Tutto il mondo è uno, di fronte all’utopia realizzata. Il piccolo rispecchia il grande, quando la possibilità del domani è la pratica di un’azione concreta sul territorio. CasermArcheologica fa battere il cuore d’Europa fin dentro Sansepolcro, il borgo rinascimentale di 16000 abitanti in provincia di Arezzo, nella Valtiberina. «È uno spazio che non ti aspetti – afferma la project manager Laura Caruso – in tanti dicono: “sembra Berlino”. È un esercizio di cittadinanza, perché chiama i cittadini, a partire dai più giovani, a fare uno sforzo di immaginazione, che sveli ispirazioni e talenti nuovi». Quella ‘A’ pare segnare allora una maiuscola ‘alternativa’: una forma diversa del fare politica culturale, pubblica, sociale. «Ci domandiamo cosa vogliamo dal luogo che abitiamo e dal tempo che viviamo. Per farlo, abbiamo bisogno di costruire possibilità di incontro e scoperta reciproca, che poi sono destinate ad avere un riflesso fuori dal nostro Palazzo Muglioni in Via Aggiunti e dal resto del centro storico».
CasermArcheologica è una casa espositiva d’arte contemporanea, un coworking e una sede di corsi di formazione. L’avvenire, qui, è un progetto costruttivo giorno per giorno. «Il nostro percorso non è solo pratiche, ma è anche presa di consapevolezza di quanto succede. Perciò, periodicamente, facciamo un Almanacco in cui raccontiamo le nostre attività, perché se ne possa leggere il quadro complessivo. A queste si aggiungono gli interventi di altre associazioni: lasciare dei vuoti, affinché siano riempiti da altri, è una risorsa che abbiamo imparato a valorizzare».
Cultura, lavoro, scuola: la rigenerazione ha recuperato innanzitutto l’anima di Palazzo Muglioni. Dal 1500 è stato una dimora nobiliare: l’ultima nobildonna che l’ha abitata, Minerva Muglioni, moglie di Silvio Buitoni, vi ospitava salotti culturali. Un’ala ha accolto, tra l’altro, la prima sede della Buitoni, azienda tuttora fra gli assi portanti dell’economia locale. Successivamente, l’edificio è diventato Caserma dei Carabinieri e, a fine anni Ottanta, è stato adattato a succursale scolastica. «Durante i lavori di pulizia nel 2013 – interviene – saltò fuori la lettera di una donna a un carabiniere: un ritrovamento come di un reperto di archeologia. Così, a cominciare dal nome, CasermArcheologica mantiene sia la memoria della Caserma che fu, sia la stratificazione di storie che le mura rivelano, dove la vecchia pittura si somma all’intonaco, agli stucchi, alle crepe del tempo trascorso».
È Ilaria Margutti, artista e docente di storia dell’arte, insieme ai suoi studenti del Liceo ‘Città di Piero’, a restituire al borgo il Palazzo, ripulendolo dallo sporco e dalla dimenticanza accumulatisi in trent’anni di inutilizzo. Questo eccezionale movimento dal basso porta a Caserm[…]rcheologica, la mostra/percorso su un’opera d’arte curata dalla stessa Margutti con Enrique Moya Gonzalez: il passo iconico di un cammino al presente futuro. «Sansepolcro è la città di Piero della Francesca – ragiona Caruso – nella Resurrezione conservata nel Museo Civico, a due passi da Via Aggiunti, il volto di Cristo è umano, guarda al futuro e ci infonde responsabilità. Piero è nostro contemporaneo perché ci aiuta a guardare avanti, con l’irriverenza, però, di prendere la storia come una possibilità, non soltanto come un macigno che ci impedisce di correre».
Laura Caruso varca la soglia di Via Aggiunti nell’estate 2013. Segue, come direttrice organizzativa di CapoTrave/Kilowatt, lo spettacolo site-specific «di grandissima suggestione» Eresia bianca di Sineglossa, in programma al Festival diretto dal drammaturgo e regista Luca Ricci (giunto alla XVII° edizione). «Ho conosciuto Ilaria e siamo diventate molto amiche. Quando si è conclusa la mia esperienza lavorativa con Kilowatt, dall’amicizia è nata la voglia di collaborare. Era la fine del 2015 e CasermArcheologica viveva un momento di profonda difficoltà: c’era bisogno di mettere a sistema l’esperienza spontanea ed estemporanea degli inizi. Ho deciso di abbracciare CasermArcheologica intensamente e da lì è partito un nuovo corso, che ha raggiunto anche l’Arcipelago Italia alla Biennale Architettura di Venezia 2018».
In quello scorcio di 2015 i Vigili del Fuoco rilevano l’inagibilità di Palazzo Muglioni a causa dell’impianto elettrico inadeguato: per diversi mesi sembra impossibile riuscire a sanare le criticità. A pensarci oggi, quel verbale è stato un’opportunità: ha costretto ad alzare lo sguardo oltre la crisi, progettando nel medio/lungo periodo, mettendo a regime bisogni e desideri, in un’ottica di sostenibilità. «A settembre 2016, dopo una lunga fase di studio – ricorda – vinciamo il bando Culturability promosso dalla Fondazione Unipolis. Grazie a quei fondi e ad altri provenienti dal territorio, con l’aiuto dell’architetta Monica Gnaldi Coleschi (Studio Idea+), della Ditta Pecorelli e di artigiani vicini al progetto, a luglio 2017 CasermArcheologica riapre con la mostra Agibile». Il titolo è programmatico: la riapertura rende agibile la ex Caserma, ma anche il tempo in cui poter agire.
Le voci di stanze, scale, corridoi, hanno suggerito come essere riportati in vita. «Abbiamo dato risalto al valore quasi di ogni crepa, di ogni segno: abbiamo tenuto anche quelli che ci ha fatto fare la Sovrintendenza per i saggi storici. Detto questo, ci stupiamo tutte le volte di quanto l’ambiente inviti chi lo interpreta a letture diverse. Luca Bertolo, nella recente esposizione Superbellezza (a cura di Michele Dantini), ha fatto di CasermArcheologica l’oggetto stesso della sua arte: due opere incorniciano altrettanti buchi nel muro».
L’atto di tenere a vista i segni del recupero fa venire mente la celebra battuta di Anna Magnani al suo truccatore: «Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire». Il rapporto fra pensiero e luogo, creatività e programmazione, è la costante di un colloquio a due che unisce le stagioni vissute a quelle ancora da scrivere. «Ci sono tante persone che partecipano alle attività di CasermArcheologica, ma a sapere tutto, dal principio alla fine, siamo io e Ilaria – precisa Laura Caruso – Ilaria è un’artista, vede lo spazio in modi che io non sempre scorgo subito, ma mi fido della sua visione e lavoro per farla emergere. A sua volta, lei si fida di me quando le faccio notare che un progetto artistico non è necessario o, almeno, che va trattato in modo da avere caratteristiche di condivisibilità».
La rigenerazione da urbana diventa quindi umana: Via Aggiunti assume anche il ruolo di osservatorio da cui poter intravedere e provare a invertire dinamiche e sviluppi che appartengono a tutta la Penisola, non solamente a un angolo del Centro Italia. «La mia vita professionale è legata a Sansepolcro: ho avuto modo di incontrare professionisti straordinari e realizzare esperienze abbastanza ardite. Una comunità piccola ha il pregio che, se sperimenti, immediatamente ne verifichi gli aspetti positivi e negativi. Cultura e lavoro dovrebbero essere il manifesto di qualsiasi partito: lo abbiamo capito velocemente attraverso le difficoltà incontrate nel rimettere in sesto uno spazio in disuso».
La promozione e produzione culturale a CasermArcheologica incrocia modelli di impresa e di inclusione sociale che riattivano la partecipazione dei più grandi esclusi: i giovani. «Tanti si laureano e poi vanno a lavorare all’estero – riflette Caruso – chi va via non pensa che ciò che ha imparato possa servire in un territorio come la Valtiberina. I ragazzi sembrano chiamati unicamente a custodire l’esistente. E invece, sono felici di dare il loro contributo, se vengono motivati da uno spirito di condivisione e reale apertura. In pratica, CasermArcheologica è l’unico posto dove, se fai un progetto, puoi attaccare dei chiodi».
Comunque, non si è mai trattato di un’occupazione né di un’autogestione, il rapporto con le istituzioni è continuo. Palazzo Muglioni, di proprietà della Provincia, è in comodato d’uso trentennale al Comune di Sansepolcro, che lo ha dato in gestione all’Associazione CasermArcheologica. La deliberazione triennale n° 54 dell’aprile 2016 è ormai esaurita: al momento in cui scriviamo, maggio 2019, si sta cercando una soluzione (tuttavia, c’è già un calendario di attività fino al prossimo gennaio). «CasermArcheologica rappresenta uno di quei progetti potenti e fragili che possono concludersi da un momento all’altro. Siamo sicuri però – conclude Laura Caruso – che l’idea alla base potrà sempre essere generativa oltre noi stessi e l’esperienza straordinaria che stiamo facendo».