La vita sceglie la musica,
noi scegliamo come ballarla.
J. Galsworthy
Si è conclusa in grande stile la prima settimana di danza contemporanea di Corpografie 2019, diretta Anouscka Brodacz. La serata inaugurale di sabato 31 Agosto ha travolto il pubblico di Pescara e dintorni nella magica e commovente Nelken Line di Pina Bausch, la coreografa tedesca scomparsa nel giugno del 2009. Danzatori e non hanno invaso la via centrale della città costiera con un elegante fruscio di abiti, sorrisi e gesti sulle note di Louis Armstrong, ricordando la bellezza e la poesia dell’eredità bauschiana nella danza di oggi. Domenica 1 settembre allo Spazio Matta, lo spettacolo Six Pianos ha portato lo spettatore nel vivo del Festival conquistando tutti in un tripudio unanime di applausi. Lo spettacolo è la perfetta sintonia tra musica e danza, tasti e corpi, movimenti e note, gesti e suoni in un viaggio immaginifico di bizzarre, nostalgiche e gioiose visioni. Di seguito, Michela Mura, Marta Giulia Ferrante e Sara Pellegrini, del laboratorio Dansomanie, ci restituiscono le personali suggestioni sullo spettacolo.
Six Pianos è il titolo che la coreografa Anouscka Brodacz e la pianista Simona Ampolo Rella hanno scelto per il progetto di intima fusione tra musica e danza. Lo spettacolo ha come protagonisti sei pianoforti e undici danzatori, nessun solista, come spesso si pensa per il piano, ma un dialogo a sei pensato con l’intento di rompere vecchie convinzioni e dove ognuno autonomamente è artista e artefice di bellezza tra le due arti messe a confronto.
I compositori scelti per il progetto sono stati J. S. Bach, S. Rachmaninoff, A. Dvorak, M. Ravel, L. Dallapiccola, e S. Reich, riuniti secondo questo ordine ed elaborati per sei elementi e suddivisi in gruppi o in due, dove la musica segue l’ordine delle coreografie.
In base agli autori sono stati poi abbinati movimenti, costumi e oggetti che rispecchiavano il brano eseguito. In Bach, vissuto nel periodo del barocco, c’è il trionfo dell’esagerazione nell’utilizzo di costumi sfarzosi, di movimenti ripetitivi, veloci, quasi isterici, in cui gli stessi danzatori interagivano con i pianisti, mantenendo quel misurato equilibrio tra le parti. Nello spettacolo la danza ha giocato su un’alternanza di frammenti più vivaci e giocosi, come il caso di Ravel e Dvorack ad altri più romantici e pacati, come negli interventi danzati su S. Rachmaninoff e L. Dalla Piccola. In S. Reich, invece, la coralità dei movimenti, la reiterazione del gesto, lo scambio, l’intreccio di duetti e terzetti si sono rivelati un vero trionfo che ha lasciato l’intera platea in estasi. Il corpo dei danzatori ha trovato nelle diverse sonorità aderenza per esprimere vari stati d’animo occupando lo spazio circostante in ogni punto.
Six Pianos è uno spettacolo ricco, denso di emozioni tra curiosità, suspense, attimi di profonda riflessione ed allegria, e dove concetti come armonia, poesia e stravaganza regnano in sintonia tra danza e musica, come se la prima si racconti attraverso la seconda.