Torna dall’8 al 13 ottobre Dancing Days la sezione del Romaeuropa Festival, curata da Francesca Manica, dedicata alle nuove tendenze della coreografia europea ed internazionale.
Il concetto di paesaggio, inteso come rappresentazione di mondi temporali, di viaggi emotivi e di parallelismi umani è il cuore dell’indagine di questa edizione che unisce su un’ideale cartina geografica Olanda, Francia, Norvegia, Spagna, Portogallo e Tunisia. «I progetti selezionati intraprendono una ricerca evolutiva tra il corpo, come strumento dialogante, e il tempo inteso come interlocutore sociale e personale. Lo spazio viene annullato per poter ricreare paesaggi infiniti, carichi di memoria, di suoni e di utopie. Dancing Days stesso appare allora come un paesaggio geografico e simbolico, emotivo e concettuale in cui si rintracciano i vettori dell’attuale dinamismo italiano ed europeo – forti anche del lungo lavoro intrapreso dalle reti Aerowaves e DNAppunti Coreografici – tra contaminazioni, azzeramento delle distanze, dialogo tra sfera personale e pubblica, tra le forme del mondo e quelle dell’”io”» spiega Francesca Manica.
Ad aprire questa edizione di Dancing Days sarà il coreografo olandese Arno Schuitemaker al Teatro Vascello l’8 e il 9 ottobre con il suo The Way You Sound Tonight (spettacolo nominato dalla giuria del prestigioso Dutch VSCD Dance come la produzione di danza più rilevante del 2019), un’indagine sulla relazione tra scena e pubblico, tra scrittura coreografica e percezione. Sulla scena, trasformata in un club notturno, cinque interpreti eseguono cicli di movimenti pulsanti e dilatati nel tempo. «Il continuum, la trasformazione sono sempre più importanti nei miei spettacoli. (…) La riflessione sulla nozione di presente, sull’equilibrio tra finito e infinito e su cosa questo significhi per noi è costante nella mia poetica: c’è qualcosa d’infinito nella vita eppure la nostra esperienza non è che temporanea» racconta il coreografo.
Questa dimensione apparentemente astratta ma in grado di parlarci della nostra intimità e del nostro stare nel mondo conduce direttamente al Mattatoio, Hub del REf, per un percorso tra memorie personali e collettive come quello intrapreso dal coreografo tunisino Hamdi Dridi in scena con lo spettacolo I listen (you) see e con l’assolo Tu meur(s) de terre (rispettivamente il 9 e l’11 ottobre). Se la prima pièce s’ispira ai movimenti e ai corpi degli operai e dei lavoratori tunisini contrapponendoli a quelli artistici per creare una partitura in cui i gesti più banali si confondono con l’Hip Hop, atmosfere Pop e Rock per riflettere sulla natura stessa dell’arte e della coreografia, con Tu meur(s) de terre, il coreografo utilizza questi stessi gesti per creare in scena un omaggio al padre imbianchino: «Ballo un dolore con calma, trasformando un tumore in un poema» afferma il coreografo. Il rapporto tra padri e figli è indagato anche nello spettacolo Des gestes blancs portato in scena l’11 ottobre dal francese Sylvain Bouillet (membro del collettivo Naïf Production) insieme al figlio Charlie Bouillet: un delicato duo costruito sul dialogo e sull’equilibrio tra il corpo e il peso di un bambino e quello di suo padre. Lo spettacolo è presentato in corealizzazione con la rete Aerowaves – Dance Across Europe di cui fanno parte anche le pièce Engel di Kim-Jomi Fischer e Marta Alstadsæter (Olanda-Norvegia) che tra acrobazia e danza riflette sul dialogo tra due corpi e due differenti intimità (in scena il 12 ottobre) e il doppio appuntamento con la compagnia italo-spagnola Kor’sia in scena il 13 ottobre con gli spettacoli Somiglianza e Cul de sac. Se il primo è un tributo ironico al celebre L’après-midi d’un faune di Nijinsky, il secondo vede in scena una comunità di esseri confinati tra quattro mura, legati uno all’altro da un profondo patto sociale e mossi dall’intento di scoprire il senso ultimo della libertà.
Critica tagliente alla società contemporanea è quella costruita dall’artista visivo francese Théo Mercier insieme al danzatore Steven Michel in Affordable Solution for Better Living in scena il 12 e il 13 ottobre. Il duo (Leone d’Argento alla Biennale Danza 2019) costruisce un paesaggio sterile e asettico per riflettere sul capitalismo del comfort e su una bellezza che sembra prodotta in serie. «La pièce ha a che fare con una grande e famosa azienda di arredamento ma anche con un corpo che sul palco svolge ruoli diversi imposti dalla società, dalla famiglia e dall’economia. Raffigura quindi un mondo in cui tutte le nostre credenze, la nostra spiritualità, il nostro benessere dipendono da quanto produci, acquisti e possiedi» raccontano i due artisti.
Sono proposte da artisti italiani due profonde riflessioni sul linguaggio della danza inteso come sistema di comunicazione: Chiara Taviani insieme al portoghese Enrique Furtado Vieria presenta il 9 ottobre Stand still ever-moving spheres of heaven appropriandosi del linguaggio cinematografico e di gestualità pantomimiche per costruire figure immaginifiche e riflettere sulle possibilità di dialogo con lo spettatore; il 12 ottobre con Keo, invece, Elena Sgarbossa, vincitrice di DNAppunti coreografici 2018 costruisce una performance ispirata alla storia del satellite Keo che lanciato in orbita nel 2019 rientrerà sulla terra tra 50.000 anni conservando e restituendo messaggi scritti dagli abitanti di oggi. «E se gli abitanti di domani non ci capissero? Sopravvive la volontà di comunicare? Sopravvive lo sforzo del tentare di capire?» si chiede la coreografa.
A completare questo focus saranno gli appuntamenti con la Community del REf, spazio dedicato a presentazioni, dibatti ed incontri ad accesso gratuito: se Hamdi Dridi e Théo Mercier dialogheranno con studenti di danza e pubblico appassionato rispettivamente il 12 e il 13 ottobre presso il bar allestito nella Galleria delle Vasche del Mattatoio, il 9 ottobre alle ore 18.30, sempre al Mattatoio appuntamento con la presentazione del libro La danza, organizzare per creare recentemente edito da Franco Angeli. Un momento per analizzare le pratiche, gli assetti, le prospettive dell’organizzazione della danza contemporanea in Italia alla presenza di Gerarda Ventura (curatrice del libro insieme ad Alessandro Pontremoli), Francesca Manica (curatrice Dancing Days), Oliviero Ponte di Pino (critico e curatore della collana), Roberta Nicolai (Direttrice artistica Teatri di Vetro), Emanuela Bizi (Segreteria Generale SLC CGIL), Enrica Palmieri (Direttrice Accademia Nazionale di Danza) e Antonio Taormina (Docente Università di Bologna).
Conclusione ideale di Dancing Days sarà, il 30 ottobre, la serata di premiazione della nuova edizione di DNAppunti Coreografici (il progetto a sostegno dei giovani coreografi italiani volto a individuare nuove figure emergenti della danza) e l’appuntamento con un “maestro” della coreografia italiana come Enzo Cosimi. Il suo progetto Forse c’è abbastanza cielo su questi prati coinvolge gli studenti del terzo anno di recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e una selezione di studenti dell’Accademia Nazionale di Danza per costruire, con il supporto dei danzatori professionisti della compagnia, una performance site specific negli spazi del Mattatoio dedicata alla città di Roma e presentata in esclusiva al Romaeuropa Festival.