Grazie alla prestigiosa presenza del direttore Jean-Christophe Frisch e del suo ensemble XVIII-21 Le Baroque Nomade, il 52° Festival delle Nazioni, dedicato alla Cina, proporrà la Messa di Pechino, ricostruzione di un esempio di liturgia musicale gesuita con brani tratti dai Cahiers de musique sacrée trasmessi dal missionario Joseph Marie Amiot, abbinanti alla Lauda per la Beata Vergine contenuta nel Tempio armonico di Giovenale Ancina, una delle poche pubblicazioni musicali conservate nella Biblioteca dei gesuiti francesi di Pechino.
Nell’atteso concerto in programma domenica 1 settembre alle ore 21 nella Chiesa di San Domenico di Città di Castello, gli strumentisti e i cantori della compagine francese – strumentisti europei ma anche cinesi, che utilizzeranno strumenti della propria tradizione come yangqin, erhu, pipa e xiao – saranno affiancati da un ensemble corale formato dagli artisti tifernati della Corale Marietta Alboni e della Schola Cantorum Anton Maria Abbatini istruiti rispettivamente da Marcello Marini e Alessandro Bianconi.
E per chi volesse approfondire la conoscenza della Messa dei gesuiti di Pechino, prima del concerto il direttore Jean-Christophe Frisch e il musicologo musicista François Picard condurranno una presentazione – a ingresso libero – nel Salone gotico del Museo del Duomo alle ore 18.00.
Quella del missionario gesuita in Cina è stata una figura chiave nel processo di interazione e scambio tra la cultura occidentale e quella orientale. Moltissimi di loro, alla fine del diciassettesimo secolo, partirono per l’Estremo Oriente con l’intento di portare avanti l’opera di evangelizzazione del Celeste Impero. Durante i loro viaggi, scrissero memorie, diari di viaggio, testimonianze: testi questi che circolarono e esercitarono una forte influenza sull’Europa colta, in particolar modo nel secolo dei Lumi. È proprio in questo periodo che si sperimentarono i primi tentativi di conciliazione culturale: in ambito religioso i gesuiti cercarono di armonizzare i dogmi cristiani con le dottrine confuciane e lo stesso approccio promossero in campo scientifico, storico e musicale.
Il concerto dell’ensemble XVIII-21 Le Baroque Nomade diretto da Jean-Christophe Frisch si inserisce nel solco di una significativa tradizione di concerti di musica sacra programmati dal Festival delle Nazioni. Solo per citare gli eventi più significativi tra quelli recenti, spicca la memorabile esibizione della Chorale Akn nell’Oratorio San Crescentino di Morra, in occasione dell’edizione dedicata all’Armenia (2014): la compagine guidata da Aram Kerovpyan eseguì i canti della tradizione liturgica del popolo armeno. Oppure, il suggestivo concerto dedicato alla musica che i padri gesuiti diffusero nelle colonie spagnole, con Gabriel Garrido e l’Ensemble Elyma, che si svolse nell’ambito dell’edizione del 2007 dedicata alla Spagna.
Da oltre vent’anni, XVIII-21 Le Baroque Nomade spicca nel panorama musicale barocco grazie al suo approccio umanistico e pionieristico. Con l’obiettivo di portare alla luce partiture dimenticate, Jean-Christophe Frisch ha creato nel 1995 XVIII-21 Musique des Lumières, diventata più tardi XVIII-21 Le Baroque Nomade. Un nome pieno di significati, che immediatamente invita a colmare la distanza tra il diciottesimo secolo e il nostro. La formazione musicale vuole ricreare le connessioni culturali e storiche tra il repertorio europeo e le altre tradizioni musicali, cinese, indiana, etiope, turca, seguendo il tracciato dei musicisti girovaghi che hanno attraversato il mondo al tempo in cui viaggiare significava dare origine a culture miste. Il viaggio è parte integrante dell’approccio musicale dell’ensemble. Ogni volta, le performance del gruppo sono memorabili: il concerto a Kaboul con musicisti afgani, proprio dopo l’annullamento del divieto di eseguire musica talebana, rimarrà un ricordo indelebile. XVIII-21 Le Baroque Nomade ha tenuto molti concerti in Francia e all’estero, in più di trentacinque Paesi, e ha pubblicato circa venti incisioni, meritevoli di diversi riconoscimenti.
Dai suoi studi di biologia, Jean-Christophe Frisch conserva il rigore e la precisione, e più in generale un atteggiamento scientifico e anticonformista, che applica anche alla musicologia e che cerca di trasmettere ai suoi studenti alla Sorbona. Dopo aver iniziato la carriera come flautista (la sua incisione dell’integrale delle Sonate per flauto di Vivaldi è ancora un punto di riferimento), si è poi dedicato alla direzione d’orchestra, aprendo una nuova strada alla rilettura del repertorio barocco: il suo senso del contrasto ritmico, gli equilibri sonori dell’orchestra e l’espressività originale del fraseggio sono i punti di forza delle sue interpretazioni, avvalorati dal suo rapporto di scambio di idee e di confidenza con l’orchestra.
I biglietti per il concerto (da 20 a 25 €) sono in vendita online su vivaticket.it oppure nella biglietteria di Città di Castello (Palazzo del Podestà, corso Cavour) aperta dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 17.30 alle 19.30 (dal 25 agosto l’apertura pomeridiana sarà dalle 16.00 alle 18.00). Per informazioni ticket@festivalnazioni.com, 349 8092046 / 075 8522823.