di e con Martina Gatto
regia e supervisione drammaturgica Dafne Rubini
direzione creativa Ivan Specchio
luci Alessio Pascale
suono Giulio Gaigher
Vincitore del Primo Premio e Premio del pubblico del concorso “Autori nel cassetto, attori sul comò” XI Edizione – Teatro Lo Spazio, Roma
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Un testo delicato, uno sguardo sulla vita tenero e allo stesso tempo dirompente. Hanno potuto capirlo i tanti spettatori che hanno affollato le tre serate in cui “Cioccolato all’Arancia” ha esordito, all’inizio di maggio 2019, presso il Teatro Lo Spazio di Roma, in Via Locri. Ora la pièce firmata Martina Gatto per la regia di Dafne Rubini torna a mettersi in gioco, a sfidarsi con coraggio e allegria nel roster del Roma Comic Off, la rassegna di teatro comico della capitale giunta alla sua quinta edizione. L’appuntamento è nella sala Tofani del Teatro Porta Portese in via Portuense 102 il prossimo 19 e 20 settembre alle ore 20.45.
Torna dunque l’allegoria delle incertezze e della simpatia di una ragazza contemporanea, immersa nel traffico di città, che prova con semplicità e gioia a liberarsi da nevrosi, da cliché e retorica per ritagliarsi uno spazio di autenticità, persino sotto la pioggia, con un gelato in mano. Tutto nasce da una scoperta semplice quanto traumatica: la protagonista ha un disordine alimentare. Da lì, il monologo si dipana, accompagnato dalla simpatia e dall’espressività di Martina Gatto che guida il pubblico nella divertente epopea delle certezze e delle incertezze femminili, superando la quarta parete fra oggetti di scena, musica originale e tante risate. Una fila dal gelataio, l’incertezza nello scegliere il gusto del cono innescherà un diluvio di aneddoti, racconti, scorci malinconici e gag tutte da ridere.
“Ci sono momenti nella vita”, racconta Martina Gatto, “in cui tutto ciò che abbiamo attorno sembra cambiare improvvisamente. E’ come se un terremoto aprisse una voragine. Gli interrogativi prendono il sopravvento e si mette tutto in discussione, ci ritroviamo sballottati tra i sogni e la realtà, tra il volere e il dovere, tra il cuore e la testa, tra il dolce del cioccolato e l’amaro dell’arancia. In situazioni come queste, regalarsi una pausa prendendo un gelato che rinfreschi corpo e mente è quello che ci vuole. Il problema è solo uno: scegliere i gusti e fare l’abbinamento perfetto. E’ meglio cioccolato normale o provare quello all’arancia? Per poi abbinarlo con menta o stracciatella? E se poi l’abbinamento non mi piace? E se volessi provare tutti i gusti? Questi e molti altri sono i dubbi che tartassano la protagonista di “Cioccolato all’arancia”, una ragazza ossessionata dall’ansia di prendere la scelta giusta. Per il gelato e per la vita. Perché a volte, per riconoscere quel che ci piace davvero dobbiamo avere il coraggio di perderci e anche, forse, di assaggiare quel che non ci piace”, conclude l’autrice.
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Note di regia
Un famoso filosofo scriveva che quel che si muove, quel che acquista impulso e attività, lo fa perché contiene in sé una contraddizione. Ogni cosa contiene il suo opposto e se così non fosse tutto sarebbe fermo, non ci sarebbe vita. Cioccolato all’Arancia esprime a pieno questo continuo movimento dialettico, nello spazio e nel tempo di uno spaccato quotidiano: una ragazza vive una lunga, interminabile, giornata con tutte le contraddizioni in lei e fuori di lei. Lei è un vulcano di cose da dire e ne viene fuori un vero e proprio flusso di coscienza che incontra interlocutori diversi, ma in fin dei conti rimane un dialogo interiore. Il mare di parole della protagonista veicola, plasma e definisce il suo pensare e se è vero che il pensiero è materia, la scena non può che riflettere un mondo che è somma del pensato e del percepito, del dolce del cioccolato e l’amaro dell’arancia.
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Biografie
Martina Gatto
nasce a Trieste. Consegue il diploma di attrice presso l’ACT multimedia di Cinecittà, dove studia e lavora con Pino Quartullo, Paolo De Giorgio, Alvaro Piccardi. Si forma, tra gli altri, con Abel Ferrara e Jordan Bayne. Debutta al Teatro Sistina al fianco di Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli e Pino Quartullo nella commedia “Signori, le patè de la maison”. E’ protagonista del docu-film “Noi, artigiani” diretto da Duccio Forzano, regista Rai. Per lo stesso Forzano ha lavorato anche nello spettacolo teatrale “Come Rocky Balboa”. In televisione ha partecipato a programmi come “Quarto grado”, “Amore criminale”, “Furore 2”. Ha preso parte a reading teatrali con Giancarlo Giannini ed Arnoldo Foà. Si è inoltre diplomata come regista teatrale e lavorato come aiuto regista per Lillo e Greg e Chiara Noschese.
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Dafne Rubini
nasce a Roma, si laurea in DAMS, indirizzo Teatro, Musica e Danza, con una tesi sull’iconografia degli attori della Commedia dell’Arte, presso l’università̀ di Roma Tre; nella stessa università̀ consegue anche il Master in Pedagogia dell’espressione con una tesi di ricerca sull’argomento: Mimesis e Poesia – Formazione per la pedagogia espressiva in ambito dell’educazione formale ed informale; attualmente frequenta il Master in Sceneggiatura e Drammaturgia presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma. Come aiuto regia ha lavorato, tra gli altri, con Gilberto Scaramuzzo presso il Cantiere Oberdan di Spoleto, Teresa Pedroni ne “Gli Ultimi tre giorni di Pessoa” con Massimo Popolizio e Gianluigi Fogacci, Teatro Vascello, Roma.
Ha co-diretto “Sproloqui – poesie e bestemmie di un ubriacone”, Sala Massimo Troisi; “Shakespeare in Rome” commedia teatrale di Enrico Paris, Teatro Don Mario Torregrossa; “C’è sempre un fiume che scorre” performance itinerante site specific di teatro, musica e danza, Spoleto; “Attimi” spettacolo teatrale di teatro-danza, Teatro Furio Camillo.
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cioccolatoallarancia@gmail.com
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