Gesto, corpo, respiro e scrittura sono stati gli ingredienti cardine della terza serata del festival di danza contemporanea Corpografie capitanata questa volta dal giovane performer e coreografo Giovanni Impellizzieri. Protagonista unico, come artista visivo e danzatore, il giovane Impellizzieri ha presentato a Pescara il suo “Le toi de moi / Neverending Poem”, un rigoroso solo coreografico dal taglio quasi ginnico. Con shorts e sneaker, il danzatore ha distillato una coreografia costruita su di una combinazione di movimenti asciutti, chiari , quasi leggibili, dove la danza fluiva nello spazio scenico bianco come una scrittura infinita di gesti, inanellati tra loro con raffinata eleganza. Sulla scena, due coppie di danzatrici ed una solista hanno fatto eco al suo corpo, moltiplicando in sessioni distinti la danza e restituendola via via con precisione asettica, quasi algida, come un perfetto ticchettio da orologeria. Di seguito Marta Ferrante, Michela Mura e Sara Pellegrini – le speciali spettatrici di Dansomanie – in questi versi suggeriti dal coregrafo Impellizzieri, hanno dato forma alle personali suggestioni.
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Essere forti come un albero
Al posto del sangue verde clorofilla.
A ogni fenditura inesorabile rimarginare.
Una sensazione di continuità e circolarità, trasmesse dal respiro, pervade la danza.
Il respiro, fonte vitale dell’essere vivente, instilla ritmo al movimento.
La danza si tinge di colori e accenti diversi per fondersi nello spazio dell’infinito cosmo.