Prosegue il cartellone del 18° Festival Internazionale di Circo Contemporaneo “Sul Filo del Circo” con un altro spettacolo di ricerca. Ora si vuole coniugare il circo con la tradizione folkloristica slovacca. È una narrazione “sull’epopea storica di un misterioso personaggio, risalente a 300 anni fa, uno dei più grandi eroe slovacchi, Juraj Jánošík. La leggenda vuole che questo “Robin Hood” rubasse ai ricchi per donare il ricavato ai poveri, e la sua figura rappresenta ancora oggi la lotta per la libertà di una piccola nazione dominata dalla potente monarchia austriaca intorno al 1707.” Però è una narrazione ricca di humour, ironia, capacità di coinvolgere il pubblico, bravura ed agilità, buona musica dal vivo, colpi di scena e tante risate. Fin dall’entrata nel grande tendone ci si accorge subito che lo spettacolo è già cominciato, prima delle 21.30.
Tutti i personaggi in costume sono già in scena, chi occhieggia e si esibisce ai presenti, chi offre al pubblico bicchierini di grappa, chi invita i seduti ad un gioco con una specie di ruota della fortuna dove si possono vincere baci da dame o cavalieri, mele, serenate, bevute ed altro ancora.
Sul palco il capitano ed il signorotto locale controllano con spavalderia ed arroganza fino a che un urlo fa scappare tutti. Dal fondo della sala arriva un orso, con tanto di pancetta e sedere basso, che non fa paura anzi ispira tenerezza, sale sul palco ed inizia ufficialmente lo spettacolo. Utilizzano un grosso telo con sopra i disegni delle varie scene che di volta in volta andremo a verde, più o meno lo stesso modo che avevano (e che hanno) i cantastorie nostrani, che giravano i piccoli paesi raccontando imprese, eventi, storie appunto. Mi viene in mente Cuticchio e le avventure dei paladini, le storie miracolose narrate e cantate nelle fiere e nelle sagre paesane, a cui a volte ci capita ancora di assistere sempre meno purtroppo. Ed ognuna di queste scene aveva la particolarità di esibire tecniche da circo, dal cerchio sospeso in aria, ai teli, dalla giocoleria di alto livello alle figure di bravura e di agilità con salti piroette e tuffi in aria. Quasi sempre erano movimenti corali, con i ragazzi che si sfidavano sulla destrezza e con le ragazze, impegnate con strumenti e canti, davano il ritmo e creavano appunto la e le atmosfere. Capitava spesso di assistere a momenti di ballo popolare e la scenografia, che poteva rappresentare luoghi e spazi diversi, era sempre complementare con la narrazione. Pubblico stranamente non troppo numeroso, forse per la concomitanza della festa nelle strade di Grugliasco, che si faceva comunque sentire e dimostrava di gradire e di apprezzare ciò a cui assisteva.
Il caldo non era un problema, tutte le entrate del tendone erano aperte e questo creava una piacevole corrente di aria fresca e dalle zanzare non abbiamo avuto problemi.
Ottima serata, divertente e piacevole. Tutti sorridevano mentre abbandonavamo questo grande parco, sede tra l’altro di una mostra sul clown.
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“In una fusione di teatro, circo e folklore, lo spettacolo, diretto dal grande artista, comico attore e regista di circo Adrián Schvarzstein, vincitore di numerosi premi tra cui il Miramiro Prize con lo spettacolo Kamchatka, il premio Ernst a Brema e il premio Zirkolika come miglior regista, riunisce gli approcci tradizionali e moderni del teatro contemporaneo, per raccontare la misteriosa storia, risalente a 300 anni fa, del più grande eroe slovacco, Juraj Jánošík.
Nel creare questo spettacolo circense non eravamo interessati a descrivere ulteriormente la vita e il destino di Juraj Jánošík. Abbiamo scelto di trattare tematiche universali che emergono attraverso il suo vissuto: il desiderio di libertà, la ricchezza, la giustizia, l’amore, il crimine, la punizione e così via. Nel creare la messa in scena, abbiamo legato ogni scena a una particolare disciplina circense. Potremmo dire che il processo di creazione dello scenario è direttamente correlato al processo di creazione di un gruppo collettivo, il nostro gruppo circense. Il nostro obiettivo non è tanto quello di dare testimonianza della vita di Janosik, ma di trasmettere agli spettatori (sia nostri che stranieri) le emozioni che sono associate a lui e che sono legate a questo argomento. E poiché l’interazione con il pubblico è una parte inseparabile del circo, le persone saranno anche in grado di sentire cosa vuol dire essere depredati o, viceversa, donatori. Juraj Janosik è un personaggio che ha svolto un ruolo essenziale nel nostro folklore, letteratura e cultura per oltre trecento anni. Ognuno ha la sua opinione su di lui, ma c’è un po’ di lui in ognuno di noi.”
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YOUNAK CIRCUS COMPANY (Repubblica Slovacca) in “CIRKUS YOUNAK”
Venerdì 5 e sabato 6 luglio
Credits:
regia Adrián Schvarzstein
interpreti Barbora Priester, Victória Priester, Lucia Priester, Miriam Svabova Urbanova, Denisa Kopackova, Jan Minarik, Jakub Halgoš, Denis Seliak, Alexander Muller, Monika Mikovcova, Didac Cano, Adrian Schvarzstein e Roman Vykysaly drammaturgia Juraj Bielik
musica Pavol Hubinák e Pavol Bartovic
costumi Dana Kleinert
scenografia Peter Janků
movimento cooperazione e coreografia Stanislav Marišler
lighting design Robert Sloboda
produzione Katarína Pokorná
con il sostengo di finanziamento pubblico da parte di Slovak Arts Council.