Avanti ammettetelo! Ognuno/a di voi ha un “argomento criminale preferito”. C’è chi è sempre aggiornato sul mondo della droga, e segue tutti i reportage o le fiction che ne parlano, c’è chi invece è attratto maggiormente da come funzionano i traffici legati alla prostituzione.
Se ciò non fosse abbastanza, ci si può far affascinare dall’oscura ricerca del perché un individuo arrivi a voler togliere la vita ad un proprio simile. C’è chi si ferma a spulciare i delitti di cronaca nera e perlopiù si scopre che c’è sempre un movente di tipo “razionale” dettato dalla gelosia, dalla rabbia o dal denaro. In questi casi solitamente l’assassino è colui che trae vantaggio dalla morte della vittima. Peccato che non sia sempre così semplice ed accademico. Raramente ci si può imbattere in delitti fuori dal comune che una normale mente razionale fa ancora più fatica a comprendere. Proprio per questo i cosiddetti “Serial Killer” ci affascinano. Davanti a questi casi ci domandiamo: “Com’è possibile che si uccida solo perché un impulso ci spinge a farlo? Da dove nasce il mostro? Lo si diventa? Lo si è dal primo respiro?”. Il fatto che non ci sia alcuna logica “causa-effetto” che guidi questi particolari individui ci terrorizza e ci attrae al tempo stesso.
Per seguire quest’ultima categoria di criminali dobbiamo spostarci del tutto in un altro mondo, che apparentemente non ha niente di logico, in cui solo un criminologo esperto può tentare di trarne un senso. La serie in oggetto, ovvero “L’alienista”, parla infatti di una caccia al serial killer, un quasi contemporaneo di Jack lo Squartatore, che compie una precisa scelta delle proprie vittime e adotta un macabro schema ritualistico di amputazioni post-mortem davvero inconfondibile. Il tutto è reso ancora più interessante dal fatto che la vicenda si ambienta in un’epoca ricca di tabù, dove la tecnologia è pressoché inesistente e la polizia può solo contare su indizi tangibili e plateali. Inoltre gli studi sulle malattie mentali erano ancora un campo totalmente nuovo e quasi del tutto inesplorato. Alla fine dell’Ottocento chi studiava i disordini della mente veniva chiamato “alienista” perché al tempo si credeva che i soggetti affetti da malattie mentali si fossero distaccati, o alienati, dalla loro realtà. Il terapeuta pertanto doveva, attraverso pratiche del tutto discutibili, far rientrare il pensiero dell’individuo all’interno della sua sfera di realtà. Nella nostra serie TV tuttavia non affronteremo mai direttamente il calvario e le atrocità che hanno caratterizzato la storia della psichiatria, ma le capacità del nostro dottore saranno sfruttate unicamente per dare un senso razionale al pensiero dell’assassino col fine di provare ad individuarlo e tentare il suo arresto.
Gli attori che interpretano i protagonisti sono assolutamente eccezionali, soprattutto Dakota Fanning che dà vita al personaggio di Sara Howard. Questa donna è decisamente atipica per l’epoca. Si dimostra impavida, curiosa e molto intelligente al punto tale da riuscire a stare pienamente al passo con i co-protagonisti maschili. La si ammira subito per la sua forza e il suo notevole contributo nello studio del caso.
Sono rimasta impressionata anche dalla grande bravura di tutto lo staff che ha contribuito a dare vita all’atmosfera fumosa e grigia che contraddistingue tutti gli episodi rendendo New York la città perfetta per un poliziesco con un irresistibile tocco “noir”. Doveva veramente essere sporca, fredda e nebbiosa come è stata rappresentata. In poche parole molto più simile alla Londra ottocentesca che all’attuale famosa “Grande Mela”.
La troupe che ha messo in piedi la scenografia e i costumi è stata talmente brava che vi consiglio caldamente di non concentrarvi solo sulla trama, ma anche sui particolari! Sono certa che li troverete ammirevoli per la precisione con cui sono stati ricostruiti.
Noterete che non si tratta solo di una generica atmosfera ottocentesca: sono stati creati costumi ed edifici differenti a seconda del ceto sociale. Anche nei negozi e nelle abitazioni nessun particolare, neanche il più piccolo soprammobile, sfugge alla sua epoca.
Lasciatevi tentare e vi assicuro che vi appassionerete alla serie sin dal primo episodio!
———-
Crediti:
Soggetto: Caleb Carr (romanzo)
Interpreti e personaggi
- Daniel Brühl: Dr. Laszlo Kreizler
- Luke Evans: John Moore
- Dakota Fanning: Sara Howard
- Robert Wisdom: Cyrus Montrose
- Douglas Smith: Marcus Isaacson
- Matthew Shear: Lucius Isaacson
- Matt Lintz: Stevie Taggert
- Brian Geraghty: Theodore Roosevelt
- Q’orianka Kilcher: Mary Palmer
Musiche Rupert Gregson-Williams
Produttore esecutivo Hossein Amini, Cary Fukunaga, Eric Roth, Steve Golin, Rosalie Swedlin, Jamie Payne
Casa di produzione Anonymous Content
Distributore Netflix