Tenore, baritono, direttore d’orchestra spagnolo, a 78 anni Plácido Domingo si conferma una leggenda del panorama dell’opera internazionale e torna alle Terme di Caracalla di Roma mercoledì 7 agosto (alle 21) con il Gala Noche española, un concerto, data unica – evento dedicato alla vivacità e ai colori della sua terra natia, fra canzoni spagnole e arie da famose zarzuelas.
Artista a tutto tondo, vivacissimo, curioso, Domingo ha interpretato nella sua carriera otre 150 ruoli ed è passato dal canto alla direzione d’orchestra rinnovandosi di continuo, ma senza dimenticare mai il tratto distintivo del suo carisma.
Domingo arriva da una esaltante settimana di festeggiamenti all’Arena di Verona dove ha celebrato i suoi 50 anni dal debutto all’Arena (con Calaf ne la Turandot) nel 1969 con un triplo appuntamento: per l’occasione ha diretto l’Aida, ha debuttato nel ruolo di Germont nella Traviata, ultimo allestimento del Maestro Franco Zeffirelli ed è stato protagonista di uno spettacolo verdiano di tre atti tratti da Macbeth, Simon Boccanegra e Nabucco.
E sulla scia dei festeggiamenti di Verona, anche la data di Roma si preannuncia un evento visto che segna il ritorno di Domingo alle Terme dopo dopo quasi 30 anni: era il 1990 quando in occasione dei Mondiali di Calcio, Domingo era stato protagonista della serata I tre tenori insieme a José Carreras e a Luciano Pavarotti, diretti da Zubin Mehta.
Una serata che incantò il pubblico rimanendo nel cuore di tutti i seimila spettatori dal vivo e ottocento milioni in mondovisione: nel corso degli anni Domingo è tornato al Costanzi nella veste di direttore d’orchestra nel 2000 per la Tosca del centenario e nel 2005 per l’Aida, ma il Gala Noche española lo vedrà protagonista più o meno assoluto nelle vesti di cantante.
“Vorrei venire più sovente in Italia: sono stato assente per 29 anni dopo la serata dei tre tenori ed è ancora una grande emozione essere qui – spiega Domingo in conferenza stampa – Porterò a Caracalla una serata di musica spagnola, uno spettacolo pieno di vitalità, dedicato alla zarzuela, un genere molto coinvolgente e legato alla tradizione popolare spagnola e latina. Questa serata è nata perché i miei genitori erano cantanti di zarzuela ed è stata proprio questa la prima musica che che ascoltato”.
Una serata ricchissima che presenta un programma inedito e molto ricco visivamente, fra Sorozàbal, Giménez, Granados, De Falla, Moreno-Torroba (e solo per citarne alcuni), fra arie, danza e musica in cui Domingo dividerà il palco con il soprano portoricano Ana Maria Martinez e il tenore messicano Arturo Chacón Cruz.
“La zarzuela è un po’ la sorella e la cugina dell’opera che si avvicina, ma non troppo all’operetta: c’è una dramma che si risolve positivamente nella maggior parte delle volte – racconta Domingo spiegando le peculiarità della zarzuela – C’è tanto parlato e poi comincia la musica, ma ogni regione ha la sua musica diversa. Io ho avuto il privilegio di essere un figlio d’arte in ogni luogo, la musica è musica e anche se non si capisce l’idioma in cui si canta, l’artista ha sempre il privilegio di attivare l’attenzione del pubblico e di renderlo felice distraendolo dai suoi problemi. Sono felice ed emozionato di cantante la musica in spagnolo ”.
Ad arricchire la serata all’insegna delle sonorità e delle suggestioni spagnole con le arie e zarzuelas, ci sarà anche la prestigiosa Compagnia di ballo Antonio Gades di Madrid, “parte essenziale del programma” secondo Domingo, con il suo linguaggio profondamente radicato nella cultura popolare spagnola, ma rivisitata attraverso le avanguardie artistiche della metà del Novecento. L’orchestra dell’Opera di Roma sarà diretta per l’occasione dallo spagnolo Jordi Bernàcer, che si è distinto per l’ottima direzione dell’Aida di Krief proprio nella stagione estiva 2019.
“Cerco di dare sempre il meglio di me cantando, sia come tenore sia come baritono” sottolinea Domingo che nel corso della sua carriera ha interpretato oltre 150 personaggi diversi. Difficile immaginare di scegliere le sue opere preferite che potrebbero essere però “Tosca e Otello, interpretate ciascuna per 225 recite” ammette il maestro che ha sempre cercato stimoli e parti nuove. E se nel corso degli ultimi 50 anni il mondo dell’opera sembra esser cambiato perché adesso ci sono “teatri ovunque e non solo nelle grandi capitali d’Europa, il pubblico è più giovane e si producono più spettacoli” Domingo non si lascia sfoggiare l’occasione di dire la sua.
“Non sono di quelli che pensano che i suoi tempi erano migliori, ma dobbiamo fare attenzione alla regia e non dobbiamo esagerare: va bene rendere già moderne le opere, ma è sempre opportuno mantenere un pizzico di tradizione nelle regie anche attuali” conclude l’artista spagnolo.
“Siamo onoratissimi e felici del ritorno di Plácido Domingo dopo 29 anni alle Terme di Caracalla come cantante dopo il concerto del 1990 – aveva esordito il sovrintendente del Teatro dell’Opera Carlo Fuortes – abbiamo inseguito il maestro per qualche anno e alla fine ha accettato di tornare a cantare a Roma, ma proponendo una serata veramente speciale – adesso gli chiediamo l’impegno di tornare a cantare anche al Costanzi”. Prezzi da 35€ a 130€ (+ 15% di prevendita), info su operaroma.it.