i porri. La zuppa carote-patate-porri è quindi pronta nel paiolo, e il suo profumo si diffonde per tutto il bosco. E qui iniziano le sorprese: ognuno dei tre derubati rivuole indietro il maltolto e bussa alla porta della strega. E bussa infine pure il Principe Azzurro, e anche in questo caso, come già per Agata, il lieto fine è assicurato. Un racconto ironico e originale, che invita i bambini a gustare le “odiate” verdure in una zuppa che, ci narra la storia, è “piena di vitamine”, è “davvero nutriente” e “fa crescere tantissimo” (così tanto che Pollicino si alza fino a diventare un gigante).