Aprire una stagione sinfonica con un Requiem? Sì, se viene coinvolto uno straordinario organico per un Requiem monumentale: la “scommessa” arriva dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che sceglie come concerto inaugurale della stagione 2019/2020, la Grande Messe des morts “Requiem op. 5” di Hector Berlioz, in omaggio dei 150 anni dalla morte del visionario compositore francese.
Appuntamento giovedì 10 ottobre alle ore 19.30 (trasmesso in diretta da Rai Radio Tre, poi repliche venerdì 11 ore 20,30 e sabato ore 18) in Sala Santa Cecilia con Sir Antonio Pappano che dirige la magnifica, e di rarissimo ascolto, Grande Messe des morts di Berlioz alla guida di un ricchissimo, quasi unico organico: l’Orchestra ceciliana (con sedici timpani), la Banda Musicale della Polizia di Stato diretta da Maurizio Billi, il Coro di Santa Cecilia e il Coro del Teatro di San Carlo di Napoli, il tenore Javier Camarena, star internazionale del canto al debutto romano e 120 cantanti sul palco.
Un organico di circa 300 elementi che, secondo le indicazioni di Berlioz, potrebbero raddoppiare, triplicare e non solo. “Inauguriamo la stagione con il Requiem e un mini ciclo dedicato a Berlioz. Abbiamo bisogno di Berlioz perché ci servono visione e coraggio. Le architetture di Berlioz lasciano senza fiato per ampiezza e inaudita audacia” esordisce il Presidente – Sovrintendente Michele Dall’Ongaro presentando il concerto inaugurale – questo pezzo è un capolavoro di rarissimo ascolto, ma ha una storia di grande fascino. Il progetto di Berlioz esprime una visione grandiosa che ha sfidato le leggi dell’economica da un punto di vista culturale ed economico, esattamente come la costruzione di una grande cattedrale”.
Un pezzo della storia della musica che si esegue molto raramente e che segna anche il debutto a Santa Cecilia del Maestro Piero Monti, alla guida del Coro romano che sarà affiancato dal Coro del Teatro del San Carlo di Napoli diretto da Gea Garatti Ansini. Numeri impressionanti, ma necessari per l’esecuzione del Requiem composto dall’allora 34enne Berlioz, e da subito paragonato proprio all’imponenza di un cattedrale gotica in cui la magnificenza della struttura resta in equilibrio con la leggerezza di ogni parte.
“Sono entusiasta di eseguire questo pezzo con il coro del Teatro San Carlo – esordisce Pappano – quella che abbiamo davanti una sfida enorme perché questo Requiem è come una cattedrale gotica nonostante sia un pezzo giovanile, ma ricchissimo di ispirazione. Per l’inaugurazione di ogni anno cerchiamo sempre di creare un evento e questo Requiem è un evento in cui si crea una dinamica di momento introversi ed estroversi. È una soggetto di grande poesia e di musica formidabile”. Eseguito per la prima volta a Parigi, nella Cappella di Saint Louis des Invalides il 5 dicembre del 1837, il Requiem ebbe un effetto unico sul pubblico: il suono è straordinario, la partitura sorprendente, ricca di invenzioni e sfaccettature sonore e di riflessi timbrici inusuali, dell’uso sperimentale delle percussioni.
Anche la commissione del Requiem, nel 1837, era stata straordinaria, arrivata a Berlioz direttamente dal ministro degli Interni De Gasparin, strenuo sostenitore della ripresa del genere religioso in musica e dei giovani compositori, in onore del generale Mortier, ucciso nel 1835 durante un attentato ai danni di Luigi Filippo.
Il monumentale lavoro di Berlioz su completato in appena sei mesi, ma al momento della consegna i committenti cambiarono idea decidendo di sospendere le commemorazioni per il generale. Berlioz però decise di dedicare il suo Requiem a un altro eroe, il generale Damrémont caduto in Algeria.
E il Requiem, fu un successo.
Non è una caso allora che un pezzo del genere, di esecuzione rarissima, possa diventare un evento degno di aprire la stagione sinfonica ceciliana.
“Siamo abituati ai grandi Requiem di Verdi e Mozart con pezzi importanti scritti per i solisti – prosegue Pappano – ma qui accade in contrario: in dieci movimenti, ben nove hanno un impegno corale e tutto è di una poeticità assoluta. Ma tutto deve funzionare perfettamente alternando momenti diversi e imprevedibili”.
Unico solista del Requiem è il messicano Javier Camarena che spicca per “onestà e naturalezza nel canto” ricorda Pappano che ha già diretto il tenore, repertorio vastissimo, ma apprezzato soprattutto nel repertorio rossiniano e mozartiano, proprio nel Requiem di Berlioz.
“Dopo aver diretto il Requiem ad Amsterdam con il nostro coro – spiega Pappano- voluto portarlo qui a Roma dove mancava da troppo tempo”.
Ed è già stato annunciata anche l’inaugurazione evento della stagione 2020/2021, I Maestri cantori di Norimberga di Wagner che richiedono un organico che affianca il coro a 17 grandi cantanti.
Intanto dopo il Requiem inaugurale, prosegue il mini ciclo di ottobre Fantastico Berlioz, tutto dedicato al compositore francese: l’omaggio di Santa Cecilia era cominciato la scorsa stagione con la straordinaria sinfonia di Aroldo in Italia diretta da Gardiner con la viola di Antoine Tamestit e dopo il concerto inaugurale di stagione, si continua anche la settimana prossima con il ritorno di Pappano per la Sinfonia Fantastica di Berlioz, la più innovativa delle composizioni dell’Ottocento seguita dal rocambolesco Secondo Concerto per pianoforte di Liszt con il virtuoso Evgeny Kissin (17, 18 , 19 ottobre) e dall’Ouverture di Béatrice ed Bénédict, sulla traccia dello shakespeariano Molto rumore per nulla, La sagra della primavera di Stravinskij e il Concerto per violino di Sibelius interpretato da Anna Tifu (24, 25, 26 ottobre). Il 28 ottobre (ore 20,30) si apre anche la stagione da camera con il recital romantico di Andrea Lucchesini al pianoforte che interpreta Schumann. Biglietti da 25 a 52 euro, Botteghino Auditorium Parco della Musica – Roma, Viale Pietro De Coubertin Infoline: tel. 068082058, Botteghino Via Vittoria 6 (adiacente Via del Corso, Roma), Call Center TicketOne Tel. 892.101. Info su www.santacecilia.it.