Il Nuovo Teatro Ariberto ha riaperto a settembre 2013 con una stagione professionale di alto profilo. Da allora ha ospitato, tra gli altri, Laura Curino, Assemblea Teatro, Beppe Casales, Pacta dei Teatri e il vero e proprio “caso” sulle scene milanesi Storia e Narrazione, di Chiara Continisio e Paolo Colombo.
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BAMBINI
La stagione 2019-20 offre un ciclo dedicato ai bambini dai 4 ai 12 anni con 5 laboratori-spettacolo su tematiche didattiche : Il mondo dei dinosauri , Viaggio nello spazio , Gli animali più strani del mondo,Come funziona il corpo umano e La storia degli sport . Di Metodo di Prof & Gianchi. Tutti di domenica pomeriggio alle 16:30.
Scritti e pensati da Giancarlo Sabato Fausti (live performer con 14 anni di esperienza sui palchi italiani ed esteri) e Andrea Negri (20 anni di insegnamento nelle scuole elementari ed asili di Milano, Como, Alessandria, Monza Brianza e Trentino Alto Adige), il Metodo di Prof & Gianchi è un’esperienza diversa da tutte le altre forme di intrattenimento per bambini; imparare divertendosi attraverso l’improvvisazione e la battuta di chiusura funzionale all’argomento del laboratorio e il loro marchio di fabbrica.
20 OTTOBRE 2019 IL MONDO DEI DINOSAURI
Un Viaggio nella preistoria con giochi preistorici e mostri giurassici a grandezza naturale: Prof & Gianchi ripartono alla grande con il primo laboratorio interattivo per Bambini 4-12 anni su Maxi Schermo con Merenda inclusa.
1 DICEMBRE 2019 VIAGGIO NELLO SPAZIO
Attraverseremo le galassie e le costellazioni: video incredibili, foto intergalattiche e disegni da indovinare con Prof & Gianchi.
26 GENNAIO 2020 GLI ANIMALI PIU’ STRANI DEL MONDOVi siete mai chiesti quali sono gli animali più bizzarri che popolano il nostro Pianeta? Prof & Gianchi hanno preparato un sacco di prove “animalesche”
22 MARZO 2020 COME FUNZIONA IL CORPO UMANO
Viaggio dentro noi stessi alla ricerca della verità sul funzionamento del nostro corpo.
19 APRILE 2020 LA STORIA DEGLI SPORT
Fin dalla notte dei tempi l’uomo non riesce proprio a star fermo: scopriremo tutti gli sport che hanno fatto la storia dell’umanità e che esistono tutt’ora, dall’antica Grecia ai giorni nostri.
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RASSEGNA DI POESIA CONTEMPORANEA E MUSICA
PALP – Poesia al Popolo
“Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C’è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo.” (David Lynch)
Riportare la poesia in teatro, metterla in scena, rendere il pubblico protagonista. Sarà questo il lavoro dell’attore e dell’autore. Creare qualcosa dal nulla, come un bambino che si annoia ed è costretto a inventarsi un gioco. Concentrare in pochi versi un pensiero, un’idea, una posizione. Raccontare la realtà ma esser capaci di andare oltre. Sognare e scoprire l’universo. Riconoscerci nella Poesia.
Questa è la missione del progetto UNDERGROUND POETRY? (curata da Edizioni Underground? di Milano) e di Teatro del Battito, con la direzione artistica di Marco Filatori. Ha ancora senso etichettarsi Underground? Di certo vogliamo riappropriarci di questo termine e condividerlo. Con tutti, perché nessuna cultura può vivere se cerca di essere esclusiva.
19-10 2019 (Ore 23 dopo lo spettacolo ospite) IDENTITA’ Io chi sono? Entrata gratuita primo spettacolo
25-10 2019 IL VIAGGIO Viaggiare e Incontrarsi
29-11 2019 LEALTA’ Un debito Sacro
10-01 2020 INTEGRAZIONE Accetto quindi Esisto
06-03 2020 NELLE MIE SCARPE Storie di donne e di resistenze
03-04 2020 IL PIACERE Piacere cercato. Piacere concesso.
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STELLA D’AFRICA. L’incredibile vita di Luciano Vassallo.
Luciano Vassallo nasce ad Asmara nel 1935 da papà italiano (un soldato dell’esercito fascista che Luciano non conoscerà mai) e da madre eritrea.
Quella di Vassallo è una storia tanto esemplare quanto poco conosciuta. Cresciuto nella miseria tra le strade di Asmara, Luciano vive fin da subito il dramma del doppio razzismo: in quanto meticcio viene discriminato sia dai bianchi che occupano il suo Paese (gli italiani prima e gli inglesi poi) sia dagli autoctoni (etiopi ed eritrei). Per i primi non è abbastanza bianco, per i secondi non è abbastanza nero. Espulso da scuola dopo aver reagito all’ennesima umiliazione da parte di un compagno,
Luciano trascorre un’adolescenza inquieta tra lavori precari e qualche giorno in cella finché riesce ad entrare in una squadra di calcio. Il suo talento innato gli permette in poco tempo di scalare
posizioni nel calcio etiope (l’Eritrea allora non era ancora uno Stato indipendente) e di arrivare ad indossare la maglia della Nazionale. Ma nonostante sia ormai una stella del calcio continua ad essere bersaglio e vittima di razzismo, tanto nella vita privata quanto nella vita pubblica. Il suo status di campione del calcio, a differenza di quanto potrebbe accadere oggi, non gli vale alcun riscatto da questo punto di vista.
Da qui l’episodio clou della sua storia: nel 1962 l’Etiopia arriva a disputare la finale di quella che ancora oggi è la massima competizione calcistica del continente africano, la Coppa d’Africa. Un traguardo raggiunto grazie ai goal e agli assist di Vassallo che di quella squadra arriva ad essere anche il capitano. Poco prima della finale, però, interviene la politica: la Federazione Etiope fa sapere all’allenatore della squadra che Vassallo non può giocare quella partita perché, in caso di vittoria, non sta bene che sia un meticcio ad alzare al cielo la Coppa e a farsi fotografare con essa, per lo più con la fascia di capitano al braccio. L’allenatore cede alle pressioni politiche e poco prima dell’inizio della partita, in spogliatoio, comunica che Vassallo non giocherà. A questo punto lo sport e la solidarietà vincono su tutto: alcuni compagni di Vassallo fanno sapere all’allenatore che non scenderanno in campo neppure loro se non sarà permesso a Luciano di giocare. La rivolta dello spogliatoio, composto da etiopi autoctoni, costringerà tutti ad una marcia indietro, Vassallo giocherà la finale e l’Etiopia vincerà quella che ad oggi è rimasta la prima e unica Coppa d’Africa della sua storia. In seguito a questo episodio, Vassallo subirà, per ritorsione, anche una vera e propria damnatio memoriae e per evitare il peggio deciderà di abbandonare il suo Paese in clandestinità, attraversando il deserto anche a piedi per lunghi tratti. In modo rocambolesco riesce a raggiungere Roma dove si costruirà una seconda vita. Alla fine la sua è la storia di un vincitore. Nel 1992 tornerà finalmente in Eritrea, acclamato come un eroe nazionale. Nel frattempo, nel 1968, una giuria internazionale di giornalisti sportivi lo aveva eletto “Stella d’Africa”, ovvero miglior giocatore africano della storia (fino a quel momento).
Produzione Teatro del Battito, di e con Giambattista Anastasio, regia Marco Filatori
15-16 / 22-23 febbraio 2020 sabato ore 20:45 domenica ore 16:30
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… MA LIBERE VERAMENTE
Radio Libere, musica e politica, gioia e rivoluzione
Negli anni Settanta qualcosa cambia nel panorama radiofonico nostrano. Il monopolio della radio pubblica, quella statale, viene infranto da gruppi di persone che aprono spazi inattesi. Ignorando una legge che impedisce trasmissioni al di fuori del monopolio, ovunque in Italia, cominciano a nascere emittenti private. Non solo impegno politico, ma anche semplice desiderio di esprimersi liberamente, portano migliaia di giovani, da Nord a Sud, a dare vita a radio che si organizzano soprattutto intorno alla musica, quel rock, italiano o straniero poco importa, che da semplice genere musicale si trasforma in vero e proprio stile di vita.
Questa serata di racconto e musica narrerà il clima culturale e la mentalità politica dell’epoca che diede origine a un fenomeno incredibile, unico nel panorama europeo, quello delle Radio Libere.
Con Gianluca Margheriti, Marco Filatori e BandaFenice.
4 aprile 2020 ore 20:45 – 5 aprile ore 16:30
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STORIA E NARRAZIONE
7 NOVEMBRE 2019
Un giorno, per caso – 9 novembre 1989: la caduta del muro di Berlino
di e con Pietro Cuomo, immagini e suoni a cura di Michele Buccoli
Questo è il racconto di un giorno, un giorno lungo 28 anni: il 9 novembre del 1989, infatti, cominciava a cadere il muro di Berlino, la barriera simbolica e materiale che aveva diviso una città e il mondo in due blocchi contrapposti, che aveva fatto di Berlino una delle frontiere più calde della Guerra Fredda. Una storia intrisa di lacrime e sangue ma dal finale totalmente imprevisto, quasi tragicomico. Ed ecco allora che i sorprendenti eventi del 9 novembre del 1989, diventano l’occasione per rivivere i punti salienti di questa immane tragedia e del modo in cui, quasi per caso, è terminata.
5 MARZO 2020
Sul promontorio estremo dei secoli. Perché i tedeschi accettarono il Nazismo?
di e con Paolo Colombo
immagini e suoni a cura di Pietro Cuomo
Provare davvero a chiedersi come una Germania arrivata nell’arco di qualche decennio ai picchi della produzione culturale e artistica occidentale possa avvallare negli anni ’30 del ‘900 il nazismo equivale a mettere in dubbio una spiegazione che, più o meno inconsciamente, si nasconde in ognuno di noi e addossa tutte le colpe a una sorta di incarnazione demoniaca nel popolo tedesco di quel tempo. Questa narrazione prova a suggerire una diversa prospettiva, raccontando – con l’ausilio di immagini, filmati e musiche – il frenetico succedersi di clamorosi cambiamenti (difficile ormai da percepire con gli occhi e con la mentalità odierna) che interessa tutta l’Europa tra la seconda metà dell’800 e gli inizi del ‘900. In una carrellata volutamente accelerata e trascinante si succedono nel racconto Marx e Freud, Einstein e Joyce, Schönberg e Darwin, il cinema e l’automobile, le onde radio e il futurismo, il primitivismo e la radio, le avanguardie artistiche e il colonialismo…
Forse, ai contemporanei di Adolf Hitler, il mondo era ‘esploso’ in mano con tutte le coordinate che lo definivano fino a quel momento.
2 APRILE 2020
Born to be alive. Storia della Disco Music e del coming out gay
di e con Paolo Colombo
immagini e suoni a cura di Luca Lezziero
C’è una storia che nessuno – soprattutto fuori dagli Stati Uniti – conosce: quella che negli anni ’70 lega la nascita della Disco Music e il coming out dei gay a livello sociale. È una storia fatta di lotte e battaglie contro l’emarginazione e la discriminazione (che accomuna agli omosessuali gli afroamericani, gli italoamericani, le donne…), di grandi personaggi della musica (Barry White, Donna Summer, John Travolta…), di rivoluzione culturale (le radio, le discoteche, la moda…). Una storia dal ritmo incalzante come… un pezzo Disco.
7 MAGGIO 2020
Quella strana gioia di vivere. Felicità, storia e canzoni nell’Italia della Ricostruzione
di e con Paolo Colombo e con Gioachino Lanotte
Si può ricostruire la storia di un sentimento? Qui si prova a raccontare la felicità, o, meglio, qualcosa che sta nei dintorni della felicità: un sentimento raro. E infatti, se si va a cercarlo da qualche parte, nella storia (come nella vita comune), si fa enormemente fatica trovarlo. Perché, quando si racconta la storia, quella con la S maiuscola, al 99% si racconta di drammi, di catastrofi, di conflitti, di sofferenze.
Nel convincimento che gli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale siano coincisi con un breve tempo in cui gli italiani sono stati, in un certo qual modo, più felici, si interroga una fonte storiografica eterodossa, ma estremamente contemporanea: le canzoni. Canzoni della Ricostruzione e sulla Ricostruzione.
Storie vere, di persone realmente esistite, dettano la strada su cui riflettere: prima di tutto quelle piccole storie personali (ragionieri, ballerini, emigranti, orfani di guerra…) indispensabili a tessere la trama della grande Storia, ma solitamente – nella grande Storia – poi invisibili; assieme a queste, storie più note (Gino Bartali, Fred Buscaglione…) segnano il percorso che si compie attraverso un’Italia in cui (tra vecchie miserie e nuove automobili, vecchie romanze e nuovo swing, vecchie abitudini alimentari e nuovi look) donne e uomini vogliono lasciarsi alle spalle i dolori di un tempo tremendo e si affannano coltivare con enorme impegno e dedizione un sentimento delicatissimo e impagabile: la felicità.
4 GIUGNO 2020
Quei bravi ragazzi – Falcone, Borsellino e gli altri: lacrime di coccodrillo e impegno civile in trent’anni di storia italiana
di e con Pietro Cuomo, immagini e suoni a cura di Michele Buccoli
Tra i vizi del costume nazionale, sembra spiccare la singolare capacità dell’Italia di voltare le spalle ai suoi eroi, rispondendo con l’indifferenza (nel migliore dei casi) all’impegno civile. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono solo i nomi più eccellenti della lunga lista di quanti ne sono stati colpiti. Pietro Cuomo intreccia le loro storie con la Storia recente del nostro Paese, fino a comporre un mosaico eroico e desolante di vuoti di memoria, ingratitudine e qualunquismo. Un doveroso omaggio a tutti quelli che “se la sono andata a cercare”.
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COMPAGNIE OSPITI
UN BOSCO ILLUMINATO
Tratto da “Sogno di una notte di mezza estate” di W. Shakespeare
Nell’intramontabile bosco Shakespeariano ci si perde e ci si ritrova non solo nei sogni notturni di mezza estate ma in diversi momenti della vita di ciascuno. La compagnia Vico Otto ha scelto di conoscere da più vicino questo incantato mondo e l’ha ritrovato in un vecchio locale abitato da coloro che, godendo, ricercano la perdita del controllo.
Alcool e prostitute ne sono i padroni e gli amanti si incontrano e si scontrano, liberando le più ardenti passioni con l’aiuto di un magico fiore.
In questo trambusto, timidi e incerti, si presentano anche quelli che nascono per vivere sulla soglia di questo bosco senza mai saperlo.
Ecco dunque “un bosco illuminato” per aiutare gli spettatori a far luce su quella parte di natura umana che spesso riusciamo a vedere solo nei sogni notturni di mezza estate.
REGIA: Giacomo Liva
Venerdì 18 ottobre – Sabato 19 ottobre – Domenica 20 ottobre – h. 20.45 anche la domenica
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PARTO CESAREO
Nella fervida cornice di un reparto ostetrico, tre giovani uomini, di retaggi e ambizioni diverse, si ritrovano ad affrontare a cuor leggero la prematura nascita di un figlio. Ed è cosi che la sala d’attesa, vero e proprio luogo sospeso, si trasforma in un ‘baldanzoso’ confessionale dove poter mettere a nudo paure e timori relativi ad uno dei più significativi ribaltamenti di ruolo: figlio-padre. Daniel, Enrico e Stefano, ognuno sul proprio scanno, mostrano in maniera sconsiderata e approssimativa quanto sia difficile, oggi, essere responsabili e autoritari in una società che per decenni ha osteggiato il modello del pater familias inducendo le donne, inevitabilmente, a prendere il loro posto.
DI PIETRO MONFREDA con Fedele Tullo, Pietro Monfreda, Francesco Lonano
Regia Francesco Lonano
MAMMA NAPOLI MOOD
Mamma Napoli Mood è un atto d’amore verso la città di Napoli e i suoi figli, la sua cultura e la sua umanità… ma è anche un grido, una chiamata alla non indifferenza, alla non impassibilità dinanzi ai problemi che da sempre affliggono la città partenopea.
Napoli è qui vista come specchio di povertà di valori morali e sociali che possiamo benissimo ritrovare nelle grandi metropoli, dove troppe volte l’unico sbocco di sopravvivenza è rappresentato dall’uniformarsi, dal farsi massificare se non addirittura dal delinquere. Fra commedia e dramma, filosofia del vivere e omaggio a Salvatore Di Giacomo e l’importante ricordo di una tragedia volutamente dimenticata, Mamma Napoli Mood di Emiliano De Martino è la rappresentazione di quella parte di noi che ancora si vuole commuovere dinanzi al sorriso di un anziano o di un bambino sporco e maleducato; che non vuole arrendersi all’ingranaggio stritolante di una società che ingloba e uniforma le diversità.
Un viaggio tra immagini evocate ed emozioni fatte riaffiorare dai quadri rappresentati e le canzoni, edite e inedite, eseguite live con voce, chitarra e percussioni da Marco De Vincentiis (concorrente di The Voice), Valentina Proietto Scipioni ed Eduardo Ricciardelli… Un viaggio che si fa riflessione dal ‘900 ai giorni nostri, perché vi sia “una voce per chi voce non ha”.
Testo e Regia: Emiliano De Martino
Cast Emiliano De Martino, Marco De Vincentiis, Valentina Proietto Scipioni, Con l’amichevole partecipazione di Eduardo Ricciardelli
LA GUERRA DELLE TRE MELARANCE
Da un’idea di Jean Poussière
Due opere di riferimento, diverse citazioni, molta scrittura musicale.
Questo è lo scheletro di base de “La guerra delle tre melarance”, messa in scena della graduale brutalità e perversione dell’essere umano che, tuttavia, non può nulla di fronte all’eterno ritorno dell’uguale. A partire da una prima cornice fiabesca, che prende corpo dalla rielaborazione ad hoc di alcune scene tratte da “L’amore delle tre melarance” di Carlo Gozzi, la vicenda segue l’avventura di un giovane principe che, abbandonando l’innocente e spensierato regno della fiaba sgargiante e impetuosa, entra in contatto con la realtà cinica della macchinazione umana. Dapprima conoscerà il mondo politico, la depravazione mentale e teorica con cui esso studia l’evento bellico e di cui “La guerra spiegata ai poveri” di Ennio Flaiano è servita come ispirazione per trasmettere il grottesco e lo spietato. Il viaggio continua sul campo di battaglia, dove il giovane oscilla tra voci, volti e, soprattutto, una sinfonia drammatica che lo conduce dall’esaltazione per una vittoria solamente apparente al sempre più oscuro vortice dell’agonia della guerra, dove non esiste nient’altro che la sconfitta.
Con Chiara Bascialla, Stefano Di Maio, Massimiliano Labanca, Ilaria Macario, Jean Poussière, Eugenio Scarabelli
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Prezzi:
Intero 15,00 € Gruppi 7,50 altri prezzi e sconti sul sito
Info e prenotazioni:
Tel. teatro 0258104586 (ore 15-19)
3385268503 – 3482453298
Sito. www.nuovoteatroariberto/prenotazioni/
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Come raggiungere il teatro:
MM2: fermate Sant’Ambrogio e Sant’Agostino
Autobus: 74, 47 e 59 (capolinea P. za Cantore), 94 (P. za Resistenza Partigiana)
Tram: 14 e 2 (C. so Genova – Via Ariberto)
Parcheggio BikeMi: P.za Sant’Agostino
Parking a pagamento: Via Ariberto
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Informazioni e contatti:
Via email: stampa@nuovoteatroariberto.it
Sul web: www.nuovoteatroariberto.it,
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