Il Luca Carboni a Catanzaro in un teatro Politeama “Mario Foglietti” pieno di fans è stato un crescendo autentico di emozioni e di divertimento. L’ultima tappa del suo “Sputnik tour” – che dà il titolo all’ultimo omonimo album – nella città dei Tre colli, di certo meglio non poteva offrire. A tal punto, invece, da fare da buon viatico all’appuntamento inaugurale della 17esima edizione del Festival d’Autunno ideato e diretto da Antonietta Santacroce e dedicato “all’irriducibile forza delle parole”.
Il cantautore e musicista bolognese ha saputo regalare al suo pubblico una performance strepitosa perché ha saputo unire insieme in un unico afflato le generazioni provenienti dagli anni ’80 a quelli di adesso. Per una splendida carriera che dura da oltre 35 anni in cui la parola amore emerge di più perché presente in molte dei suoi brani che arrangiati oltretutto con un sound moderno fanno sentire il personaggio più vicino, mai distante, riavvicinando di più le generazioni tra loro da fonderle in un unico abbraccio. E lui nel dialogo col pubblico più volte ha pronunciato a fine pezzo: “Catanzaro”, una città e un teatro a cui tiene – e si vede – ma da cui è mancato da ben 12 anni di distanza dal suo ultimo concerto e che come dirà lui stesso non dovrà aspettare lo stesso periodo per poterlo rivedere di nuovo protagonista. Ad augurarselo per primi i suoi estimatori d’ogni età – naturalmente, soprattutto donne – che hanno intonato insieme a lui canzoni che fanno parte di un oramai vasto repertorio: da “Primavera” a “L’amore che cos’è”, a “Sarà un uomo” fino alla più recente “Prima di partire”. Canzoni dunque senza tempo e spazio udite da un immaginario astronauta che lontano dalla Terra non sa in quale anno collocarle perché rappresentano il patrimonio unico del Luca nazionale.
Uno spettacolo nello spettacolo tra luci ed effetti sonori che prosegue con il “Il mio cuore fa ciok”, “Luca è lo stesso”. Il ricordo emozionato e riverente a Lucio Dalla con “Quale allegria”, fino all’interpretazione stupenda di “Silvia lo sai” e prima ancora di “Farfallina”, fino a giungere insieme alla band eccezionale che lo ha accompagnato in accappatoio a cantare: “Mare mare”; un’esibizione che culmina con un: “Ci vuole un fisico bestiale” che surriscalda la passione di un pubblico che si muove a ritmo, che vede parecchi alzarsi in piedi e ballare in “Una grande festa” e “Vieni a vivere con me” che chiude il concerto e la Prima del festival che ha così inaugurato alla grande l’autunno musicale di Catanzaro.