Fare impresa in Calabria non è certo facile. Figuriamoci se l’impresa ha carattere culturale, una casa editrice specializzata in letteratura per l’infanzia. “Non abbiamo a disposizione sul nostro territorio una rete di servizi e di interesse consolidata e forte, quindi dobbiamo costruirla ogni giorno, questo è uno svantaggio che però non ci ha mai fatto pensare neanche per un secondo di aver fatto una scelta sbagliata”, spiegano Ilario Giuliano e Daniela Valente, compagni di lavoro e nella vita. Nel 2004 mollano le loro occupazioni originarie e fondano a Belvedere Marittimo (Cosenza) la Coccole books. Hanno un sogno, una passione, e provano a farne il loro nuovo mestiere. Una sfida vinta, come dimostrano il ricco catalogo (circa cento titoli) e la grande quantità di premi e riconoscimenti fin qui ricevuti.
“Pensiamo che fare libri per ragazzi possa rappresentare una concreta azione politica in grado di produrre cambiamento”, aggiungono i due editori: “Una piccola rivoluzione, un segno per guardare in modo diverso le cose della vita, ma anche gli aspetti a volte complicati di un territorio”. La Coccole books è apprezzata non solo per la qualità delle sue pubblicazioni, ma anche per questa tenace identità di casa editrice libera, sociale e solidale, che si propone di moltiplicare le buone prassi, come il rispetto dell’ambiente e del lavoro. La Coccole books, infatti, ha scelto di non stampare in Cina, stampa in tipografie solo italiane e su carta riciclata. “Oggi più che mai occorre non solo scegliere, curare e pubblicare belle storie, ma impegnarsi in un percorso più ampio di promozione del libro e della lettura”, concludono Ilario Giuliano e Daniela Valente, rimarcando che non si deve dimenticare mai che “i destinatari dei libri sono i bambini e i ragazzi di oggi, che hanno bisogno di libri di buona qualità, scritti e pensati per loro”.
Un primo mirabile esempio è “La piccola pittrice” di Fereshteh Najafi, autrice e illustratrice di origine iraniana, per molti anni residente a Genova e ora in Brasile. C’è una “città oscura e piena di mostri”, retta da un sovrano che “per le sue bugie aveva un naso lungo lungo, proprio come Pinocchio”. L’attività di questi mostri è dare la caccia agli uccelli: così nessun volatile costruisce più il nido in quella città, i migratori cambiano rotta, le rondini non arrivano per annunciare la primavera. “Il cielo era silenzioso: nessun cinguettio, nessun frullare di ali”. Un giorno in città arriva una bambina: “sono una pittrice e vengo da lontano”, così si presenta. I mostri (re compreso) si mettono in fila per farsi ritrarre da lei, ma l’immagine di sé che vedranno non gli piacerà.
La piccola pittrice sarà costretta a scappare, ma grazie a un ingegnoso tranello, che ha a che fare con una misteriosa “lunga traccia blu” lasciata con il suo pennello, nella città finalmente torneranno libertà e pace. La storia, dalla pregnante semplicità, è saldamente ancorata nelle terre dell’allegoria e anche del sogno, rivelando con grande forza simbolica come l’arte e l’innocenza dei bambini siano le armi migliori contro l’oscurantismo e le dittature. Davvero pregevoli le tavole di Fereshteh Najafi (che, lo ricordiamo, è anche autrice del testo): una giovane artista originale e assolutamente inconfondibile, che richiama alla mente maestri come Klee e Chagall, mostrando una straordinaria ricchezza di particolari e sfumature che rendono piacevole soffermarsi con più attenzione su ogni singolo disegno.
Uno straordinario divertissement è il secondo picture book che proponiamo: “La mia classe mostruosa”, scritto dal torinese Sebastiano Ruiz Mignone e illustrato dal genovese Enrico Macchiavello. Un bambino descrive i suoi 24 compagni di classe, un vero campionario di stranezze: si va dall’attaccabrighe Pappo Cono, i cui pugni “sono più delicati di una carezza di ala d’uccello”, al piccolo e tondo Pitto Rino che tutti usano come un pallone da calcio; dalla biondissima Trotta Prill che brilla anche quando si è al buio, a Zampa Lina, famosa in tutta la scuola perché “al posto dei piedi normali ha due enormi pattini a rotelle”; da Foffo Frino, che ogni volta “che respira si gonfia proprio come un palloncino”, all’esplosivo Tuorlo Milo, che quando viene lanciato in aria (pesa pochissimo) diventa un mortaretto e scoppia in mille scintille.
Un catalogo di soggetti bizzarri: c’è chi non piange lacrime ma caramelline, chi è “un insieme di tanti pezzi” al punto che ogni giorno si rimonta in maniera diversa, chi al posto della cacca fa fiorellini, chi è di colore blu, chi “ha una pelle liscia e lucida che riflette qualunque cosa come uno specchio”. Inesauribile è la fantasia di Sebastiano Ruiz Mignone (autore di oltre 80 libri per bambini) nel presentare questa carrellata di personaggi stravaganti e freak: in una classe, come nel mondo, siamo tutti diversi, ed è bello accettarci l’un l’altro per ciò che siamo e stare tutti assieme. Anche qui, come nell’albo illustrato precedente, c’è un messaggio d’amore, ben sottolineato dalle illustrazioni di Enrico Macchiavello, che dei 24 compagni di classe ci offre grandi, colorati e divertenti ritratti.